ALLARME PROTESI AL SENO. CHE FARE?

Prodotte con materiale scadente, un gel silicone di tipo industriale non adatto all’uso medico. Dunque potenzialmente cancerogene, oltre che più fragili, ovvero 7 volte più soggette a rottura. Sono i gravissimi “difetti” delle protesi mammarie prodotte dalla società francese PIP (Poly Implant Prothèse), denunciati da tutti gli organi di informazione europea dallo scorso 23 dicembre 2011 a oggi. In Francia, 30 mila le donne interessate (con 1143 rotture documentate), 5 mila in Italia e più di 300 mila nel mondo, con 8 morti accertate finora, per tumore dovuto al loro impianto. L’80 per cento di queste pazienti ha fatto ricorso alla chirurgia per motivi estetici, mentre solo il 20 per cento in seguito a un tumore al seno. In realtà, il “caso” inizia lo scorso marzo 2010, quando l’Afssaps (Agence française de sécurité sanitarie des produits de santé) decide il ritiro dal mercato di tutte le protesi mammarie della citata società, a causa di rotture anomale. Gli accertamenti del caso portano alla chiusura, nel 2010, della Poly Implant Prothèse, che aveva sede a Seyne-sur-mère in Provenza, con il licenziamento di tutti gli addetti dello stabilimento. L’azienda, che aveva un deficit di bilancio di circa 9 milioni di euro, era stata anche esportatrice mondiale, specie negli Stati Uniti.

 

Non sono eterne

Per fare chiarezza sull’argomento e soprattutto capire il da farsi, abbiamo intervistato il professor Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico a Roma. “Consiglierei alle donne, che hanno avuto un intervento, di verificare la marca delle protesi, rivolgendosi, se necessario, al loro chirurgo. Se si tratta davvero di PIP, direi, comunque, di rimuoverle, anche se la Risonanza Magnetica

ne ha accertato l’integrità e il corretto posizionamento”.

Ma è possibile accorgersi al tatto che le protesi sono danneggiate? “Difficile, perchè sono, in genere, collocate a livello sottomuscolare. Meglio affidarsi ai controlli annuali di routine, che prevedono una ecografia mammaria o con mammografia dopo i 40 anni di età”. Chi non ha impiantato le PIP può dormire sonni tranquilli? “Rompere protesi di qualità – garantite a vita – non è affatto facile, come dimostra l’unico caso che annovero nella mia esperienza ventennale. Le più sicure sono realizzate in gel altamente coesivo di silicone, con una superficie testurizzata, ruvida, in modo che possa aderire al corpo e mantenere una forma stabile. Questa tipologia di prodotto ha abbassato drasticamente il rischio di ‘contrattura capsulare’: dal 4-6 per cento della vecchia generazione a meno dell’1 delle nuove. Resta vero, però, che nessuna protesi si può definire eterna”.

Perchè si dovrebbero cambiare, se sono così sicure?

“Per seguire le trasformazioni del corpo, che, negli anni, è sottoposto a gravidanze, allattamenti, aumenti e perdite di peso.

Di conseguenza, forma e dimensione di quel seno non sono più adatte”. Quali indicazioni può dare a chi intende sottoporsi a una mastoplastica additiva? “Diffidare delle protesi a basso prezzo, più a rischio di rottura e quindi di sostituzione. E poi affidarsi a uno specialista di provata esperienza. La riuscita di un intervento dipende, infatti, anche dalla scelta della forma di protesi più adatta al fisico e allo stile di vita della paziente, dal suo corretto posizionamento della protesi e dalle tecniche chirurgiche”.

 

 

 

 

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