Molti studi evidenziano la necessità di adottare misure di prevenzione primaria da parte di chi presenta un aumento lieve o moderato dei livelli di colesterolo. In questo senso di recente si è aperta una nuova strada: oltre a dieta e attività fisica, fondamentali per la prevenzione primaria, ha dato buoni risultati in soggetti con livelli di LDL in lieve o moderato aumento, l’assunzione di un nuovo prodotto che agisce sul metabolismo del colesterolo. È quanto ha dimostrato lo studio PaLiMERiCa, presentato al recente congresso della Società Italiana di Cardiologia, un trial clinico condotto presso il Policlinico San Matteo di Pavia, in cui è stato utilizzato un nuovo prodotto a base di berberina, fitosteroli, polifenoli, trigonella, cioè fieno greco, ed estratto di carciofo. Dallo studio emerge un significativo controllo, non solo sui livelli di colesterolo totale e LDL, ma anche nel migliorare trigliceridi e profilo glucidico. Primo autore dello studio PaLiMERiCa il professor Giuseppe Derosa, dell’Università di Pavia – Fondazione IRCSS Policlinico San Matteo, Responsabile dell’area Diabete della Società Italiana di Nutraceutica. <Lo studio, che è durato tre mesi, è stato condotto in 36 soggetti con colesterolo LDL compreso tra 115 e 190 mg/dl e un’iperglicemia a digiuno tra 100 e 125 mg/dl. Dopo una fase di reclutamento di due settimane, in cui i partecipanti seguivano solo raccomandazioni dietetiche e di attività fisica, è stato fatto un primo prelievo basale, seguito da un nuovo prelievo dopo uno, due e tre mesi per verificare il profilo lipidico, la glicemia e l’insulinemia>.
I 36 soggetti sono stati suddivisi in due gruppi uguali in cui era prevista l’assunzione rispettivamente di una capsula o di due capsule al giorno del nuovo prodotto. <Dopo tre mesi abbiamo osservato un’azione di riduzione sul colesterolo totale, sul colesterolo LDL e sui trigliceridi. Inoltre, questo prodotto ha mostrato un effetto anche sul profilo glucidico>, ha affermato Derosa. <Per quanto riguarda il colesterolo LDL la riduzione è stata del 14% nei soggetti che assumevano una capsula al giorno e del 25%, nel gruppo che assumeva due capsule>. Nei soggetti coinvolti nello studio si è osservato anche un significativo controllo di trigliceridi, glicemia e insulinemia. <La maggior parte dei partecipanti allo studio sono tornati a valori di glicemia nella norma>, ha confermato il ricercatore. <Anche per quanto riguarda la tollerabilità tutti i parametri di sicurezza monitorati non si sono modificati nei soggetti che hanno mostrato un’ottima compliance>.
Questi risultati indicano la possibilità di rendere più efficace un intervento di prevenzione primaria con soluzioni in grado di migliorare il profilo metabolico di soggetti con livelli oltre i limiti di normalità dei lipidi, a partire dal colesterolo LDL, e della glicemia. Si tratta di persone sane, in cui non è indicato il ricorso a un farmaco, ma in cui è comunque utile ottenere una normalizzazione dei valori fuori target: è noto che un’esposizione prolungata a livelli elevati di colesterolo ha un impatto negativo in termini di rischio di eventi cardiovascolari, come ictus e infarti. Una diminuzione del 25% dei livelli di colesterolo LDL si traduce in una riduzione del 20% del rischio cardiovascolare.
<Gli eventi cardiovascolari in Italia sono intorno ai 230-240 mila all’anno, 140 mila dei quali sono infarti del miocardio>, ricorda il professor Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli e Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). <Si tratta di eventi coronarici dovuti in gran parte al mancato controllo dei fattori di rischio cardiovascolare che in realtà sono in gran parte modificabili. Questo significa che politiche di prevenzione, in gran parte primaria, potrebbero contribuire a ridurre un grandissimo numero di eventi>. Come favorire un più largo ricorso alla prevenzione primaria? <Ciascuno dovrebbe verificare il proprio livello di rischio, cosa che si può fare anche tramite delle app, come per esempio quella della Società Italiana di Cardiologia>. spiega Perrone Filardi. <Una volta effettuata una stima del livello di rischio è opportuno consultare il proprio medico che può eventualmente pensare di aggiungere un nutraceutico, come quello citato>.
Antonella Franchini