Appuntamento con la ricerca AIRC

Centodue milioni di euro: è la cifra destinata da AIRC a 680 progetti per la diagnosi, prevenzione e cura del cancro, oltre a programmi di formazione per giovani scienziati. A cui si aggiungono efficaci campagne di sensibilizzazione, che invitano alla prevenzione e al vivere sano, seguendo semplici regole: 0 sigarette, 5 porzioni di frutta e verdura al giorno e 30 minuti di attività fisica. Buone notizie arrivano sul fronte della ricerca, dove emerge l’eccellenza italiana. «Il nostro Paese – dichiara Federico Caligaris Cappio, Direttore Scientifico AIRC – è al vertice in Europa per numero di guarigioni: la sopravvivenza a cinque anni è infatti migliorata rispetto al quinquennio precedente per gli uomini (55%) e soprattutto per le donne (63%). Non possiamo permetterci battute d’arresto, ne va del futuro della ricerca ma soprattutto della salute di tantissimi pazienti che attendono nuove cure». Perché compito della ricerca è anche sostenere la speranza: se oggi la terapia per uno specifico tumore ancora non c’è, domani potrà essere realtà. Forse tra 20 anni: è il traguardo minimo per disporre di una nuova terapia e per validarla anche sull’uomo. Un orizzonte accettabile, e non così lontano, dicono i ricercatori, che potrebbe essere in grado di cambiare la prospettiva di cura e guarigione dei bambini di oggi che, saranno gli adulti di domani. E che forse potranno beneficiare anche dell’immunoterapia.
«I progressi della ricerca e la maggiore conoscenza del sistema immunitario – spiega Alberto Mantovani, Direttore Scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University – ci hanno permesso di capire che è possibile allenare le nostre difese naturali a proteggere nel modo migliore il nostro organismo. È la funzione dei vaccini, che potenziano il sistema immunitario preparandolo a riconoscere e debellare virus e batteri prima che causino un danno, ma può funzionare anche contro i tumori con l’immunoterapia che utilizza il sistema immunitario come arma per contrastare la malattia. La cui azione “immunizzante” può essere potenziata e rafforzata da uno stile di vita sano, capace di ottimizzarne il funzionamento».

Ma ci vuole anche un’attenzione precisa alla salute delle cellule. «Le nostre cellule infatti sono dotate di un orologio interno che dà il giusto ritmo a molteplici processi fisiologici, condizionando ad esempio anche lo sviluppo di malattie – aggiunge Benedetto Grimaldi, scienziato dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove guida un laboratorio di medicina molecolare per l’identificazione e lo sviluppo di innovativi “crono farmaci” che agiscono sull’orologio biologico delle cellule. È stato dimostrato che donne turniste, che cambiano continuamente gli orari di lavoro, hanno un rischio tre volte superiore di insorgenza di tumore al seno rispetto a donne metodiche, o che una dieta troppo ricca di grassi può alterare il buon funzionamento dell’orologio biologico. Al pari di quanto può fare il grasso che si deposita sugli ingranaggi di un normale orologio. Un finanziamento AIRC ci ha consentito di capire come questo orologio biologico ha un funzionamento difettoso nei tumori, fino a poter impazzire in alcuni casi. Ovvero nei tumori le cellule hanno “ritmi” e abitudini sregolate: mangiano molto, riposano poco e si producono in velocità e a dismisura. Forti di questa consapevolezza, siamo riusciti a dimostrare che è possibile intervenire sugli ingranaggi “dell’orologio tumorale” con specifiche molecole da noi brevettate, per spostare le lancette delle cellule malate alla “giusta ora” favorendone così la morte. Un’evidenza scientifica che consentirà di mettere a punto nuovi farmaci per migliorare la cura di vari tipi di tumore, come quelli della mammella, del fegato, del pancreas, della prostata. Inoltre queste molecole che bloccano gli orologi tumorali potrebbero significativamente implementare anche l’azione di medicinali già esistenti, aumentando la loro efficacia sul tumore, ma diminuendo i loro effetti indesiderati nei confronti delle cellule sane. È infatti dimostrato che sia l’azione benefica sia gli effetti collaterali di molti farmaci –  attualmente utilizzati per combattere i tumori – dipende anche dall’orologio biologico». Che funziona meglio, se nutrito in maniera sana. Ad esempio con le arance rosse di Sicilia che contengono gli antociani, pigmenti naturali con eccezionali poteri antiossidanti, e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.

Sabato 28 gennaio, le tradizionali arance nelle piazze italiane. Ritornano le arance AIRC in oltre 2.700 piazze italiane (reperibili al sito www.airc.it o telefonando al numero verde: 8410.001.001) sabato 28 gennaio, grazie all’aiuto di 20mila volontari. Con una donazione di 9 euro, si potrà avere una reticella da 2,5 kg di arance rosse, da mangiare al naturale, spremute e in insalata, e una speciale Guida con preziose informazioni per la selezione dei cibi da portare in tavola, per una lettura consapevole delle etichette alimentari e per sbizzarrirsi con alcune ricette d’autore, a base di arance, realizzate appositamente per AIRC dallo chef Sergio Barzetti in collaborazione con La Cucina Italiana. «È fondamentale – conclude la campionessa Margherita Granbassi, in veste di volontaria e ambasciatrice dell’Associazione – che ciascuno faccia la propria parte seguendo stili di vita salutari, perché le nostre scelte quotidiane si ripercuotono sulla nostra salute».
E per gli appassionati digitali, le Arance della Salute offrono anche via web (arancedellasalute.it) pratici consigli per mantenersi in salute, informazioni sulla corretta alimentazione, salutari ricette a tema arance e perfino una “dieta da campioni”, proposta in un video esperimento dallo YouTuber, Daniele Brogna. E poiché la salute si protegge fin da piccoli, bambini ragazzi, genitori e insegnanti di 600 istituti italiani, venerdì 27 gennaio, sono stati protagonisti dell’iniziativa “Cancro, io ti boccio”, che ha distribuisce nelle scuole le arance della salute, promovendo l’importanza dei corretti stili di vita nella prevenzione del tumore.

di Francesca Morelli

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