ENDOMETRIOSI: E’ ARRIVATA UNA NUOVA PILLOLA

«Fin dalle prime mestruazioni avevo dolori fortissimi che mi costringevano a stare a letto per un’intera giornata. Ma il ginecologo ha sempre sottovalutato il problema: un antidolorifico e il dolore si attenuava. Col passare degli anni la sofferenza diventava a volte insopportabile e si prolungava per giorni e settimane, rischiando di compromettere la mia vita professionale e relazionale. Finché, dieci anni dopo, la diagnosi. La mia malattia aveva finalmente un nome: endometriosi». Come Elisa sono tre milioni le donne in Italia, prevalentemente tra 25 e 34 anni, che soffrono per questa malattia, tra le principali cause di infertilità. Ma oggi è disponibile una nuova terapia a base di Dienogest, da poco approvata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) con la specifica indicazione di cura per l’endometriosi, purtroppo non ancora rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale (il costo è di 56 euro al mese). Uno studio multicentrico europeo, coordinato dal Policlinico Santa Maria alla Scotte di Siena e pubblicato su Archives of Gynecology and Obstetrics, ha coinvolto 168 pazienti che hanno seguito un trattamento per tre mesi con Dienogest (2mg al giorno), per un totale di 65 settimane. «L’efficacia clinica è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollievo dal dolore e controllo della proliferazione di tessuto endometriale», spiega il professor Felice Petraglia, direttore della Scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Siena e coordinatore dello studio. «Questo progestinico ha un potente effetto antinfiammatorio che riduce nettamente sintomi come dismenorrea (mestruazioni dolorose), dispareunia (dolore durante i rapporti), disturbi premestruali e dolore pelvico diffuso. Non presenta inoltre effetti da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea e le vampate di calore, provocate spesso dai farmaci precedentemente utilizzati (analoghi del GnRH). Gli effetti collaterali sono rari e di lieve intensità (cefalea, fastidio al seno, acne). Benché la molecola induca uno stato di completa inibizione dell’ovulazione, una volta interrotta l’assunzione, l’attività ovarica e mestruale riprende regolarmente e la donna può cercare una gravidanza».

«In molte sperimentazioni, condotte a livello europeo, questo farmaco ha diminuito il ricorso alla chirurgia e ha ripristinato una fertilità, dapprima compromessa», aggiunge il professor Luigi Fedele, direttore del Dipartimento della donna, del bambino e del neonato del Policlinico di Milano e presidente del XX Convegno della Società Italiana della Riproduzione (SIDR) che si è svolto i giorni scorsi a Milano. «Del resto la chirurgia dell’endometriosi non sempre dà risultati definitivi e nel 50% dei casi presenta recidive. Le cure finora utilizzate (antinfiammatori e contraccettivi orali combinati) e i farmaci indicati per l’endometriosi (analoghi GnRH, Danazolo, alcuni progestinici) avevano in parte risolto i disturbi, soprattutto il dolore e la proliferazione del tessuto endometriale, ma provocavano non pochi effetti collaterali (come già detto, vampate, irsutismo, acne) ».

di Paola Trombetta

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