VADEMECUM PER UNA GRAVIDANZA SICURA

Dopo i recenti fatti di cronaca della morte di cinque donne in sala parto nel giro di poche settimane, si riaccende il problema della sicurezza della gravidanza. E non si tratta solo dell’assistenza in sala parto, ma dell’intero decorso della gravidanza. Età materna sempre più avanzata, patologie pregresse, magari non diagnosticate o mal curate: sono tanti i fattori di rischio che potrebbero mettere a repentaglio una nascita. E la fatalità, come in ogni cosa, è sempre in agguato: i recenti dati italiani sulla mortalità da parto riportano un rischio di 10 su 100mila nascite, tra i più bassi in Europa.
Con l’aiuto della professoressa Chiara Benedetto, direttore della Struttura Complessa Universitaria1 di Ginecologia e Ostetricia di Torino, e coordinatrice del Comitato dei Diritti Sessuali e Riproduttivi della donna della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO), cerchiamo di indicare alcuni consigli per prepararsi alla gravidanza ed evitare i rischi durante il parto.

Quali consigli si sente di dare alle donne per prepararsi alla gravidanza ed evitare condizioni di rischio?
«Anzitutto vorrei precisare l’importanza della “prevenzione”. Prima di affrontare una gravidanza occorre adottare uno stile di vita sano (alimentazione equilibrata, attività fisica e adeguati momenti di riposo) per mantenere un peso corporeo ottimale e favorire il benessere psico-fisico. E’ importante evitare fumo, droghe, eccessivo consumo di bevande alcoliche, che possono provocare aborti spontanei e rischio di malformazioni fetali. Un ulteriore consiglio è di eseguire in tempi utili le vaccinazioni contro le malattie che, se contratte in gravidanza, potrebbero danneggiare il feto (rosolia, varicella). E non dimenticare di proteggersi nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili. E’ poi fondamentale programmare la gravidanza in giovane età e ricordare che la fascia dai 20 ai 30 anni è quella in cui la gravidanza ha di per sé meno rischi, sia per la madre che per il feto. Prima di questa età, ovvero nelle adolescenti, la gravidanza comporta importanti rischi sia per la mamma che per il neonato. Analogamente, con l’avanzare degli anni, diminuisce la fertilità e aumenta il rischio di complicanze gravi nel corso della gravidanza. Meglio evitare gravidanze ravvicinate: per ridurre il rischio di mortalità neonatale, è importante intervallarle di almeno due anni. Ovviamente è indispensabile rivolgersi a professionisti qualificati prima della gravidanza, per valutare lo stato di salute complessivo e programmare controlli e accertamenti adeguati in base alla presenza o meno di specifici fattori di rischio. In particolare, qualora la donna soffra di patologie preesistenti, può essere necessario sostituire o sospendere terapie mediche che potrebbero avere effetti negativi sul feto e/o consigliare di intraprendere la gravidanza in momenti di remissione o controllo ottimale della malattia, in modo da ridurre i rischi materni e fetali. In casi molto gravi, la gravidanza può essere addirittura sconsigliata».

Quali sono le regole alimentari per una gravidanza in salute? Oltre alla dieta equilibrata, è necessario anche prendere qualche particolare integratore, come l’acido folico, prima o durante la gravidanza, per evitare problemi al feto o rischi durante il parto?
«Assumere acido folico, ferro, ed eventuali altri micronutrienti (vitamine e minerali) già da prima del concepimento è importante. L’uso preconcezionale di acido folico riduce del 50% i difetti del tubo neurale del feto (es. spina bifida). La supplementazione di ferro nel corso della gravidanza diminuisce il rischio di basso peso alla nascita, parto prematuro e anemia materna al termine di gravidanza, che di per sé predispone a una maggiore suscettibilità di andare incontro a shock emorragico al momento del parto. Una corretta alimentazione è fondamentale e contribuisce a far si che l’andamento della gravidanza e l’accrescimento del feto siano regolari. Se una donna inizia la gravidanza con un peso corporeo normale, l’aumento ponderale complessivo nel corso dei 9 mesi dovrebbe essere compreso tra i 9 e i 12 chili. Se invece la inizia già in sovrappeso, l’apporto calorico va limitato su indicazione medica, per evitare o ridurre al minimo l’aumento ponderale. E’ importante seguire una dieta sana, equilibrata e varia: consumare frutta e verdura fresche, frazionare i pasti, evitare digiuni e grandi abbuffate, bere molta acqua, limitare il consumo di grassi, zucchero, sale, cibi elaborati, caffè e the, aumentare l’apporto proteico di almeno 30 g al giorno, favorendo l’assunzione di proteine di origine animale (pesce, carne, latte, uova e formaggio), favorire il consumo di zuccheri a lento assorbimento presenti in pane, pasta e riso, rispetto a quelli a rapido assorbimento contenuti nei dolci, preferire grassi polinsaturi (olio) e ridurre al minimo i grassi saturi (burro, margarina, strutto, lardo). Per scongiurare il rischio di Toxoplasmosi, è bene evitare il consumo di insaccati, carne cruda o poco cotta e uova crude. Lavare con molta cura, possibilmente con appositi disinfettanti (bicarbonato e amuchina), le verdure, gli ortaggi, le erbe aromatiche e la frutta perché potrebbero essere stati contaminati da escrementi di gatto o da prodotti di decomposizione di animali infetti. Bere solo latte pastorizzato».

Quanto ai controlli medici, in molti, soprattutto dopo i recenti episodi, sostengono la necessità di effettuare esami particolari, durante la gravidanza, come quello per identificare il rischio di trombofilia: a suo parere, quali esami sono realmente necessari?
«Gli esami per identificare l’eventuale presenza di trombofilie sono consigliati nei casi in cui siano presenti elementi che facciano pensare a una predisposizione individuale. E’ importante effettuare visite periodiche di controllo che devono essere programmate a scadenza più o meno ravvicinata in base alla presenza o assenza di specifici fattori di rischio, quali malattie materne come ipertensione, diabete, disturbi della coagulazione, malattie della tiroide, del rene, del cuore, dell’apparato respiratorio, del sistema nervoso, del sangue e dell’apparato muscolo scheletrico, malattie autoimmuni e malattie infettive. Da valutare anche pregresse patologie ostetriche come aborti ricorrenti, diabete gestazionale, preeclampsia (aumento della pressione arteriosa e comparsa di proteine delle urine) e sue complicanze. Come pure pregressi interventi sull’utero, taglio cesareo, miomectomia, conizzazione. Non vanno trascurati i fattori costituzionali, come obesità, eccessiva magrezza, età inferiore ai 20 o superiore ai 35 anni, emogruppo RH negativo. In particolare, per quanto riguarda l’età avanzata, è stato dimostrato che in una gravidanza dopo i 35 anni aumentano i rischi, non solo di anomalie cromosomiche del feto, ma anche di gravi complicanze materne come l’infarto miocardico, l’arresto cardiaco, l’embolia polmonare, le trombosi, le emorragie, l’insufficienza renale acuta, il diabete gestazionale, l’ipertensione gestazionale, il parto pretermine. Questo è il motivo per cui in un recente editoriale pubblicato su Fertility and Sterility la gravidanza in età avanzata deve essere di per sè considerata ad alto rischio. I controlli periodici devono sempre comprendere la misurazione del peso corporeo e della pressione sanguigna. Inoltre, durante la visita, che serve a valutare di volta in volta la situazione clinica, devono essere prescritti gli accertamenti ritenuti più opportuni. Quelli periodici includono gli esami del sangue, delle urine, gli esami batteriologici per la ricerca dello streptococco prima del parto e le ecografie di controllo che servono a datare la gravidanza, a valutare l’anatomia, l’accrescimento, il benessere e la presentazione del feto. Inoltre, sulla base della scelta della coppia e dell’età della donna, possono essere eseguiti esami per la diagnosi prenatale (traslucenza nucale, test combinato, test integrato, analisi del DNA fetale su sangue materno, villocentesi, amniocentesi)».

di Paola Trombetta

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