LE MALATTIE RESPIRATORIE SI TINGONO DI ROSA

Le malattie respiratorie sembrano avvantaggiare il genere femminile. Sono infatti le donne ad avvertirne precocemente i sintomi, i cosiddetti campanelli di allarme, mentre è l’uomo a subirne i maggiori effetti con lo sviluppo di infezioni alle vie aeree anche di più grave intensità. Complice il fatto che le donne, oltre a una diversa percezione dei sintomi anticipatori e all’azione ormonale, vanno prima dal medico. Mentre il sesso forte è più ferreo anche su questo aspetto e attende più a lungo, troppo, prima di prestarsi a cure mirate.
È questo il profilo “di genere” delle patologie delle vie respiratorie emerso da uno studio tutto italiano i cui risultati verranno presentati al XV Congresso nazionale SIMER- FIP (Società Italiana di Medicina Respiratoria) che si terrà a Genova dall’ 1 al 3 ottobre 2014. «Esaminando circa 400 pazienti sintomatici, arrivati da noi senza una diagnosi – spiega la professoressa Caterina Bucca della Struttura di Pneumologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Ospedale S. Giovanni Battista di Torino – abbiamo notato che gli uomini presentano maggiore prevalenza di bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con o senza sovrapposizione di asma, mentre le donne vengono più colpite da patologie di tipo irritativo, come l’asma, o da sintomi, come la tosse cronica associata a rinosinusite, quindi malattie meno gravi».
Le donne, inoltre, sembrerebbero più avvantaggiate anche nei riguardi della manifestazione dei sintomi e delle componenti fisiologiche che le mettono all’erta: «Tra i pazienti con BPCO con o senza asma – continua Bucca – il genere femminile ha una minore compromissione funzionale respiratoria, indipendentemente dall’età». A influenzare l’andamento della malattia non è soltanto una maggiore percezione dei propri sintomi, ma anche il fatto che le donne hanno una migliore cura di se stesse. Non è però tutto rose e fiori: «Le donne hanno, di contro, una suscettibilità più elevata ad alcuni agenti esterni, come il fumo di sigaretta – fa notare la dottoressa Michela Bellocchia, dell’Università degli Studi di Torino e coautrice dello studio – a causa di tanti fattori, tra cui la minore capacità di difesa dal danno ossidativo e di riparazione delle cellule danneggiate. Gli estrogeni poi influenzano la costituzione del muco, favorendo la prevalenza di un componente che lo rende più vischioso. Questo fa sì che, nelle fumatrici, la malattia si sviluppi in età più giovanile e che sia sufficiente una minore esposizione al fumo per metterne in pericolo la salute». Rispetto all’uomo, poi, rischiano di subire un ricovero con più facilità, non solo per la più bassa soglia dei sintomi, ma anche per una tendenza superiore nel ricercare le cure mediche, appunto. «Questo fatto, apparentemente negativo – sottolinea il professor Carlo Mereu, presidente della Simer e del Congresso di Genova – permette invece una presa in carico dei servizi sanitari più precoce e di conseguenza una migliore gestione della malattia rispetto agli uomini». Sarà dovuto al fatto che le malattie respiratorie, nella donna, sembrano essere guidate in parte dal ciclo riproduttivo? «E’ stata ipotizzata – aggiunge la dottoressa Bellocchia – una correlazione con le patologie respiratorie. Le ultime evidenze scientifiche attesterebbero l’influenza degli ormoni sessuali femminili sullo sviluppo della patologia asmatica, ad esempio, e della sua gravità: ovvero le riacutizzazioni dell’asma potrebbero essere correlate con il ciclo mestruale». Ma su quest’ultimo aspetto c’e ancora un punto di domanda che attende di essere validato con studi su una popolazione più ampia.

di Francesca Morelli

 

CURARSI CON IL FAI-DA-TE IN CASO DI FORME LIEVI

 

Con  gli sbalzi di temperatura già si manifestano alcune forme parainfluenzali che interessano le prime vie respiratorie con il naso che cola. Quelle causate dal rinovirus, sono forme “leggere”, spesso curate con farmaci di auto-somministrazione: il paziente sceglie di prendere da solo la cura o sotto consiglio del farmacista, senza consultare prima il medico o lo specialista. Gli auto-farmaci, secondo un’indagine online su 30 mila persone tra i 18 e i 64 anni, a cui si affidano il 56% degli italiani, sono maggiormente preferiti dalle donne, mentre gli uomini quando ritengono arrivato il momento delle cure (tardi), optano per gli antibiotici, segno che la sindrome parainfluenzale è andata oltre, trasformandosi in qualcosa di più importante.

Ma quali sono, per quanto tempo, come usare i farmaci di auto-somministrazione e quali scegliere? Sono innanzitutto riconoscibili dal bollino rosso sorridente posto sulla confezione, non hanno l’obbligo della ricetta e sono indicati per alleviare i sintomi, quando lievi, di raffreddore, influenza e sindromi simil-influenzali, limitatamente a un periodo di 3-5 giorni: se i sintomi persistono oltre questo tempo o ne compaiono di nuovi è necessario consultare il medico per una terapia mirata.
Anche nel caso di farmaci di automedicazione, ci sono comunque degli obblighi da rispettare: vanno assunti seguendo sempre le istruzioni del foglietto illustrativo e previa verifica con il medico o il farmacista se il composto prescelto possa essere assunto contemporaneamente ad altri medicinali che si stanno prendendo, non abbia controindicazioni specie in caso di gravidanza e/o allattamento, non possa essere causa potenziale di eventuali allergie. Inoltre è d’obbligo conservare le confezioni conformemente alle istruzioni d’uso, controllare la data di scadenza e tenere anche questi farmaci fuori dalla portata dei bambini. Dopo le indicazioni generali, ecco i farmaci di auto-somministrazioni ad hoc per le malattie respiratorie e non invernali:

 

Gocciolamento nasale, starnuti e congiuntivite: Antistaminici (desclorfeniramina, clorfenamina, feniramina)

Naso chiuso: Spray nasali che contengano vasocostrittori (efedrina, fenilefrina, xilometazolina, pseudoefedrina, oximetazolina, nafazolina).

Mal di gola: Colluttori anticongestionanti o antisettici o pastiglie da sciogliere in bocca a base di sostanze disinfettanti (clorexidina, cetilpiridinio, benzidamina, dequalinio).

Tosse: Se è secca sono indicati sedativi a base di destrometorfano, dropropizina, cloperastina, se è grassa occorre utilizzare fluidificanti come gli espettoranti (guaifenesina) e i mucolitici (carbocisteina, acetilcisteina, bromexina, ambroxolo)

Febbre e stati di malessere/dolori: Antipiretici per la febbre come paracetamolo o acido acetilsalicilico, ibuprofene, ma anche diclofenac, naprossene, ketoprofene.

Disturbi intestinali: Antidiarrotici come polveri assorbenti (caolino e subgallato di bismuto) o inibitori della motilità intestinale quale la loperamide (farmaco senza obbligo di ricetta medica, ma controindicato nei bambini) e fermenti lattici per il ripristino della flora intestinale.

(Francesca Morelli)

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