Papilloma virus: l’importanza della vaccinazione

“A 36 anni ho avuto un tumore maligno al collo dell’utero e ho rischiato di morire. E questo a causa di un’infezione da Papilloma virus, trascurata all’epoca dai medici, incapaci di fare una diagnosi precoce. Pap-test, colposcopia e biopsia hanno poi confermato la presenza di un tumore allo stadio avanzato. E l’intervento chirurgico, molto demolitivo, mi ha salvato la vita! Per questo ritengo che la vaccinazione contro questo virus sia importante. La medicina e la ricerca hanno fatto grandi progressi. La prevenzione salva la vita e la vaccinazione pure!”
Con queste parole pubblicate su Facebook, Alba Parietti ha voluto rispondere, facendo coming-out della sua malattia, alle recenti polemiche suscitate dalla trasmissione Report, in cui veniva messa in dubbio l’efficacia di questo vaccino, che sembrava anche provocare gravi effetti collaterali.
Per fare chiarezza su questo delicato argomento, abbiamo intervistato la dottoressa Elsa Viora, presidente di AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri) e responsabile della Struttura Dipartimentale di Ecografia ostetrica-ginecologica e Diagnosi prenatale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino.

Tante le polemiche recenti sul vaccino contro il virus HPV: possiamo fare chiarezza per scagionarne la pericolosità?
«Si tratta di un vaccino contro un virus e agisce come tutti gli altri vaccini, provocando una risposta immunitaria dell’organismo. In particolare i vaccini prodotti oggi, a differenza di quelli del passato, non contengono virus vivi attenuati, che potrebbero provocare qualche effetto collaterale anche importante. I vaccini di oggi contengono solo alcune proteine, sintetizzate in laboratorio, simili a quelle presenti sulla membrana del virus. Queste proteine sono in grado di stimolare le difese immunitarie dell’organismo, perché simulano l’attacco di un corpo estraneo, come se si trattasse di un “avatar” del virus stesso. Gli unici effetti collaterali, registrati anche con altri vaccini, sono rossore e indolenzimento nella zona di inoculazione, possibili dolori articolari e raramente comparsa di febbre e vomito che durano però pochi giorni».

Quali sono i benefici di questa vaccinazione, consigliata alle ragazze di dodici anni, prima cioè dell’inizio dell’attività sessuale?
«È importante fare questa vaccinazione prima dell’inizio dell’attività sessuale, che potrebbe favorire la trasmissione del virus. Esistono alcuni ceppi di Papilloma virus che possono causare semplici, ma fastidiosi condilomi genitali. Altri ceppi però sono responsabili della comparsa del 90% dei  tumori al collo dell’utero, uno dei più frequenti e aggressivi nella donna, tra i pochi tumori causati da un virus. E non dimentichiamo i tumori della vulva e della vagina, più rari, ma difficili da diagnosticare. Ecco perché è importante la vaccinazione con la quale si può prevenire nel 90% dei casi l’insorgenza di un tumore a questi organi genitali. Oggi è in commercio un nuovo vaccino nona-valente che protegge da nove ceppi virali, compresi i più oncogeni. Se le campagne vaccinali fossero capillari, si potrebbero quasi eradicare questi tumori, in quanto il vaccino è in grado di prevenirne il 90%. Oggi purtroppo le percentuali di adesione vaccinale si sono ridotte al 55%, rispetto al 75% di qualche anno fa».

Si potrebbe proporre la vaccinazione anche più avanti negli anni e alle donne adulte che hanno già avuto un’infezione da Papilloma virus?
«Le attuali indicazioni per la vaccinazione sono rivolte alle dodicenni, ma in alcune Regioni si vaccinano anche le diciottenni. La proposta vaccinale potrebbe estendersi, previa opportuna informazione, anche alle 25enni e fino alle 45enni, comprese le donne che hanno già avuto un’infezione da Papilloma virus, risoltasi naturalmente con l’attivazione delle difese immunitarie dell’organismo stesso. In questi casi, poiché i virus oncogeni sono molteplici, con il vaccino nona-valente si potrebbe proteggere la donna, che ha magari contratto un tipo di Papilloma virus, da tutti gli altri ceppi virali».

Che dire della recente proposta di estendere la vaccinazione anche ai maschi? Il nuovo Piano vaccinale 2017-2019 ha infatti incluso questa vaccinazione anche ai ragazzi di 12 anni…
«È un’ottima decisione e speriamo che l’adesione sia alta e vengano compresi i vantaggi di questa vaccinazione anche ai maschi. Oltre ad essere spesso portatori del virus, nei ragazzi il Papilloma può provocare i fastidiosi condilomi genitali, ma anche tumori aggressivi al pene e all’ano, causati nel 90% dei casi proprio dagli stessi ceppi virali, oncogeni anche per le donne. Ecco allora che la vaccinazione potrebbe dare una doppia protezione, sia alla donna che all’uomo e, se praticata su alti numeri, tra cinquant’anni potrebbe davvero ridurre in modo significativo la comparsa di questi tumori».

di Paola Trombetta

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