FIBROMI ALL’UTERO: E’ ARRIVATA UNA NUOVA CURA

«Da anni soffrivo di mestruazioni dolorose e abbondanti», ricorda Manuela, oggi 34enne. «L’ecografia rilevava diversi fibromi all’utero. Avevo consultato più ginecologi: alcuni consigliavano l’intervento chirurgico, altri l’utilizzo di vecchi farmaci ormonali. La mia preoccupazione, oltre al dolore durante il ciclo, riguardava il rischio di perdere la fertilità. Un amico farmacologo mi propose un nuovo farmaco, all’epoca disponibile solo nelle farmacie del Vaticano e di San Marino. Ho seguito la cura per tre mesi e già dopo il primo mese i fibromi si erano ridotti di dimensioni. Al termine della cura feci un intervento chirurgico mininvasivo per asportare i piccoli fibromi rimasti. Oggi non ho più dolori, il ciclo è regolare. E ora sto programmando una gravidanza».

Manuela rientra nel 25% delle donne che hanno fibromi con sintomi. Sanguinamento mestruale abbondante, dolore addominale, ma anche sofferenza durante i rapporti sessuali, anemia, ansia e depressione si riscontrano soprattutto nelle donne giovani in età fertile e nel pieno dell’attività lavorativa, condizionando in maniera significativa la quotidianità e i progetti di vita. Il fibroma uterino è il più diffuso tumore benigno dell’apparato riproduttivo femminile: interessa 1 donna su 4 in età fertile, 24 milioni di donne in Europa, più di 3 milioni in Italia, con un’incidenza fino al 30-40% nella fascia d’età 40-49 anni. Fino a oggi l’approccio terapeutico era principalmente chirurgico, anche a causa dell’assenza di una terapia medica soddisfacente. Da oggi è disponibile anche in Italia e viene rimborsato dal SSN un farmaco a base di Ulipristal acetato 5mg (Esmya), il primo trattamento orale per la terapia dei fibromi uterini, approvato in Europa nel 2012 è già utilizzato nella maggior parte dei Paesi europei.

«I fibromi uterini sono tumori benigni che si sviluppano nella muscolatura liscia dell’utero, associati a fattori genetici e a un’alterazione dell’equilibrio ormonale», spiega Nicoletta Biglia, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Torino. «Nel 50% dei casi presentano sintomi: flussi molto abbondanti e perdite tra un ciclo e l’altro, anemia, dolore pelvico cronico e senso di compressione, rapporti sessuali dolorosi, aumentata frequenza delle minzioni e incontinenza urinaria. Sintomi che variano in base al numero, alla localizzazione e alle dimensioni dei fibromi, in media sotto i 5 cm, ma che possono superare anche i 15-20 cm, dando la sensazione di un addome rigonfio come se la donna fosse incinta. I fibromi possono anche compromettere la fertilità o mettere a rischio una gravidanza».

Da un’indagine condotta su un campione di 21.479 donne in 8 Paesi, tra cui l’Italia, nel 54% dei casi i sintomi causano un peggioramento significativo della qualità di vita che interessa in particolare la vita sessuale (43%), la performance lavorativa (28%) e le relazioni interpersonali (27%), oltre a provocare sensazioni di disorientamento, paura di dover rinunciare alla maternità e ansia per l’eventuale decisione di togliere l’utero.

«L’utero rappresenta nel vissuto femminile quella culla primordiale, legata alla riproduzione e alla fertilità che, se viene colpita da una malattia, crea disagio e sofferenza, anche più delle patologie della mammella», fa notare Rossella Nappi, Professore Associato Clinica Ostetrica e Ginecologica Policlinico San Matteo Università degli Studi di Pavia. «A questo va aggiunto lo stress causato dai sintomi, in modo particolare il sanguinamento abbondante e l’anemia ad esso correlata, che interferiscono nella vita di tutti i giorni, dalle uscite ai viaggi, al non poter praticare sport, al doversi assentare dal lavoro. È stato stimato che circa 1/3 dell’assenteismo delle donne tra i 40 e i 49 anni sia legato proprio ai disturbi del ciclo. Ci sono inoltre forti ricadute sulla sessualità e sul desiderio di maternità, in un’epoca in cui le donne arrivano alla gravidanza anche dopo i 40 anni. Per questo motivo ben vengano le nuove terapie come Ulipristal acetato, che possono contribuire a migliorare la salute e preservare la salute riproduttiva della donna».

Ulipristal acetato 5mg appartiene a una nuova classe di molecole, i Modulatori Selettivi del Recettore del Progesterone (SPRMs), che si è dimostrata in grado di controllare il sanguinamento molto rapidamente, già entro 1 settimana dalla somministrazione, in oltre il 90% delle donne, e di ridurre il volume dei fibromi e dell’utero, con un miglior profilo di tollerabilità rispetto agli agonisti del GnRH che rappresentano i farmaci finora utilizzati per il trattamento medico dei fibromi.

«Il rapido controllo del flusso consente di normalizzare in tempi brevi i livelli di emoglobina e quindi di combattere l’anemia che è anche un fattore di rischio depressione, in quanto toglie la vitalità psicologica, genera la fatica fisica, e può portare al calo del desiderio», ha aggiunto la professoressa Nappi.

«I benefici di questa cura per la donna sono molteplici e non si riferiscono solo al rapido controllo dei sintomi, ma anche alla mancanza di effetti collaterali», puntualizza Antonio Maiorana, Dirigente medico dell’Ospedale Civico di Palermo. «Ulipristal acetato, infatti, diversamente dagli analoghi del GnRH finora utilizzati, non induce uno stato pseudo-menopausale e quindi scongiura la comparsa di disturbi quali vampate, secchezza vaginale, perdita della libido, osteoporosi precoce, particolarmente fastidiosi soprattutto in considerazione della giovane età delle pazienti (in media di 34 anni). La terapia con Ulipristal acetato è comoda, essendo per via orale, e ha il vantaggio di poter essere ripetuta nel tempo. Ciò consente di allungare il periodo in cui la donna è libera da sintomi e di diminuire le dimensioni del fibroma, con maggiori possibilità di evitare l’intervento chirurgico, che in molti casi rischia di diventare demolitivo». In Italia, infatti, il 30% di tutta la chirurgia ginecologica e i 2/3 delle isterectomie sono effettuate per i fibromi uterini, rappresentando anche una delle principali cause di spesa sanitaria in campo ginecologico.

di Paola Trombetta

 

 

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