È boom di tatuaggi, anche fra i giovanissimi di età compresa fra i 12 e i 17 anni, saliti a oltre il 7%, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità. Un dato importante considerando che in alcune aree del paese i tatuaggi sono vietati prima dei 14 anni, come in Toscana, o dei 18 come in Sicilia.
All’età però si aggiunge una preoccupazione maggiore: quella che spesso i tatuaggi vengono fatti senza firmare un consenso informato: «È invece necessario – dichiara Alberto Renzoni, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità – non solo firmarlo ma che, nel farlo, ci sia un reale consenso e una reale informazione, considerato che una fetta consistente delle persone tatuate è rappresentata da minori che necessitano del consenso dei genitori».
Un aspetto da non sottovalutare perché dietro i tatuaggi (o i piercing) si celano diversi rischi: ad esempio quello di infezioni: secondo una indagine condotta dall’Università Tor Vergata di Roma, un quarto dei liceali che si sono sottoposti alla pratica hanno contratto infezioni di vario genere, soprattutto se i centri a cui ci si rivolge non hanno tutte le carte igienico-sanitarie in regola.
Alla fine, dopo tutto questo fare, può pure seguire il pentimento: paiono essere più del 17% i tatuati stanchi di quell’immagine incisa sulla pelle e desiderosi di cancellarla, con oltre il 4% che lo ha già fatto. Ma l’iter è lungo, complicato e con costi elevati; infatti per rimuovere un tatoo l’unica soluzione è un intervento col laser, dopo che alcune creme cancella-tattoo sono state ritirate dal mercato per pericolosità. «A seconda delle dimensioni del tatuaggio – precisa Francesco Madonna Terracina, chirurgo plastico e docente di Laser terapia alla scuola di medicina estetica della Fondazione Fatebenefratelli a Roma – possono essere necessarie dalle 4 alle 10 sedute, un anno circa di lavoro con costi che variano da mille a 5 mila euro». (Francesca Morelli)