Tutta la verità sul botox

Rughe visibili e profonde, specie su fronte e contorno occhi. Quando le creme non funzionano più, è il momento di alzare bandiera bianca? Per fortuna no, grazie a uno dei trattamenti più noti della medicina estetica: la tossina botulinica, detta anche “botox”, in grado di spianare i segni del tempo come una sorta di ferro da stiro. Molto, troppo si è detto sull’argomento.
Un po’ di chiarezza è dunque d’obbligo, prima di decidere se procedere o no.

Quantità minime
Approvata nel 1989 dalla Food and Drug Administration (FDA) per la cura di strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale in pazienti con età maggiore di 12 anni, la tossina botulinica di tipo A è una proteina prodotta dal batterio Clostridium Botulinum capace di vivere in assenza di ossigeno. Nel 2002 giunge il via libera anche al suo utilizzo in ambito estetico per il trattamento delle rughe di espressione tra le sopracciglia (linee glabellari). Le quantità richieste sono 10 volte inferiori a quelle necessarie per scopi terapeutici, ma possono subire variazioni rispetto alla zona da trattare, alla tonicità muscolare e al sesso del paziente.
Come funziona? Una volta iniettato, il botox si interpone tra il nervo (che possiamo paragonare a un filo elettrico) e il muscolo interessato (la lampadina), che da quel momento non potrà più attivarsi per alcuni mesi. In altre parole, inibendo il rilascio di acetilcolina (un neurotrasmettitore), interrompe la connessione tra terminazioni nervose periferiche e tessuti muscolari volontari, che allentano così la contrazione.

Le rughe… ringraziano
La seduta dura, in genere, circa 15-20 minuti e non serve anestesia locale. Unica accortezza: non assumere aspirina o simili nelle due settimane prima del trattamento, né antibiotici aminoglicosidici (per esempio, streptomicina, gentamicina…).
I risultati sono visibili dopo 5-8 giorni e durano mediamente 4-6 mesi. Poi il trattamento va ripetuto, prima che il muscolo riprenda la sua contrattilità. Meglio non superare le tre volte l’anno.
La tossina botulinica può essere utilizzata solo nel terzo superiore del viso, sulle rughe orizzontali della fronte, su quelle verticali tra le sopracciglia (o glabellari) e sulle perioculari dette anche “zampe di gallina”. Al contrario, non va mai iniettata sulle palpebre, sotto gli occhi, sui muscoli delle labbra, sul collo (nella zona corde vocali). In queste aree sono presenti attività funzionali importanti che potrebbero essere compromesse in modo serio.
È sconsigliata a chi soffre di malattie neuromuscolari e del tessuto connettivo, o di allergia all’albumina, ma anche a chi ha subito interventi nella zona maxillo-facciale o ha appena effettuato un lifting. Da evitare nelle donne in gravidanza e in allattamento.

Solo medici esperti
Come per qualunque altro farmaco, il trattamento con tossina botulinica può produrre effetti collaterali, riconducibili il più delle volte a una scarsa esperienza del medico. I più tipici: eccessiva immobilità del volto, ptosi (o caduta) palpebrale o sopraccigliare, o esiti asimmetrici. Tutti, però, scompaiono nell’arco di qualche settimana: dunque il botox non è mai responsabile di paralisi permanente. Ancora: non è vero che i muscoli trattati con il botulino si atrofizzano e, con il tempo, non funzionano più. In realtà ritornano sempre nella condizione iniziale e – come già detto – per mantenere il risultato, il trattamento va ripetuto.
Conclusione? Sì al botox. A una condizione: affidarsi alle mani di medici e chirurghi estetici dalla comprovata competenza ed esperienza.

Il consiglio in più
Terminata la seduta di tossina botulinica, ma anche di qualunque altro prodotto iniettabile, fatevi sempre rilasciare il cedolino che attesti il marchio e la tipologia di prodotto utilizzato. Cedolino che andrebbe applicato su un apposito “passaporto” consegnato dallo specialista, per ricordare date e trattamenti effettuati nel tempo.
Tra i prodotti più sicuri, efficaci e accreditati c’è la tossina botulinica di tipo A di Allergan Aesthetics, la prima, tra l’altro, a essere stata approvata in Italia per finalità estetiche. Più precisamente, nel 2004 ha avuto l’autorizzazione dagli organismi certificatori per la correzione delle rughe glabellari, nel 2014 delle “zampe di gallina” e nel 2018 delle rughe frontali. Forte di oltre 3 mila studi clinici, questa tossina è approvata per l’uso in diversi ambiti terapeutici anche in età pediatrica e in medicina estetica in più di 90 Paesi nel mondo. Merito anche di un metodo di purificazione brevettato e di un processo di produzione con i più elevati standard qualitativi.

di Monica Caiti

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