Non ti scordar di loro: in vacanza è possibile, e forse anche più probabile, fare incontri ravvicinati con virus, batteri e parassiti, in quanto caldo, viaggi, vita all’aperto, frequentazione di piscine o spiagge, ne possono aumentare la proliferazione. Le conseguenze? Il possibile sviluppo di infezioni e malattie, soprattutto a danno dei più piccoli. Cosa aspettarsi? Potenzialmente infezioni cutanee, gastroenteriti, intossicazioni alimentari per qualche cibo consumato non fresco o mal conservato, reazioni allergiche alle punture di insetti o animali marini. I rischi, come sottolineano i pediatri del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), esistono ma ci sono anche efficaci “antidoti”: riconoscere le manifestazioni che possono essere indotte da questi animaletti e microrganismi, innanzitutto, e le misure per contrastarle, fin dalla loro prima comparsa. Ecco le indicazioni che possono preparare mamme e papà a qualsiasi evenienza. Non sottovalutare i sintomi e consultare sempre il pediatra di fiducia per qualsiasi dubbio, soprattutto in viaggio o in caso di sintomi persistenti è la prima regola, indispensabile, per evitare che il problema in atto possa peggiorare, avendo presente che queste infezioni, frequenti in estate, possono interessare più organi e apparati. Ad esempio…
L’impetigine è una delle infezioni batteriche della pelle più comuni nei bambini nella bella stagione, dovuta principalmente allo Streptococcus beta-emolitico di gruppo A e/o allo Staphylococcus aureus e sono causa della comparsa di piccole vescicole o croste di colore rosso, spesso localizzate su viso e arti. «Nelle forme lievi – spiega Rino Agostiniani, presidente Sip – è sufficiente agire con un trattamento locale con antisettici e antibiotici topici, e ricorrere invece a una terapia più aggressiva con antibiotici orali specifici nei casi più estesi, che vanno prescritti dal medico». Oltre all’impetigine, sono anche possibili micosi cutanee, soprattutto se si frequentano piscine e luoghi pubblici, dovute invece a funghi come il Trichophyton rubrum e sono riconoscibili da chiazze eritemato-squamose, localizzate in modo particolare su piedi e mani, spesso pruriginose. «È possibile prevenire questi rischi usando poche ma importanti accortezze – raccomanda il pediatra – come ciabatte in piscina, asciugamani e spazzole personali, ed effettuare una buona igiene quotidiana».
I pidocchi non sono una “compagnia” solo in inverno o durante la scuola; campeggi, colonie estive o viaggi in gruppo possono favorire il deposito e poi l’esplosione di queste larve oppure la diretta trasmissione tramite il contatto testa-testa o lo scambio di oggetti personali come cappelli, asciugamani o spazzole. «Il consiglio per mamme e papà – dichiara Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo Tecnico di Sip e docente di Pediatria all’Università di Parma – è di controllare regolarmente il cuoio capelluto dei bambini, soprattutto se lamentano prurito persistente, e in caso di infestazione rivolgersi al pediatra per indicazioni sul trattamento più adeguato».
La pancia è molto esposta a rischi: gastroenteriti virali, legate a Rotavirus, Norovirus, Adenovirus, o batteriche a causa di Salmonella, Shigella, Escherichia coli, sono comuni nei bambini soprattutto sotto i 3 anni, spesso dovute a alimenti avariati o contaminati, soprattutto carne, uova o latticini, pensando alla salmonella, i cui sintomi non passano inosservati. Diarrea, in primo luogo, ma anche vomito e disidratazioni sono le manifestazioni più classiche legate a queste problematiche gastrointestinali. «È importante reidratare il bambino con molta acqua, evitando bibite zuccherate e alimentandolo con pasti leggeri e frazionati. In caso di viaggi in Paesi a rischio – mettono in guardia gli esperti – fare attenzione a bere solo acqua imbottigliata, ed evitare di consumare verdure crude, frutta non sbucciata e molluschi crudi. Fondamentale è lavarsi spesso le mani o disinfettarle con il gel in caso di mancanza d’acqua e sapone».
Non solo in terra, molti “nemici” si aggirano leggeri e felici nell’aria, e spesso i piccoli ne pagano le conseguenze.
Insetti e imenotteri come api, vespe o calabroni, con le loro punture possono provocare reazioni locali lievi, ma anche shock anafilattico, sebbene questo evento sia raro ma grave. «Occorre rimuovere subito il pungiglione – avvisa la professoressa Esposito – detergere la zona e applicare del ghiaccio, ma se il gonfiore è esteso o peggiora e insorgono sintomi come difficoltà respiratoria, chiamare tempestivamente il 112. Oggi poi abbiamo a che fare con nuove minacce: le zanzare, fra cui la zanzara tigre, che possono causare pomfi dolorosi ma anche trasmettere, in Paesi esotici, malattie potenzialmente pericolose come Dengue, Chikungunya o Zika che vengono poi portate in Italia. È utile usare strumenti barriera, come repellenti, zanzariere e indossare indumenti chiari e coprenti».
L’acqua non è da meno, anche in mare possono esserci delle insidie tra cui meduse e tracine, le cui punture sono piuttosto dolorose. «Le prime – spiega ancora Susanna Esposito – causano bruciore e prurito, e per lenire gli effetti è necessario risciacquare l’area interessata con acqua di mare, applicando poi gel a base di cloruro d’alluminio. Le tracine, invece, provocano dolore intenso che può essere alleviato dal calore, quindi immergere subito la parte colpita in acqua calda o sotto la sabbia calda. Mentre è controindicato usare ammoniaca, alcol o ghiaccio».
Infine, le alte temperature che rappresentano un rischio per tutti, ma soprattutto per i bambini, più sensibili al calore con effetti che possono variare dal colpo di sole, accompagnato da febbre e scottature, al colpo di calore che può dare invece nausea, confusione o perdita di coscienza. La prima regola è di non esporre i bambini al sole nelle ore più calde della giornata, dalle 11 alle 17, proteggendo sempre la testa con cappelli o altri copricapi. «Conoscere i pericoli legati all’estate, a virus, batteri, parassiti e altre insidie naturali – conclude il Presidente Sip – è il primo passo per evitarli. E laddove la prevenzione non sia sufficiente, affidarsi tempestivamente al pediatra, figura referenziale per una gestione corretta di ogni problema. Il nostro obiettivo, come queste poche e semplici raccomandazioni e indicazioni, è garantire ai bambini e alle loro famiglie un’estate serena e sicura».
di Francesca Morelli