FRATTURE IN AUMENTO: OSTEOPOROSI IN AGGUATO

<Da piccola cadevo ripetutamente, riportando spesso fratture. I miei genitori mi consideravano una bambina “fragile”, ma per il mio carattere non mi sono mai arresa: ho sempre voluto andare a sciare, in bicicletta. All’inizio non si sapeva il motivo di tanta fragilità delle mie ossa. Poi, finalmente, la diagnosi: osteogenesi imperfetta,  una malattia congenita che le consumava a poco a poco. Mi avevano avvertita che la malattia sarebbe peggiorata con una gravidanza. Ma anche questa volta ho fatto di testa mia. Ed è nato Diego, un bellissimo bambino che è venuto al mondo grazie alle “iniezioni di fiducia” con cui la professoressa Maria Luisa Brandi, dell’Ospedale Careggi di Firenze, mi ha sostenuta. Dopo l’allattamento ho iniziato la cura da lei proposta, che prosegue da 10 mesi. I miei esami sono nettamente migliorati…e soprattutto la mia vita!>. E’ con grande soddisfazione che Claudia Castellani ricorda oggi la sua malattia e come è riuscita a combatterla. Un esempio e un incoraggiamento per le tante donne che magari hanno scoperto, proprio in gravidanza, di essere affette da osteoporosi, una malattia che può colpire anche le giovani donne e per questo deve essere precocemente diagnosticata.

Di osteoporosi hanno parlato esperti mondiali in occasione del Convegno “Cattura la frattura” presso la Sala stampa di Radio Vaticana a Roma, con cui l’International Osteoporosis Foundation (www.iofbonehealth.org) e la Fondazione FIRMO (www.fondazionefirmo.com) hanno ufficialmente presentato la Giornata mondiale per l’osteoporosi,  in programma il 20 ottobre (www.worldosteoporosisday.org). In Italia una cinquantenne su cinque ha l’osteoporosi e spesso non lo sa, finchè non le capita una frattura. La conferma viene dallo Studio FIRMO (First Italian Map for Osteoporosis), promosso dall’omonima Fondazione su più di 7000 donne, che avevano effettuato la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) in occasione della scorsa edizione della Giornata mondiale. <Questo studio ripropone i risultati del precedente studio ESOPO, che risale al 2000 e aveva riportato, fin da allora, che il 20% delle donne sopra i 50 anni era affetta da osteoporosi, con alto rischio di fratture relative a polso, costole, piede, vertebre e, anche, femore> puntualizza la professoressa Maria Luisa Brandi, ordinario di Endocrinologia all’Università di Firenze e presidente della Fondazione FIRMO per la ricerca sulle malattie ossee. <I dati recenti del Ministero della Salute attestano un aumento da 75.000 fratture al femore nel 2005 alle 100.000 di oggi. Diversi i fattori in gioco, primo fra tutti le scorrette abitudini di vita. Sul banco degli indiziati il fumo di sigaretta, la sedentarietà, ma anche una ridotta esposizione al sole, a causa del lavoro prevalentemente in ufficio che limita la produzione di vitamina D, lo scarso consumo di latte e derivati che riduce l’apporto di calcio>. Altri dati riportano un aumento delle fratture al femore negli anziani, il 70% delle quali interessa gli ultra-ottantenni. In controtendenza, invece, sembrano essere le fratture al femore nelle donne. <Per la prima volta abbiamo evidenziato negli ultimi 5 anni (dal 2004 al 2009) una diminuzione di fratture al femore nelle donne tra 65 e 74 anni (-9,2%), più evidente in quelle Regioni, come la Toscana, che hanno avviato uno specifico programma di prevenzione delle rifratture> puntualizza la professoressa Brandi.<Tre anni fa è partito, in questa Regione, il Progetto Target, condotto su circa 30.000 donne che hanno avuto una prima frattura. Trattate con terapie adeguate, hanno registrato un evidente calo di fratture negli anni successivi. Da ricordare che oggi solo il 12% delle donne con osteoporosi segue regolarmente una terapia; nei tre anni del progetto la percentuale è passata al 26%>. In Italia ogni anno si contano 100.000 ricoveri per fratture femorali, con costi superiori a un miliardo di euro, cifre paragonabili alle spese sostenute per infarto e ictus. Da aggiungere 150.000 fratture vertebrali, 44.000 costali, 85.000 fratture di polso, 48.000 di omero, 35.000 di piede. Come ridurre questi numeri? <Innanzitutto sensibilizzando le donne su questa malattia e promuovendo programmi di prevenzione, con esami come la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) che ancor oggi non in tutti i Paesi viene rimborsata, spesso solo dopo i 65 anni o dopo una frattura, come avviene in Italia> precisa il professor John Kanis, presidente dell’International Osteoporosis Foundation. <Del resto, diversi studi internazionali riferiscono che il 70% delle donne in menopausa non aveva mai preso in considerazione l’osteoporosi, se non dopo aver avuto una frattura. Considerando che ben 22 milioni di donne in Europa soffrono di osteoporosi, di cui 3,5 milioni solo in Italia, dove si registrano circa 300.000 fratture da osteoporosi all’anno (nell’82% dei casi sono donne) con costi annuali di ricoveri che superano il miliardo, la necessità di promuovere screening diagnostici e terapie mirate per evitare le fratture, diventa un obbligo per tutti i Paesi del mondo>.

Grande attenzione verrà dunque rivolta alle numerose iniziative per la Giornata Mondiale del 20 ottobre. In Italia 92 ospedali, che rientrano nel network “Bollini Rosa”, aderiscono all’iniziativa “A porte aperte“ promossa da ONDA, per offrire consulenze e visite gratuite alle donne. Per informazioni: www.bollinirosa.it, tel:895.895.0814. La Fondazione FIRMO organizza per sabato pomeriggio, presso lo Spedale degli Innocenti (sala Brunelleschi) a Firenze, un convegno sulla prevenzione dell’osteoporosi addirittura nei bambini. E il 22 ottobre un altro convegno pubblico si svolgerà a Milano, dalle 17.30 nella Sala Intesa-San Paolo di Piazza Belgioioso, dal titolo: “Osteoporosi, prevenzione e terapia. Il controllo degli effetti collaterali”. Per informazioni: 02/29015286. A partire dal 20 ottobre, nell’ambito della Campagna “Stop alle fratture”, le donne over 50 anni che cliccheranno sul sito: www.stop-alle-fratture.it, potranno chiedere consulenze gratuite via e-mail con uno specialista della propria area geografica, tra un centianaio di esperti, e potranno sottoporsi a un test di autodiagnosi per valutare il rischio personale di fratturarsi.

di Paola Trombetta

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