QUAL E’ IL CONTRACCETTIVO IDEALE PER LE GIOVANI?

Sono disinibite, seguono le mode, parlano di tutto sui social network, ma trascurano le problematiche relative alla sessualità e non conoscono il proprio corpo nell’intimità. In alcuni casi però lo strumentalizzano, lo “usano” per avere facili guadagni: le baby-squillo sono cronaca di questi giorni. Un segnale d’allarme preoccupante della mancanza di educazione sessuale responsabile che né i genitori, né la scuola sono oggi in grado di fornire. Se nei Paesi anglosassoni e dell’Europa del Nord l’educazione sessuale è d’obbligo addirittura nella scuola primaria, con approcci adatti ai bambini di quell’età, da noi neppure alle scuole superiori si tengono lezioni di sessualità, il cui approccio è lasciato all’esperienza delle amiche più grandi, ai siti Internet, spesso più pornografici che educativi, alle precoci e frettolose esperienze sessuali vissute magari nell’assordante atmosfera di una discoteca.

Cosa si può fare allora per aiutare i nostri ragazzi a vivere una sessualità più responsabile? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Rossella Nappi, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli studi di Pavia e responsabile scientifica del progetto educazionale “lapillolasenzapillola” (www.lapillolasenzapillola.it), promosso da MSD che, in collaborazione con la SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), ha lanciato in questi giorni la Campagna “Love it! Sesso consapevole”.

Quale atteggiamento prevalente hanno oggi le giovani verso la contraccezione?

«L’impressione maturata sia nella pratica clinica come attraverso la campagna lapillolasenzapillola è quella di un atteggiamento profondamente ambivalente. Da un lato c’è curiosità estrema, un bisogno quasi spasmodico di avere informazioni il più possibile corrette e soprattutto comprensibili per le giovani, considerando le barriere che spesso il linguaggio medico crea nella comunicazione. Dall’altro le ragazze considerano prevalentemente la sessualità come un aspetto sociale o “ludico” della vita: non sentono l’esigenza di confrontarsi con il medico o di fare una visita ginecologica, perché non sono ancora pronte ad affrontare consapevolmente la propria sessualità.

La campagna “Love it! Sesso consapevole” nasce dalla considerazione che le ragazze devono essere informate su tutte le metodiche contraccettive oggi disponibili e sulle modalità per proteggersi dalle malattie a trasmissione sessuale, per gestire al meglio la propria sessualità. Una consapevolezza necessaria per portare avanti con successo il progetto della propria femminilità, sapendo come affrontare tutte le tappe della vita, evitando cioè le angosce che interferiscono con l’attività scolastica e professionale e minano la propria autostima: una ragazza che si trova ad affrontare un’interruzione di gravidanza o una gravidanza indesiderata a 19 anni o ancor meno, subisce un trauma e una ferita difficilmente cancellabili. Lo stesso per un’infezione a trasmissione sessuale che può causare infertilità futura».

Quali fattori ostacolano il ricorso alla contraccezione ormonale da parte delle donne italiane?

«Vorrei precisare che il 42% delle under 25enni non utilizza alcun metodo contraccettivo e una gravidanza su cinque a questa età non è voluta. A frenare le ragazze riguardo alla contraccezione ormonale sono soprattutto l’ansia e lo stress di dover assumere qualcosa tutti i giorni, e il timore che la pillola possa manipolare la loro biologia corporea: la pillola evoca, infatti, il concetto di “sostanza chimica” estranea all’organismo, che deve essere ingoiata e metabolizzata e che può dare effetti collaterali non desiderati, in primis l’aumento del peso corporeo, un fantasma che aleggia minaccioso su tutte le donne di ogni età. Senza contare la falsa convinzione che i metodi contraccettivi orali siano necessariamente ad alto dosaggio e costituiscano delle “bombe ormonali”. Questo insieme di timori e preconcetti può spiegare il fatto che, per la contraccezione ormonale, l’Italia sia il fanalino di coda in Europa: siamo al 14-16%, a fronte di ragazze olandesi che sono al 50%, inglesi e francesi che sono al 35 e al 40%».

Quali caratteristiche dovrebbe avere “il contraccettivo ideale”, per scongiurare il timore della contraccezione?

«Dovrebbe innanzitutto essere efficace, a basso dosaggio e non interferire col benessere psicofisico. È una scelta per migliorare la qualità della vita e quindi deve essere una molecola quanto più possibile in linea con il proprio profilo biologico, psicologico e socio-culturale. Quindi un contraccettivo che non interferisca con il peso, il tono dell’umore e tanto meno con il desiderio sessuale. Deve quindi essere “tagliato su misura” di ogni donna, in termini sia di dosaggi, sia di scelta del metodo: ci sono ragazze, ad esempio, che preferiscono una contraccezione di barriera, ma anche quelle che cercano un’alternativa alla pillola».

Tra i metodi disponibili, quale potrebbe corrispondere al contraccettivo ideale?

«Esiste una sicura alternativa alla pillola, ugualmente efficace e a basso dosaggio, ma meno conosciuta. Si tratta del cerotto, ma anche dell’anello vaginale che è una forma “evoluta” della pillola: non si assume per bocca e quindi non condiziona, né spaventa la donna, perché non viene percepito come sostanza chimica “estranea“. L’anello vaginale è caratterizzato da ormoni a più basso dosaggio e livelli molto stabili, con il vantaggio di ridurre gli effetti collaterali correlati all’estrogeno. Occorre ricordare che, a volte, è proprio il ritardo o la mancata assunzione della pillola a creare un’oscillazione negativa degli ormoni nel nostro corpo. Da ultimo, c’è il vantaggio che con questo dispositivo la ragazza, ma anche la donna, viene istruita sulla sua fisicità: ci siamo resi conto che le ragazze pensano di conoscere bene il loro corpo, ma poiché l’apparato genitale femminile, a differenza di quello maschile, è nascosto e spesso ammantato di mistero, utilizzare la contraccezione vaginale significa imparare ad avere maggior dimestichezza col proprio corpo, acquisire maggiore maturità nei confronti della sessualità e ciò aumenta l’aderenza al metodo».

Fondamentale è in questi casi il counselling, ovvero la spiegazione da parte del ginecologo di questo metodo, che può così essere scelto consapevolmente dalla ragazza.

«Di recente, come Università di Pavia, abbiamo partecipato allo studio CHOICE, il cui nome significa appunto “scelta”, in cui si è evidenziato che, quando il medico spiega in modo equilibrato tutte le metodiche della contraccezione ormonale – la pillola, il cerotto o l’anello – a fronte di una iniziale resistenza, soprattutto le ragazze che hanno più timori e incertezze, scelgono l’anello vaginale, che dà loro maggiori garanzie e sicurezze. È dunque fondamentale coinvolgere la donna attraverso il counselling da parte del ginecologo che deve saper interpretare tutte le informazioni: quelle delle coetanee, delle campagne informative e quelle fornite dal medico. Il fine è di dare alla ragazza gli strumenti idonei per comprendere che la contraccezione ormonale non è solo terapia, ma anche un modo di vivere la propria femminilità.

Il ginecologo deve entrare nella sfera della propria paziente per capire quello che va bene per lei: il medico è medico, non solo del corpo, ma anche del cuore e del cervello di una donna. Se le prescrive quello che va bene per lei, la ragazza continuerà senza dimenticanze; e se non fosse pronta per la contraccezione ormonale, non vanno dimenticati i metodi di barriera, soprattutto quando non c’è una relazione stabile. A seconda della relazione di coppia, o della fase di vita, si può così scegliere il contraccettivo più adatto a ciascuna donna».

di Paola Trombetta

 

LOVE IT! PER UNA SESSUALITA’ CONSAPEVOLE

E’ una giovane cantante rap italiana: Baby K, questo il suo nome d’arte, si è fatta oggi portavoce della Campagna “Love it! Sesso consapevole” per educare i giovani a una sessualità responsabile, promossa dalla SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia – www.sigo.it) con il contributo di MSD. Simbolo della Campagna è il braccialetto “Love it!”, che verrà distribuito in occasione dei molteplici tour musicali di Baby K in giro per l’Italia. In programma per l’8 marzo, Festa della donna, due tappe della Campagna a Roma (Via del Corso, Piazza del Popolo e Via Cola di Rienzo) e Milano (Corso Vittorio Emanuele e Corso Buenos Aires). Consultando il sito, www.lapillolasenzapillola.it, si potranno chiedere consigli a 10 ginecologhe che fanno parte della “Love Band“, un servizio di consulenza on-line per chiarire i dubbi e chiedere consigli sulla scelta del contraccettivo più adatto. 

Per visionare il video di Baby K, si possono cliccare i seguenti link:

http://www.proformatcomunicazione.net/BabyK-Loveit_low.zip

oppure https://www.youtube.com/watch?v=-7J6wEo8T2Y

Articoli correlati