DISTURBI DELLA TIROIDE: PREDILIGONO LE DONNE

www.spaziotiroide.it

«L’ipotiroidismo in particolare rallenta il metabolismo del corpo e, nelle giovanissime, può interferire con la comparsa del ciclo mestruale e con la fertilità», conferma Laura Fugazzola, direttore della Scuola di Specializzazione di Endocrinologia dell’Università di Milano. «Se interviene dopo la pubertà, può causare mestruazioni frequenti e abbondanti che hanno come conseguenza l’anemia. Nelle donne in gravidanza i disturbi alla tiroide possono aumentare il rischio di aborto spontaneo e parto prematuro, esponendo anche il bambino al rischio di manifestare problemi di apprendimento e di sviluppo. Per questo è fondamentale riconoscere la patologia (con il dosaggio degli ormoni tiroidei), e controllarla con la terapia a base di ormone tiroideo LT4 (levotiroxina). Nei casi di ragazze giovani con ipotiroidismo, l’assunzione dell’ormone può ripristinare la fertilità ed evitare il ricorso a tecniche di fecondazione assistita. Durante la gravidanza, la dose necessaria di levotiroxina aumenta del 25-50%».

Per facilitare la compliance è oggi in commercio una nuova formulazione di levotiroxina liquida, in capsule molli, in 12 dosaggi differenti (da 13 a 200 microgrammi) che consente di personalizzare meglio la terapia.

Questa formulazione è da prediligere anche nei casi di ipertiroidismo (eccessivo funzionamento della tiroide) che provoca sintomi quali aumento del battito cardiaco, sudorazione, ansia e irritabilità, perdita di peso, tremore alle mani, spossatezza. In questi casi, infatti, si somministrano farmaci anti-tiroidei, che inibiscono la produzione di ormoni tiroidei, e spesso vengono affiancati dalla levotiroxina per evitare la possibile insorgenza di ipotiroidismo.

«Poiché nel 65% dei casi gli ormoni tiroidei sono costituiti da iodio, il giusto apporto di questo elemento assume un ruolo fondamentale>, puntualizza il professor Paolo Beck-Peccoz, ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Milano e presidente dell’Associazione Italiana Tiroide. «In caso di carenza, e in taluni casi di eccesso, gli ormoni tiroidei perdono la loro efficacia, dando luogo a patologie quali il gozzo e i noduli tiroidei. Tra le più diffuse malattie da carenza iodica, troviamo l’ipertrofia della ghiandola tiroidea (gozzo semplice) una crescita in volume della tiroide di tipo benigno, oppure la formazione di noduli tiroidei (gozzo nodulare), che potrebbero anche predisporre a una trasformazione maligna delle cellule in carcinoma e favorire una maggiore incidenza di tumori tiroidei (1-2% di tutti i tumori). In questi casi la migliore prevenzione è l’uso di sale da cucina iodato, che dovrebbe sostituire quello normale: “Poco sale, ma che sia iodato”. Per la valutazione dei noduli tiroidei, oltre agli esami ormonali, è fondamentale l’ecografia tiroidea e, nei casi dubbi, l’esame citologico con ago aspirato, che identifica con precisione quei noduli tumorali che richiedono l’asportazione chirurgica».

 

di Paola Trombetta

Articoli correlati