“Men’s Pro”, per far conoscere il tumore alla prostata

«Partecipo come psicologa a tutte le prime visite, che quasi sempre avvengono in coppia. La donna, che solitamente convince l’uomo a rivolgersi allo specialista, a volte lo prevarica, descrivendo lei stessa i disturbi del marito/ compagno, perché ha più dimestichezza a parlare delle patologie che riguardano il proprio corpo. È abituata alle periodiche visite dal ginecologo; non ha scrupoli a indossare gli assorbenti durante il ciclo, mentre l’uomo è molto preoccupato per i problemi di incontinenza. I disturbi della prostata non sono solo un problema maschile, ma incidono anche sulla sessualità della coppia e nella vita di relazione. A volte gli uomini si vergognano di questo problema e si allontanano dalla partner. E anche la donna, spesso, non osa un approccio sessuale per non mettere in difficoltà il compagno. Per questo è fondamentale il colloquio anche con lo psicologo, presente nel team che prende in cura il paziente con una patologia come il tumore alla prostata». Lo conferma Simona Donegani, psicologa e psicoterapeuta, consulente all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano all’interno del “Programma Prostata”.

Per far conoscere questo tumore e sfatare lo stigma che ancora lo accompagna, è partita la campagna di informazione “MEN’S PRO”, promossa da Pfizer Italia, in collaborazione con Europa Uomo e la Federazione Italiana di Rugby. Sfruttando il parallelismo con il gioco del rugby, dove la squadra è fondamentale, si rivolge ai pazienti e ai loro caregiver per superare le barriere e il senso di isolamento che ancora sono legati a questa patologia maschile. Raccontando le diversi fasi della malattia dal punto di vista del paziente, dei caregiver, dei clinici (oncologi e urologi) e del team multidisciplinare (nutrizionista, sessuologo, psiconcologo), “MEN’S PRO” vuole far sentire gli uomini con carcinoma alla prostata, anche metastatico, come parte di una grande squadra. E questo attraverso il coinvolgimento della Nazionale Italiana di Rugby, i cui giocatori sono anch’essi protagonisti della campagna, fornendo così un sostegno concreto ai pazienti e a coloro che se ne prendono cura. La campagna verrà veicolata attraverso un sito dedicato (www.menspro.it) e un piano di comunicazione media e social che prevede la diffusione, oltre che dei visual realizzati con la Nazionale Italiana di Rugby, anche di contenuti di approfondimento, a cura della squadra di specialisti in oncologia, urologia e di altre discipline coinvolti nell’iniziativa.

Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella popolazione maschile nei Paesi occidentali e in Italia: rappresenta il 19,8% di tutti i tumori maschili, con 41 mila nuove diagnosi nel 2023. Ad oggi, secondo i dati del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, sono 564 mila gli italiani che convivono con una diagnosi di tumore della prostata e di questi oltre il 5% soffre della forma più grave, il tumore metastatico, di cui il 66% ha sviluppato la forma resistente ai farmaci anti-androgeni.

«La prevenzione e la disponibilità di strumenti diagnostici sempre più precisi rendono, oggi, il tumore alla prostata uno dei più curabili», precisa Sergio Bracarda, oncologo, Presidente nazionale della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO). «Prima si individua il problema, più alte sono le probabilità di guarire, anche attraverso terapie poco invasive. Lo stesso aumento dell’incidenza è legato alla maggiore probabilità di diagnosticare questa neoplasia attraverso controlli periodici, esami come il PSA, che vanno effettuati con una frequenza variabile secondo le fasce d’età e la storia personale del paziente. Con l’analisi molecolare della malattia, inoltre, anche le forme di carcinoma prostatico metastatico hanno cominciato ad essere fronteggiate con maggiore successo grazie all’impiego di terapie mirate che agiscono sui meccanismi di riparazione cellulare. La disponibilità di queste nuove strategie terapeutiche, infatti, sta davvero cambiando la prognosi di queste patologie, estremamente pesante fino ad alcuni anni fa, soprattutto se resistenti alla castrazione, riuscendo non solo ad allungare sensibilmente l’aspettativa di sopravvivenza dei pazienti, ma anche a garantire loro una buona qualità di vita». La Campagna “MEN’S PRO” ha anche l’obiettivo di sensibilizzare su tutti quei fattori che ostacolano la prevenzione e la diagnosi del tumore alla prostata, ovvero la riluttanza ancora presente nella popolazione maschile che troppo spesso tende a trascurare la salute dell’apparato urogenitale. Parliamo di ostacoli quali la bassa percezione del rischio da parte degli uomini e scarsa consapevolezza del ruolo della prevenzione, l’assenza o la non specificità di sintomi nella fase iniziale. Fondamentale, a questo proposito, non sottovalutare i fattori di rischio, come spiega Alberto Briganti, Professore Ordinario di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele. «Proprio perché è così diffuso, il tumore alla prostata non deve essere sottovalutato. Sappiamo che ha un’incidenza maggiore nella fascia over 50, anche se viene considerato da molti come una malattia tipica della terza età. Circa due terzi dei tumori di questo tipo sono diagnosticati in persone con più di 65 anni. Conoscere i principali fattori di rischio, non solo l’età, ma anche la familiarità, la predisposizione genetica e i cosiddetti fattori ambientali, cioè quelli legati agli stili di vita come obesità, sedentarietà e fumo, è quindi fondamentale sia per una corretta prevenzione, sia per affrontare questa neoplasia tempestivamente, grazie al lavoro di team multidisciplinari e trattamenti personalizzati».

Obiettivi condivisi anche da Europa Uomo, associazione per i diritti alla prevenzione e alla cura del tumore della prostata. «Per i pazienti con tumore della prostata, e per chi se ne prende cura, l’informazione è davvero la prima medicina», precisa Claudio Talmelli, Presidente Nazionale Europa Uomo. «La nostra Associazione rappresenta la principale rete di informazione su questa neoplasia in Italia e in Europa e, oltre a tutelare i diritti dei pazienti e a organizzare attività di sostegno, promuoviamo iniziative di sensibilizzazione su prevenzione, diagnosi precoce e cure multidisciplinari. Grazie al coinvolgimento della Nazionale Italiana di Rugby, sport tradizionalmente legato alla salute uro-genitale maschile, vogliamo dimostrare che, anche con una diagnosi di tumore alla prostata, la partita è tutta da giocare. E che pazienti e caregiver possono davvero contare sull’appoggio di una squadra forte in cui, proprio come nel rugby, ognuno ha il proprio ruolo in relazione agli altri e alla tattica da attuare».

«Essendo impegnati nella ricerca di soluzioni terapeutiche nell’ambito del tumore alla prostata metastatico, è nostra precisa responsabilità promuovere azioni di sensibilizzazione verso la popolazione, in particolare quella maschile», conclude Biagio Oppi, direttore comunicazione esterna di Pfizer Italia. «Ringraziamo la Nazionale Italiana di Rugby ed Europa Uomo per questa importante iniziativa. L’oncologia è per noi strategica: abbiamo concentrato il 40% dei nostri investimenti in Ricerca e Sviluppo sull’avanzamento di terapie innovative contro il cancro, con oltre 45 programmi in sviluppo e più di 25 nuove indicazioni in arrivo nei prossimi anni».

di Paola Trombetta

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