I vantaggi delle lenti progressive per correggere la presbiopia

Dopo i 40 anni diventa sempre più difficile riuscire a leggere il giornale da vicino senza ricorrere agli occhiali. Questo difetto visivo, noto come presbiopia, è dovuto alla perdita di elasticità del cristallino e del corpo ciliare, posizionati entrambi all’interno del bulbo oculare. E’ un normale processo di invecchiamento dell’occhio che comporta difficoltà nella visione di oggetti da vicino, generalmente da una distanza tra i 25 e i 40 centimetri. In caso di difetti refrattivi, come nell’ipermetrope, comparirà prima, mentre nel caso del miope leggermente dopo. Intorno ai 60 anni il difetto si stabilizza e, dopo questa età, non risulta necessario dover aumentare il potere delle lenti. Si stima che la presbiopia oggi riguardi 28 milioni di persone in Italia, di cui il 47% uomini e il 42% donne. Come correggerla? La moderna tecnologia ottica mette a disposizione lenti progressive, che consentono una visione nitida a distanze diverse, senza dover utilizzare occhiali diversi.

Sarà questo l’argomento del Convegno che si svolgerà a Palazzo dei Congressi di Firenze (30 giugno-1°luglio), organizzato da B2Eyes e Fabiano Group Editore (FGE) con la collaborazione scientifica della SOI, Società Oftalmologica Italiana, anticipato da un incontro a Milano, “Presbiopia, facile sbagliare: le nuove frontiere della tecnologia”, alla presenza di medici oculisti, rappresentanti degli ottici e delle aziende produttrici. «Purtroppo non si può ritardare l’insorgenza della presbiopia, ma si può correggere il difetto con le lenti progressive che, grazie all’evoluzione tecnologica, hanno raggiunto un livello di personalizzazione tale da eliminare la maggior parte delle difficoltà di adattamento, così penalizzanti negli anni passati», afferma il dottor Luigi Mele, medico oculista presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli, esperto SOI per la tematica inerente i vizi di refrazione e la presbiopia. «A differenza dell’occhiale “premontato”, dispositivo ottico “fai da te” che rappresenta una soluzione facile da acquistare, ma provvisoria e limitata perché consente la messa a fuoco di un solo piano focale, quello per la lettura a 40 centimetri, comportando uno sforzo di adattamento innaturale, o delle lenti bifocali e trifocali che consentono una visione nitida a più distanze, ma portano con sé il limite del fastidioso salto di immagine della visione da vicino e intermedia, le lenti progressive annullano interruzioni della continuità visiva. Su queste lenti possono essere abbinati trattamenti antiriflesso, antigraffio, antiappannamento, con protezione UV e luce blu, per convivere con la presbiopia nel massimo comfort, anche in piena estate. E’ inoltre opportuno seguire alcune buone pratiche quotidiane, a fronte dell’uso sempre più diffuso di dispositivi elettronici che “stressano” l’occhio».
Negli ultimi anni i dispositivi elettronici hanno introdotto nuove esigenze visive nella pratica quotidiana. «La necessità di mettere a fuoco schermi a distanza ravvicinata, come quelli del PC, dei tablet e degli smartphone, sottopongono l’occhio a un importante impegno accomodativo e di convergenza, di entità variabile a seconda della distanza di lavoro e della postura», aggiunge il dottor Mele. «Spostare rapidamente gli occhi dalla tastiera allo schermo, dal foglio di lavoro alla calcolatrice sulla scrivania e poi all’ambiente circostante obbliga l’occhio a un continuo sforzo di messa a fuoco. Mai come in questi casi, le lenti progressive sono una necessità, in quanto uniche soluzioni ottiche che permettono la messa a fuoco di diversi piani focali contemporaneamente. La corretta gestione della presbiopia in soggetti che lavorano tutto il giorno al computer si completa posizionando il monitor a non meno di 1 metro dal viso, con pause di almeno 10 minuti ogni 2 ore che devono essere aumentate a 10 minuti ogni ora in caso di comparsa di segni di affaticamento».

«Le lenti progressive vengono costruite su misura del portatore», afferma Paolo Pettazzoni, vicepresidente di Anfao (Associazione nazionale fabbricanti di articoli ottici). «Non mi riferisco solo alla correzione ottica, ma a tutta una serie di parametri misurati sul portatore che includono i dati biometrici e la montatura scelta. Proprio la possibilità di personalizzazione individuale permette di minimizzare eventuali fastidi dovuti alle leggi della fisica, consentendo una visione confortevole da qualunque punto di vista. Tra le tecnologie più innovative sul mercato delle lenti progressive, la tecnologia Free Form è caratterizzata da una lavorazione delle superfici della lente punto a punto, che permette una totale personalizzazione della stessa. Inoltre, l’alto contenuto tecnologico e la scelta del disegno aiutano a collocare gli astigmatismi indesiderati nelle zone meno utilizzate della lente, riducendo al minimo i tempi di adattamento e risultando da subito estremamente confortevoli. Una lente progressiva individuale è costruita “su misura” in base a parametri specifici del portatore, dalla distanza interpupillare, all’altezza di montaggio, alla distanza di visione prossimale, per ottenere la migliore acuità visiva».

«Negli ultimi anni abbiamo assistito a una straordinaria evoluzione di tutta l’oculistica a livello tecnologico, diagnostico, terapeutico, chirurgico e non», aggiunge il dottor Matteo Piovella, presidente della SOI (Società Oftalmologica Italiana). «Anche i vantaggi ottenuti dalla chirurgia della cataratta si sono moltiplicati. L’intervento, messo a punto da Charles Kelman cinquant’anni fa negli Stati Uniti, si è sempre basato sull’opportunità di sostituire la lente naturale, il cristallino, diventato opaco, con un cristallino artificiale trasparente. Solo da qualche anno siamo riusciti a raddoppiare i vantaggi dell’intervento, dando la possibilità ai pazienti di inserire cristallini artificiali ad alta tecnologia, che permettono di vedere da lontano e di guidare la macchina, senza più dipendere dagli occhiali, anche per le persone che da anni erano affette da importanti difetti di vista. Di più, il vantaggio si è triplicato da quando, dopo l’intervento, è possibile leggere il giornale senza dipendere dagli occhiali da vicino. Una vera rivoluzione che permette oggi di eliminare le penalizzazioni della presbiopia per chi si sottopone alla chirurgia della cataratta: i cristallini che vengono inseriti oggi possono correggere anche la presbiopia. Dall’altra parte, chi non ha la cataratta, non deve necessariamente affrontare un intervento chirurgico per correggere la presbiopia. La reale difficoltà risulta essere la scarsa diffusione, nel sistema sanitario nazionale, dell’accesso a queste nuove tecnologie, estremamente apprezzate dai pazienti che si sottopongono a intervento di cataratta. SOI si sta impegnando a livello istituzionale perché gli ostacoli di tipo burocratico e la mancanza di risorse economiche possano essere superati al più presto».

di Paola Trombetta

 

Il controllo oculistico deve essere una pratica costante

La Società Oftalmologica Italiana, con la collaborazione della Fondazione Insieme per la Vista, ha redatto il calendario delle visite oculistiche necessarie per la salvaguardia della vista e per correggere precocemente eventuali difetti. Alla nascita; entro tre anni d’età; il primo anno di scuola, a 12 anni; a 40 anni con cadenza biennale fino a 60 anni e dopo i 60 anni una volta all’anno. Chi si è sottoposto a interventi chirurgici agli occhi deve eseguire un controllo oculistico una volta l’anno. Ogni disturbo, dal semplice bruciore oculare, alla visione di puntini neri, fino alla riduzione della vista da lontano o da vicino, può celare una potenziale patologia a carico dell’occhio che, se diagnosticata tempestivamente, si risolve senza grandi problemi. L’unico modo per salvare la vista è fare controlli periodici dal medico oculista.

P.T.

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