PROBLEMI NELL’INTIMITA’? COPPIA A RISCHIO…

“Quando hai baciato l’ultima volta la tua partner?”. Nel giorno di San Valentino, questa domanda sembrerebbe avere una risposta scontata, del tipo, questa mattina! Purtroppo però non sempre è così. Molte coppie non si scambiano tenerezze per mesi, pur vivendo sotto lo stesso tetto. Per non parlare dei rapporti sessuali, la cui frequenza diventa sempre più rara: una volta al mese e forse anche meno. E quando questo succede, si evidenziano motivi di scontento o rivalsa che nascono da problemi legati all’intimità sessuale e rischiano di minare la stabilità della coppia. Con l’aiuto di alcuni specialisti, abbiamo analizzato i più frequenti “disturbi sessuali” della coppia, cercando di capire come vengono vissuti, affrontati e quali sono i rimedi più efficaci.

 

Dispareunia e atrofia vaginale

Una donna su tre prova dolore durante i rapporti sessuali e non sempre si confida con il partner: nel 20% dei casi si sente imbarazzata e si vergogna a parlarne e nel 40% dei casi si “arrangia” con rimedi fai da te (lubrificanti vaginali). Solo raramente si rivolge al ginecologo per questo specifico motivo. Spesso la dispareunia è la conseguenza di disturbi più importanti come l’atrofia vaginale, la vulvodinia, l’endometriosi che, se non curate, possono compromettere la sessualità e anche la fertilità della donna. «L’endometriosi colpisce tre milioni di donne in Italia e nel 70% dei casi compare prima dei 30 anni», conferma la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele/Resnati di Milano. «In molti casi un sintomo premonitore può essere proprio il dolore ai rapporti o, più di frequente, dolori diffusi alla cavità pelvica. Purtroppo possono trascorrere anche diversi anni prima della diagnosi vera e propria, con il rischio di provocare infertilità (30% dei casi)».Un altro disturbo da non sottovalutare è la vulvodinia (dolore localizzato alla zona vulvare), che interessa il 10-12% delle donne e può provocare sofferenza, in particolare all’inizio della penetrazione. «Il 32% delle donne con questo problema soffre durante i rapporti fin dalla prima volta e nel 75% dei casi è presente anche un’infezione da Candida», puntualizza la professoressa. «Ecco perché la diagnosi precoce e i trattamenti adeguati, oggi disponibili, sono fondamentali per risolvere il problema. Per questo raccomandiamo alle donne, che avvertono dolore durante i rapporti, di non avere remore a parlarne col proprio ginecologo. Soprattutto le donne in menopausa, che tendono a considerare il dolore ai rapporti come una fisiologica conseguenza dell’invecchiamento, dovrebbero rivolgersi al ginecologo e richiedere una cura. Si tratta in realtà di un vero e proprio disturbo, causato da una progressiva alterazione della vagina che si atrofizza, a causa del brusco calo degli estrogeni, e definito pertanto “atrofia vaginale”. Interessa fino al 40% delle donne in menopausa (ben 4 milioni) e provoca sintomi quali dolori e bruciori ai rapporti, secchezza, irritazione, e anche frequenti cistiti. A differenza delle vampate di calore, che possono attenuarsi col tempo, l’atrofia vaginale persiste e può anche peggiorare, se non si corre ai ripari. Oggi sono disponibili terapie mirate, a base di estrogeni, da applicare direttamente in vagina, nelle formulazioni di ovuli, creme, gel, che possono risolvere il problema e far star bene le donne». In particolare è da poco in commercio un nuovo gel a base di estriolo, un estrogeno naturale simile a quello prodotto dalla donna, che non agisce solo sulla lubrificazione della vagina, ma contribuisce anche a “nutrire” il tessuto che diventa più trofico e meno vulnerabile alle infezioni.

 

Disfunzione erettile ed eiaculazione precoce

Sono più di tre milioni gli uomini che in Italia soffrono di disfunzione erettile. Da un recente studio su 15mila maschi europei, coordinato dall’Università dell’Aquila e presentato a Chicago, in occasione dell’ultimo Congresso mondiale di Medicina della sessualità, si è visto che il problema interessa anche i più i giovani: ne soffre un uomo su venti, tra i 18 e 30 anni, e uno su due dopo i 70 anni. Rispetto al passato, però, gli uomini ne parlano al proprio medico e coinvolgono anche la partner, cercando soluzioni. Lo confermano i dati pubblicati nel Libro bianco “La disfunzione erettile: cambiamenti nell’immaginario e nella realtà”, che raccoglie i risultati dell’indagine condotta da Datanalysis, in collaborazione con Lilly Italia. «Se trent’anni fa il fine della coppia era il progetto di creare una famiglia, oggi l’intesa sessuale è considerata un elemento fondamentale di unione della coppia», conferma il professor Emmanuele A. Jannini, docente di Sessuologia all’Università dell’Aquila. «Per questo, un problema come la disfunzione erettile, se non viene affrontato e risolto con il coinvolgimento di entrambi i partner, rischia di diventare un elemento di rottura. Per fortuna oggi, sia gli uomini che le donne, sono più disponibili a parlarne e cercare una soluzione. E questo cambiamento è stato sicuramente favorito dall’utilizzo dei farmaci per risolvere questi disturbi: poco prescritti nel passato, riscuotono oggi la fiducia nel 74% dei casi. Molta diffidenza rimane però ancora nelle donne che vivono l’assunzione di queste pillole come un venir meno del proprio “appeal” e si sentono in colpa perché il partner ha questi problemi, come se loro non bastassero ad “accendere” l’interesse sessuale. In molti casi questa “gelosia da Viagra” induce l’uomo a nasconderne l’assunzione, collocando magari la compressa in una scatola di generiche “mentine”. Del resto è da poco in commercio anche una formulazione molto simile ad una vera e propria “mentina“ da sciogliere in bocca».

Esattamente opposta è invece la reazione femminile al disturbo dell’eiaculazione precoce, ancora più diffuso (20-25%) in tutte le fasce d’età, anche le più giovani. «In questi casi si assiste a una reazione addirittura “rabbiosa” della donna che colpevolizza il partner di pensare solo a se stesso, un atteggiamento che è stato evidenziato anche in un nostro recentissimo studio scientifico pubblicato sul Journal of Urology. Le donne hanno la percezione di un maschio che tende a dimenticare i problemi dell’altro, subordinandoli alla propria ed esclusiva soddisfazione. Come nella disfunzione erettile, in cui possono subentrare componendi psicologiche ed emotive, l’eiaculazione precoce è una patologia con una possibile causa organica, spesso legata a problemi della prostata o della tiroide, o a una minore disponibilità della serotonina, neurotrasmettitore che controlla l’eiaculazione. Oggi questo disturbo può essere risolto e, comunque controllato, con l’utilizzo di un farmaco (dapoxetina) che aumenta la presenza di serotonina dove è necessaria».

di Paola Trombetta 

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