QUANDO LA COPPIA VA “IN MENOPAUSA”

 

Una settimana di “terapia di coppia” per riaccendere il desiderio: non è solo la trama del film Il matrimonio che vorrei, sapientemente interpretato da Meryl Streep e Tommy Lee Jones, ma è la realtà vissuta da molte coppie che vanno “in menopausa”. Il blocco delle mestruazioni, con tutti i disturbi conseguenti, che un secolo fa segnavano la fine della fertilità, ma anche il rapido declino della donna, rappresenta oggi una fase naturale, fisiologica che si protrae per più di 30 anni. La donna arriva alla menopausa intorno ai 50 anni e la sua speranza di vita va oltre gli 80. <In tutti questi anni è indispensabile che ogni donna viva al meglio la sua menopausa e capisca quale perdita la disturba di più>, fa notare il dottor Willy Pasini, consulente OMS per l’Educazione sessuale. <Per alcune donne è la perdita della funzione materna; per altre è la freschezza con il cambiamento estetico; per altre ancora sono le problematiche sessuali. In tutti i casi, è fondamentale vivere al meglio questi anni e prevedere tutte le soluzioni, mediche e psicologiche, che possono aiutare la donna, ma anche la coppia, ad affrontare in sintonia i problemi che insorgono e potrebbero “incrinare“ l’intesa sessuale. Primi fra questi l’atrofia vaginale, nella donna e la disfunzione erettile nell’uomo>.

Atrofia e dolore vaginale

Un’indagine internazionale, in 9 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, condotta su 4000 donne in post-menopausa, di età compresa tra 55 e 65 anni, ha evidenziato come più del 75% viva l’atrofia vaginale con profondo disagio sul versante dell’autostima e della sessualità di coppia, fa molta fatica a parlarne col proprio medico, prova imbarazzo a discuterne col partner. I dati riferiti all’Italia, dimostrano che l’84% dei partner vuole essere informato sui sintomi dell’atrofia vaginale (molto più degli inglesi, 67%; un po’ meno dei francesi, 89%), ma si sente a suo agio nel parlarne solo nel 63% dei casi. Il 39% degli uomini si sente contrariato, se la donna non ne parla, ma il 15% confessa che si sentirebbe meno attratto dalla partner. Dal lato femminile, il 20% delle donne non parla dei sintomi vaginali con il partner, perché li ritiene normali fenomeni di invecchiamento, si sente imbarazzata, pensa che siano cose da donna e il partner non capirebbe e nel 40% dei casi prova trattamenti “fai da te” (come lubrificanti vaginali) prima di affrontare l’argomento col partner. Per questo la Società Internazionale della Menopausa sta cercando di sensibilizzare le donne e i ginecologi sui temi dell’atrofia vaginale e dei rapporti dolorosi: problemi per i quali oggi esistono cure efficaci.

<Con l’avanzare dell’età, le donne possono andare incontro a modificazioni della vagina e dell’apparato urinario che dipendono fortemente dalla carenza degli ormoni estrogeni>, spiega la professoressa Rossella Nappi, responsabile dell’Ambulatorio di Endocrinologia ginecologica e della Menopausa del Policlinico San Matteo di Pavia, che ha partecipato allo studio.<Queste modificazioni provocano ”atrofia vaginale”, che interessa fino al 40% delle donne in menopausa (4 milioni circa), con sintomi quali secchezza, irritazione, bruciore, dolore durante il rapporto sessuale, ma anche frequenti cistiti. Diversamente da altri disturbi, come le vampate di calore che possono attenuarsi nel tempo, l’atrofia vaginale persiste e può peggiorare se non si corre ai ripari>. Quali cure adottare? <Lavande o lubrificanti vaginali potrebbero attenuare i sintomi, per lo meno prima e durante il rapporto sessuale. Se però i disturbi persistono, è bene rivolgersi al proprio ginecologo. In questi casi si possono utilizzare vere e proprie terapie, anche per diverse settimane o mesi,a base di estrogeni da applicare direttamente in vagina, come ovuli, crema o gel>. E’ da poco in commercio un nuovo gel a base di estriolo, estrogeno naturale simile a quello prodotto dalla donna: sembra aderire meglio alla parete della vagina e non provoca l’untuosità di alcune creme. I benefici del gel si estendono anche alla vescica: ha un effetto non solo sulla lubrificazione, ma anche sulla “nutrizione” del tessuto che diventa così più trofico e meno vulnerabile alle infezioni.

Sul trofismo vaginale agisce anche un nuovo trattamento di “fotoringiovanimento vaginale“, praticato con uno speciale laser “frazionato” (MonnaLisa Touch), sperimentato dall’équipe del dottor Salvatore dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Agisce con un meccanismo fisiologico simile a quello utilizzato per rallentare l’invecchiamento della pelle del viso e attenuare le rughe, inducendo la produzione di nuovo collagene.

Disfunzione erettile e problemi urinari

Dopo decenni in cui le problematiche sessuali maschili erano considerate tabù, oggi solo il 9,5% le considera ancora tali. Gli uomini parlano di disfunzione erettile e sintomi urinari, non solo col proprio medico, ma anche con la partner. Lo conferma l’indagine di Datanalysis, in collaborazione con Lilly Italia, riassunta nel Libro Bianco: “La disfunzione erettile: cambiamenti nell’immaginario e nella realtà”, condotta telefonicamente su un campione di un migliaio di uomini e 600 partner, 400 medici di base, 200 uro-andrologi, 100 cardiologi, 100 diabetologi che confronta i dati raccolti nel 2001 con quelli attuali.

Gli uomini oggi parlano molto del problema che interessa 3,5 milioni di loro: nel 32,8% dei casi si confidano con la partner, nel 30% col medico-specialista, nel 20% con altri uomini che soffrono degli stessi disturbi. Anche le donne (36,8%) sono più partecipi ad affrontare questa malattia con il partner e sollecitano addirittura la visita dallo specialista. Se dieci anni fa il 17,7% delle donne taceva di fronte al problema, oggi è solo il 10,6% a vergognarsi di parlarne; la maggior parte si confida con le amiche (20,2%) o con lo specialista uro-andrologo (15%). Il cambiamento si è registrato anche nell’utilizzo dei farmaci per risolvere questi disturbi: poco prescritti nel passato, riscuotono oggi la fiducia nel 74,7% dei casi. <Si tratta di sostanze che favoriscono la liberazione di ossido nitrico, potente vasodilatatore, che migliora l’afflusso di sangue nella zona pelvica e favorisce l’erezione>, spiega il professor Vincenzo Gentile, direttore del Dipartimento di Urologia dell’Università La Sapienza di Roma. <Ma non solo: si è visto che un farmaco come tadalafil, somministrato al dosaggio di 5 mg al giorno, migliora anche quei disturbi urinari (urgenza minzionale e incompleto svuotamento della vescica), di cui molti uomini (quasi 7 milioni), a una certa età cominciano a soffrire. Questo farmaco è stato oggi approvato anche per il trattamento dei sintomi del basso tratto urinario, LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms), spesso causati da iperplasia prostatica>.

a cura di Paola Trombetta

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