“SOGNANDO ITACA”: IN BARCA A VELA CON LA LEUCEMIA

www.ail.it), nell’ambito del progetto “Sognando Itaca”. Malati di leucemia, medici, infermieri hanno percorso il Mare Adriatico e sono arrivati a Taranto, la tappa conclusiva della regata, in occasione della Giornata nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma (21 giugno).

<Lo scopo dell’iniziativa è dimostrare che viaggiando insieme in barca a vela, condividendo spazi, emozioni, pericoli, si provano sensazioni uniche che migliorano l’umore delle persone e contribuiscono a sdrammatizzare il vissuto della malattia, quasi fosse una sorta di vela-terapia>, conferma il dottor Giuseppe Navoni, presidente dell’AIL di Brescia, tra i promotori dell’iniziativa. <E’ da quattro anni che non passiamo una giornata così spensierata, senza pensare alla malattia>, confermano i genitori di un altro bambino imbarcato. E tra le altre iniziative previste per la Giornata nazionale, sarà a disposizione il numero verde: 800-226524, al quale risponderanno ematologi da ogni parte d’Italia, chiarendo dubbi e rispondendo a quesiti di ogni genere. I malati (adulti e bambini) potranno “raccontare” il vissuto della loro malattia attraverso uno scritto, un disegno, una fotografia o un video, partecipando al concorso, il cui bando è pubblicato su: www.sullastradadella guarigione.it.

In occasione della Giornata nazionale del 21 giugno, abbiamo voluto fare il punto sulle novità delle terapie che, nell’ultimo decennio, hanno cambiato il volto alla malattia, prolungando di diversi anni la vita dei malati. Oggi possiamo dire che l’85% dei malati sopravvive dopo dieci anni di malattia. E non sarà lontano il traguardo della guarigione completa. Lo conferma in questa intervista la professoressa Giuliana Alimena, ordinario di Ematologia alla “Sapienza” Università di Roma.

Nella Giornata nazionale contro Leucemie, Linfomi e Mieloma promossa dall’AIL, si celebra un decennio di risultati fondamentali che hanno migliorato le prospettive di vita per migliaia di pazienti e rivoluzionato l’ematologia: quali sono gli elementi cardine di questa rivoluzione?

<La grande rivoluzione dell’ultimo decennio è rappresentata dallo sviluppo di farmaci mirati, a bersaglio molecolare. Premessa importante per disporre di una terapia efficace è che si conoscano le caratteristiche biologiche e i difetti genici delle cellule neoplastiche. Progettare e mettere a punto una terapia “target”, diretta a specifiche alterazioni molecolari, significa aggredire in modo selettivo le cellule tumorali, preservando quelle sane. È quanto accaduto in questi ultimi 10-15 anni per la Leucemia Mieloide Cronica, la prima malattia neoplastica ematologica in cui è stato identificato il difetto genetico (traslocazione 9/22, o cromosoma Philadelphia, Ph) e il risultante meccanismo patogenetico alla base della malattia. Avendo identificato l’anomalia molecolare, è stato possibile studiare un nuovo tipo di farmaci, inibitori delle tirosin-chinasi, che sono in grado di bloccare l’attività della proteina alterata. Capostipite di questi farmaci è imatinib, a cui negli anni sono seguite altre molecole, sempre più potenti ed efficaci. È grazie a queste innovazioni che l’ematologia è cambiata in modo sostanziale. La Leucemia Mieloide Cronica ha rappresentato un caso eclatante: oggi la sopravvivenza dei pazienti è praticamente sovrapponibile a quella della popolazione generale e possiamo anche affermare che nel complesso è migliorata la sopravvivenza in tutte le forme tumorali del sangue. Da ricordare i sostanziali avanzamenti ottenuti per la Leucemia acuta promielocitica, per la quale disponiamo di una terapia “mirata”, e per la quale si prospetta, in un futuro non lontano, la possibilità di un trattamento senza ricorrere a farmaci chemioterapici. Buoni risultati in termini di sopravvivenza si ottengono anche in numerose forme di linfoma, dalle quali è oggi possibile guarire in una percentuale sempre maggiore di pazienti. Un altro aspetto che è profondamente cambiato riguarda la qualità di vita dei pazienti>.

Tra le malattie del sangue, la Leucemia Mieloide Cronica rappresenta negli adulti il 15-20% di tutti i casi di leucemie. Sono circa 1.000 i nuovi pazienti diagnosticati ogni anno in Italia. Quali sono le caratteristiche principali di questa malattia?

<La Leucemia Mieloide Cronica (LMC) è una neoplasia maligna delle cellule staminali emopoietiche, progenitrici di tutte le cellule del sangue. La causa della malattia è un’alterazione delle cellule, a causa del cromosoma mutato Philadelphia (Ph), che codifica una proteina ad aumentata attività tirosin-chinasica, un meccanismo che è alla base del processo di trasformazione leucemica. La malattia ha un picco d’incidenza massima tra i 50 e i 60 anni. In assenza di cure, l’evoluzione della Leucemia Mieloide Cronica è segnata: dopo un periodo variabile di cronicità, che può durare mediamente 4 anni, la malattia evolve in una Leucemia acuta con prognosi altamente infausta, nell’arco di sei mesi. Questo accadeva regolarmente sino alla fine degli anni ’90, ad eccezione di un numero limitato di pazienti che potevano ricevere il trapianto di midollo osseo. Dal 1998 la storia della malattia ha subito una svolta con l’avvento di imatinib che venne inizialmente studiato nei pazienti resistenti all’interferone (allora terapia di scelta). Lo studio randomizzato IRIS dimostrò l’incredibile efficacia di imatinib, che venne subito dopo registrato come terapia di prima linea>.

Questa malattia rappresenta l’apripista dei progressi ottenuti dalla ricerca: si è passati da una malattia che lasciava scarse speranze, a percentuali di sopravvivenza altissime, con una qualità di vita paragonabile a quella della popolazione generale….

<Negli ultimi quindici anni sono stati condotti diversi studi internazionali, ai quali ha partecipato anche l’Italia, che hanno dimostrato e confermato la capacità degli inibitori delle tirosin-chinasi di indurre risposte ematologiche, citogenetiche e molecolari persistenti, a volte tali da raggiungere un livello di malattia minima residua non più evidenziabile con le metodiche di biologia molecolare. Alcuni studi internazionali, come lo studio ENESTnd e lo studio DASISION, hanno messo a confronto imatinib con nilotinib e dasatinib, farmaci di seconda generazione, evidenziando la superiorità di questi ultimi sia in termini di efficacia, sia in termini di rapidità di risposta e di ridotta frequenza di progressione di malattia (trasformazione in Leucemia acuta). Queste evidenze hanno aperto la strada alla possibilità di valutare la sospensione del farmaco nei pazienti con risposta molecolare profonda, senza recidive di malattia, quella che gli ematologi chiamano “cure”, ovvero guarigione. In alcuni casi di donne questa remissione totale si è avuta in occasione della gravidanza, che un tempo era addirittura sconsigliata. Poiché il farmaco deve essere sospeso in questo periodo, in alcuni casi si è avuta proprio durante la gravidanza, una remissione completa della malattia>.

In considerazione dei traguardi raggiunti in questi anni, cosa ci attende per il prossimo decennio? Esistono le premesse per la cura altrettanto risolutiva anche di altre malattie ematologiche?

<Il grande risultato ottenuto nella Leucemia Mieloide Cronica è condizionato dal fatto che è legata alla modificazione di un solo gene, contro il quale è stato possibile mettere a punto farmaci “mirati”. La maggior parte delle malattie ematologiche ha invece un quadro molto più complesso, spesso non ben chiarito, sotto il profilo biologico e molecolare. Questo però non significa che la ricerca si fermerà. Le conoscenze acquisite rappresentano un bagaglio fondamentale per nuove e più avanzate ricerche, che puntano da un lato alla caratterizzazione sempre più approfondita delle malattie, dall’altro allo sviluppo di farmaci sempre più innovativi, che hanno come target le anomalie e i meccanismi molecolari già identificati>.

di Paola Trombetta

 

Articoli correlati