COME RIDURRE IL RISCHIO DI UN EVENTO TROMBOTICO

Al Congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Londra sono stati presentati i risultati dello studio PEGASUS-TIMI 54 che rivelano come il trattamento a lungo termine con il farmaco ticagrelor, oltre i 12 mesi dal primo attacco cardiaco, permette di ridurre del 27% il rischio di un evento aterotrombotico. L’importanza di non sospendere la doppia terapia antiaggregante è stata segnalata e presa in considerazione anche nelle nuove linee guida europee, presentate in occasione del Congresso. Sono dati significativi se si considera che oggi, nei 3 anni successivi a un attacco cardiaco, 1 paziente su 5 va incontro a un ulteriore infarto, ictus o morte cardiovascolare.

<I dati presentati oggi – commenta Diego Ardissino, Direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma e Investigatore Principale per l’Italia dello studio PEGASUS-TIMI 54 – sono molto importanti perchè confermano il potenziale di ticagrelor nel trattamento delle malattie aterotrombotiche e l’importanza della prevenzione secondaria nelle patologie cardiovascolari. I risultati indicano che esiste un beneficio più elevato nel continuare senza interruzione la terapia per oltre i 12 mesi, rispetto alla ripresa della stessa terapia nei pazienti che sono rimasti stabili per oltre 2 anni dopo l’infarto del miocardio e non sono stati trattati con inibitore del P2Y12 per più di un anno. La prevenzione cardiovascolare secondaria rappresenta una priorità per la salute pubblica in tutto il mondo e migliorare la sua efficacia può ridurre significativamente le morti cardiovascolari, contribuendo a limitare l’impatto economico sui sistemi sanitari e sulle economie nazionali>.