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INAUGURAZIONE DELLA SETTIMANA DEDICATA AL CERVELLO
10 Marzo 2013 ore 19:30 - 11 Marzo 2013 ore 1:59
Domenica 10 marzo, al Teatro Franco Parenti, via PierLombardo 14, Milano, si è svolto il dibattito: <Il cervello alla sbarra>: ovvero come le neuroscienze potrebbero cambiare il funzionamento della giustizia. E’ questo il primo di una serie di incontri e dibattiti che si svolgeranno per tutta la settimana dedicata al cervello (dall’11 al 17 marzo) promossa dalla Società Italiana di Neurologia (www.neuro.it), con lo scopo di far comprendere al largo pubblico che cosa sta accadendo nel campo delle neuroscienze, ovvero l’importanza delle ricerche in corso e l’impatto che queste stanno avendo nella clinica e nella vita di tutti.
Un esempio paradigmatico è il caso Englaro: il concetto di attività cerebrale e di riserva cognitiva, esplorate anche attraverso gli strumenti delle Neuroscienze, ha modificato l’approccio terapeutico verso una persona non più in grado di esprimere in quel momento le proprie volontà. Cosa vuole dire morte cerebrale? E nel controllo dei parametri vitali quale
fattore conta di più, il cuore o il cervello? Ma non è questo l’unico interrogativo aperto dalle neuroscienze. Pensiamo ai testimoni nei processi, anche ai testimoni oculari. Sono attendibili? Le ricerche in neuroscienze suggeriscono che la loro attendibilità vada accuratamente testata, perché il cervello è un sistema che ricostruisce attivamente i ricordi e rielabora tutti gli stimoli, inclusi quelli visivi.
Inoltre, noi non vediamo tutto, vediamo alcuni dettagli che poi il nostro cervello completa attraverso esperienze e ricordi. Quello che vedo io può essere molto diverso da quello che vedi tu, e il ricordo può completamente sostituirsi nella rievocazione. Per non parlare dell’immenso settore delle emozioni: i neuroscienziati hanno dimostrato che le emozioni influenzano le decisioni ,
e da queste non si può mai prescindere e il diritto deve necessariamente tenerne conto.
E infine il problema del libero arbitrio: fino a che punto il nostro cervello decide per un atto di volontà? O quanto invece è condizionato dai geni, dall’ambiente, dalla cultura, dalla biochimica, dalle malattie, da circuiti neuronali che si attivano indipendentemente dalla consapevolezza? Quiindi come determinare la pena in assenza della certezza del controllo consapevole
quando si commette un reato? Certamente chi è pericoloso per la società va isolato, ma quando “punirlo”, e quando invece riabilitarlo? E come? Ed è lecito fare uso in aula delle strumentazioni messe a disposizione dalle neuroscienze (come la risonanza magnetica funzionale, la Pet, ecc) o è una invasione indebita della libertà di un individuo?
Il dibattito, organizzato e moderato da Viviana Kasam, giornalista e presidente di BrainCircleItalia, vedrà a confronto due neuroscienziati, il Prof. Giancarlo Comi, Presidente della SIN e la Prof.ssa Gabriella Bottini, docente di Psicologia Fisiologica e Neuropsicologia presso l’Università degli Studi di Pavia , due magistrati, Amedeo Santosuosso, presidente della European Association for Neuroscience and Law e Ines Marini, consigliere presso la Corte d’Appello di Milano, un avvocato che è stato tra i primi in Italia ad affrontare questo tema, Guglielmo Gulotta, presidente Associazione Diritto Mente Cervello, e Gilberto Corbellini, docente di storia della medicina e bioetica presso la Sapienza Università di Roma, che affronterà questo tema dal punto di vista dell’etica e della storia della scienza. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.