ATTIVITA’ FISICA PER LA SCLEROSI MULTIPLA

<Affrontare una malattia, come la sclerosi multipla, è un po’ come gareggiare alle Olimpiadi: tanta fatica, impegno, sforzo fisico e mentale, anche oltre i propri limiti. L’obiettivo è la vittoria, la medaglia d’oro. Così nella malattia si cerca in tutti i modi di guarire, di migliorare lo stato di salute, provando nuove cure, cambiando stili di vita, allenando il proprio corpo. E l’importanza dell’esercizio fisico è fondamentale in una malattia come questa>. Lo conferma una campionessa olimpionica che di attività fisica se ne intende: Valentina Vezzali, portabandiera della Nazionale alle Olimpiadi di Londra, dove saranno in gara altre due donne, Iosefa Idem (canottaggio), Sara Morganti (dressage). In questi giorni si sono impegnate come testimonial della Settimana per la lotta alla Sclerosi Multipla (dal 27 maggio al 3 giugno), una malattia che colpisce soprattutto il sesso femminile, tra 20 e 30 anni (in Italia su 65.000 persone malate, più della metà sono donne). Tra le iniziative, in occasione della Giornata mondiale del 30 maggio, è partito il Progetto AFA (Attività Fisica Adatta) che permetterà alle persone con sclerosi multipla di frequentare corsi di ginnastica, personalizzati in base al livello di disabilità, inclusi training con musica e esercizi di ginnastica tradizionale, presso i villaggi fitness della Virgin Active Italia. Per informazioni: www.aism.it e numero verde: 800-803028.

<L’attività fisica è molto importante per chi è colpito da questa malattia e ne può rallentare l’evoluzione, migliorando comunque la qualità di vita> conferma il professor Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento di Neurologia all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. <Deve essere ovviamente accompagnata da un buon controllo della malattia, reso possibile oggi dall’utilizzo di terapie sempre più personalizzate e di comoda somministrazione. Come i nuovi farmaci orali: fingolimod è già in uso clinico e ha dimostrato la riduzione del 61% delle recidive di malattia rispetto al tradizionale interferone beta-1a intramuscolo. In fase di registrazione teriflunomide, per bocca, di cui partirà a breve una sperimentazione su 5000 soggetti in 36 Paesi. Molto promettente sembra anche essere un anticorpo monoclonale (alemtuzumab), per endovena, che riduce del 55% le recidive rispetto all’interferone beta-1a. La conferma si è avuta dallo studio CARE-MS, i cui risultati sono stati presentati al recente congresso di Cambridge in Massachusset. Per tutte le terapie, comunque, è indispensabile il costante controllo dello specialista, per valutarne eventuali effetti collaterali e poter ottimizzare i dosaggi in base alla risposta di ciascun paziente>. Per sapere di più sui nuovi farmaci e sulle più recenti ricerche in corso, si potranno inviare domande e ricevere entro 24 le risposte direttamente a un ricercatore, esperto di sclerosi multipla, all’e-mail: ricerca@aism.it oppure chiamare il numero verde: 800 803028.

di Paola Trombetta

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