UN CALENDARIO E PICCOLE STRATEGIE CONTRO IL MAL DI TESTA

www.cefalea.it contiene una sorta di diario illustrato che segue giorno per giorno “il rompicapo” nella sua evoluzione, remissione e attacchi, aiutando chi ne soffre a capire i fattori scatenanti, le implicazioni, i momenti out e accettabili dell’emicrania. E’ di aiuto anche al medico, supportato da un attento dialogo, per definire la giusta cura, ovvero una terapia su misura per “quel tipo” di mal di testa. Il calendario/diario raccoglie anche aneddoti, consigli, curiosità, immagini, pensieri, persino vignette, espressamente dedicate ai cerchi alla testa, tanto diffusi quanto sottovalutati da chi non li conosce o non ne viene colpito in prima persona. A dimostrazione che il mal di testa non ha età e non risparmia neppure i più piccoli, si è dato spazio nel calendario anche a disegni realizzati da alcuni studenti di scuola media alle prese con la cefalea, nell’ambito del progetto pilota “Quando la cefalea va a scuola”.

Ma cos’è il mal di testa? È un problema che condiziona la vita della donna? Si può prevenire e come va curato? Ne abbiamo parlato con la Professoressa Cristina Tassorelli, Co-direttore dell’Headache Science Center dell’Istituto Mondino e Professore associato di neurologia all’Università di Pavia.

 

Il mal di testa è un problema femminile?

«Occorre distinguere il tipo di cefalea: alcune forme piuttosto rare, come quella a grappolo, ad esempio, è più frequente nell’uomo, seppure il rapporto maschio-femmine oggi si stia attenuando e coinvolga anche un certo numero di donne. Prettamente femminile è invece la forma più comune di cefalea primaria: l’emicrania. A soffrirne sono 4 donne contro un uomo, con caratteristiche differenti. Nella maggior parte dei casi e in entrambi i sessi l’emicrania tende a insorgere in età adolescenziale, ma mentre nel maschio con la crescita è più probabile una risoluzione del disturbo, nella donna la problematica tende a permanere fino in menopausa. Complici gli ormoni, che sono un fattore predisponente all’emicrania: i recettori ormonali infatti non sono presenti solo nelle ovaie, come si è soliti credere, ma anche nei vasi intracranici, extracranici e nel cervello. Le fluttuazioni ormonali determinano non solo la contrazione e dilatazione dei vasi, ma possono diventare anche un fattore di innesco per l’attacco di mal di testa. Agli ormoni “naturali”, prodotti cioè dall’organismo, si aggiunge l’azione degli ormoni derivanti, ad esempio, dalla pillola anticoncezionale che si ritiene aggravi il mal di testa. Invece non è sempre così: recenti studi condotti in collaborazione con i ginecologi hanno dimostrato che una personalizzazione dell’uso delle terapie ormonali, in mani esperte, può addirittura apportare benefici alla sintomatologia emicranica, specie per quanto riguarda gli attacchi del periodo mestruale. È un equilibrio abbastanza delicato, che va studiato con il ginecologo, ma la cui modulazione può essere significativamente efficace sulle manifestazioni dell’emicrania in generale e nei periodi più critici».

 

Quanto lo stile di vita può influire sul mal di testa? È possibile dare dei consigli “dietetici” che limitino l’insorgenza e l’intensità degli attacchi?

«Il problema dell’influenza della dieta sulla cefalea non è ancora del tutto chiarito perché non sempre, chi ne soffre, riesce a riconoscere alimenti che scatenano l’attacco. L’indicazione generale è comunque quella di abolire o ridurre al massimo cibi dalla digestione “pesante” o particolarmente complessa. L’elenco di cibi potenzialmente incriminati è abbastanza lungo, spaziando dai fritti alle cipolle, ai crauti, alle olive in salamoia, agli agrumi, alla frutta secca in guscio. Alcuni pazienti indicano anche il pane e la pizza caldi (appena sfornati), le banane mature, il cioccolato e il pesce secco salato fra i cibi aggravanti. Il caffè, il tè e le bevande contenenti caffeina o teina possono figurare nell’elenco degli alimenti dannosi, anche se, a dosi moderate, possono al contrario svolgere un effetto benefico. Anche latte, yogurt e panna acida dovrebbero essere consumati con attenzione. Inoltre è bene non trascurare alcune sostanze contenute negli alimenti: in particolare i nitrati usati per conservare salumi e insaccati, la tiramina presente nei formaggi stagionati, il glutammato di sodio usato nei dadi per brodo e nelle zuppe pronte in busta o nella cucina cinese, i tannini del vino rosso. Ma non fanno bene alla cefalea neppure il digiuno e le diete troppo drastiche che causano un’alterazione del livello degli zuccheri. Aiutano invece a proteggere dalla cefalea, pane, pasta e riso (soprattutto integrali), frutta e verdura fresche, legumi freschi o secchi che si digeriscono senza problemi (le lenticchie sono tra i più adatti), pesce fresco, non affumicato e non salato, carne fresca (ancora meglio se bianca), succhi, spremute, centrifugati freschi. La regola è seguire una dieta bilanciata, evitando troppo sale e associando periodicamente all’alimentazione vitamine e sali minerali, soprattutto in estate e in caso di gravidanza. Infine, occorre prestare attenzione anche al tipo di cottura: sono da privilegiare le cotture a vapore o nel forno a microonde; le meno indicate sono la frittura, la cottura al forno elettrico, alla brace, all’acqua (bollitura), al calore umido (brasata) e nei grassi».

 

Fumo e alcol possono essere complici dell’insorgenza del mal di testa?

«Non il fumo: non vi è infatti alcuna dimostrazione scientifica che possa influire su un peggioramento dell’emicrania, della cefalea a grappolo e tensiva, mentre è sicuramente dannoso per le arterie con un aumento del rischio di ictus, per i polmoni e per l’ipertensione. L’alcol, e quindi tutte le bevande che lo contengono (dalla birra in su), invece possono indurre il mal di testa poiché hanno un effetto vasodilatatore. L’emicranico che beve un po’ di più, ha un rischio maggiore di risvegliarsi con una crisi più impegnativa rispetto a un soggetto normale con un mal di testa da post-sbornia».

 

Che dire dell’attività fisica?

«Fare sport è un buon modo per allentare lo stress. Privilegiando, piuttosto che la corsa, il nuoto, indicato come l’attività sportiva ideale per chi soffre di mal di testa. Indipendentemente dal tipo di sport, deve piacere ed essere “impegnativo”, vale a dire mentalmente coinvolgente. Fare la cyclette davanti alla tv non è attività fisica e non serve, se mentre la si pratica si continua a pensare ai problemi familiari o professionali. Lo sport deve essere un momento di “decompressione”, che permetta di interrompere il circolo vizioso che porta a pensare “ho mal di testa, non riesco a fare tutto, devo stare bene”. Tutto ciò che aiuta ad alleviare questa tensione può dare beneficio. Possono quindi andare bene anche attività più rilassanti come lo yoga, mettendo in conto però che per imparare correttamente la pratica occorre la costanza di apprenderla e che, almeno nel periodo iniziale, l’effetto di rilassamento potrebbe non essere così evidente».

 

Le donne ipertese sono più a rischio di emicrania?

«L’ipertensione non è causa di emicrania ma può essere un fattore aggravante, vale a dire che una donna con attacchi emicranici sporadici che sviluppa ipertensione potrà andare incontro a un aumento della frequenza degli episodi di cefalea. A volte la comparsa dell’ipertensione coincide con la menopausa, trasformando questa fase delicata della vita della donna in un periodo in cui i disagi e le sofferenze si moltiplicano. L’indicazione, in caso di ipertensione, è di controllare la pressione soprattutto al pomeriggio, quando le alterazioni sono più facilmente rilevabili. I farmaci betabloccanti o gli ACE inibitori, con cui di norma è trattata l’ipertensione, possono funzionare efficacemente anche nella profilassi dell’emicrania,vale a dire che curando questa specifica problematica è possibile riuscire a migliorare anche il mal di testa».

 

Il trattamento dell’emicrania è solo farmacologico?

«No, l’approccio per il trattamento dell’emicrania che effettuiamo presso il nostro Centro è abbastanza complesso. Partiamo da un dialogo con il paziente durante il quale cerchiamo di identificare tutti i possibili fattori di innesco o di aggravamento della sintomatologia: su queste informazioni costruiamo un piano terapeutico su misura. Talvolta, oltre a somministrare un farmaco, indirizziamo il paziente dallo psicologo per ricevere consigli che lo aiutino a migliorare alcune modalità di comportamento e a mantenere i livelli di tensione entro limiti ben tollerati. Utili sono anche i consigli relativi ad una buona igiene di vita, come regolare le ore di sonno ad esempio, modulare il numero di caffè giornalieri e nel corso della settimana. I farmaci per prevenire gli attacchi sono spesso necessari per curare l’emicrania, ma l’obiettivo è riuscire a tenere sotto controllo l’emicrania anche una volta completato il ciclo di terapia con il farmaco di profilassi (della durata di qualche mese). In altri casi consigliamo invece la fisioterapia per sciogliere forti contratture a livello delle spalle e/o della cervicale e imparare esercizi mirati, da fare poi al proprio domicilio o al lavoro, o ancora stretching e massaggi».

 

L’uso eccessivo del pc, ovvero l’inquinamento luminoso, può incidere sull’emicrania?

«L’inquinamento luminoso può agire su alcune particolari forme di emicrania, come quella con aura visiva. Piuttosto l’uso eccessivo di tecnologie elettroniche può essere responsabile di una cattiva postura e di tensioni muscolari che, a lungo andare, in un soggetto emicranico, possono influire sulla patologia e sull’acutizzazione dell’insieme dei sintomi».

di Francesca Morelli

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