AL VIA UNO STUDIO SUI BAMBINI AFFETTI DALLA SINDROME DEL QT LUNGO

All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è in corso una ricerca finanziata dall’Università Niccolò Cusano il cui obiettivo è quello di arrivare alla cura definitiva della sindrome del QT lungo (LQTS), una patologia aritmogena su base genetica che colpisce 1 persona ogni 3000, caratterizzata, nella maggioranza dei pazienti, da un prolungamento sull’elettrocardiogramma dell’intervallo QT (ripolarizzazione ventricolare) e dal rischio di aritmie potenzialmente letali. Dall’attivazione del Centro di Riferimento per la diagnosi e cura dei bambini affetti da LQTS presso l’aritmologia del Bambino Gesù di Palidoro (nel luglio del 2012), sono stati seguiti più di 300 pazienti.

La sindrome del QT lungo è una delle cause più comuni del fenomeno noto come “morte improvvisa”, spesso nel corso di una prestazione sportiva. La diagnosi precoce e le attuali cure servono a controllare il rischio di morte improvvisa. La LQTS è caratterizzata da eterogeneità genetica: a oggi, infatti, sono stati individuati un totale di quattordici geni coinvolti nella malattia. Le varie forme studiate hanno una numerazione progressiva e le forme 1, 2 e 3 sono quelle scoperte per prime perché più frequenti e sono le più studiate. Nei pazienti LQT1, il più numeroso sottogruppo genetico, la maggior parte degli eventi cardiaci potenzialmente letali avviene durante esercizio fisico. I pazienti LQT2 sono particolarmente sensibili alle emozioni e ai rumori improvvisi, quali lo squillo del telefono o quello della sveglia e inoltre, le femmine LQT2 sembrano essere a più alto rischio nel periodo post-partum. I pazienti LQT3 presentano più frequentemente eventi in condizioni di riposo o nel sonno. La terapia cardine è quella β-bloccante che ha dimostrato un’efficacia nella riduzione della mortalità nella popolazione di pazienti LQTS.

Scopo della ricerca è quello di conoscere meglio la malattia, identificare precocemente le persone colpite, prevenire le complicanze e trovare una cura definitiva. La ricerca in corso è suddivisa in due settori: quello della valutazione clinico-strumentale-genetica del paziente di base o in terapia (responsabile Dott. Fabrizio Drago) e quello della ricerca cellulare (responsabile Prof. Bruno Dallapiccola). Nell’ambito di tale progetto al Bambino Gesù si è costituito quindi il Centro di Riferimento per la diagnosi e cura dei bambini affetti da LQTS (presso la sede di Palidoro). Ogni paziente con sospetta LQTS che si rivolge al Centro di Riferimento è inserito nel percorso appropriato che si svolge seguendo queste fasi: valutazione clinica – strumentale; analisi genetica e consulenza genetica; follow-up del paziente.

 Nell’ambulatorio di Aritmologia in piccoli pazienti vengono inquadrati e seguito nei successivi accertamenti. L’ambulatorio è attivo due volte a settimana, il martedì e il mercoledì. Ogni mese giungono a controllo per sospetto QT lungo circa 30 nuovi pazienti, il 10% dei quali risulta essere realmente affetto. Il numero di pazienti seguiti presso il Centro dall’inizio della ricerca è di 302. L’analisi dei geni del QT lungo è effettuata mediante una piattaforma di “Next Generation Sequencing” che permette di studiare contemporaneamente più pazienti per diversi geni. Tutte le varianti identificate mediante Next Generation Sequencing sono sempre confermate con un’altra metodica di sequenziamento, il metodo Sanger. Una volta terminate le analisi di laboratorio, i risultati sono comunicati agli specialisti del Centro (medici ricercatori, i biologi e i genetisti) così da poter iniziare la fase fondamentale dell’interpretazione genetica dei risultatI che vengono comunicati ai genitori dagli specialisti in una seduta di consulenza genetica specificamente dedicata. Le consulenze, da settembre a oggi, hanno permesso di valutare 100 famiglie.

Centrati gli obiettivi posti per i primi due anni del progetto di ricerca sul QT Lungo (creazione di un Centro di valutazione clinico-strumentale e di follow-up del paziente con LQTS e potenziamento della già esistente attività di screening genetico), nel terzo anno ci si concentrerà sulla caratterizzazione funzionale delle mutazioni identificate per comprendere l’effetto elettrofisiologico; sullo studio dell’RNA (acido ribonucleico) nei pazienti con mutazione genetica già caratterizzati dal punto di vista funzionale; nella creazione di cellule staminali pluripotenti indotte derivate da cellule dei pazienti con mutazioni LQTS, che esprimano i geni LQTS mutati per eseguire successivi studi funzionali; nella creazione di un animale transgenico per eseguire studi funzionali e in seguito terapia genica. (P.T.)