AL BAMBINO GESU’ DI ROMA UN DOPPIO TRAPIANTO SU UNA BAMBINA

Alina è una bambina russa che ha subito due trapianti da persone viventi (il fegato dal papà e un rene dalla nonna) all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

La piccola è nata nel 2007 affetta da ossalosi, una rara condizione caratterizzata dalla presenza di depositi di ossalato di calcio nei reni e anche in altri organi vitali.

Per salvarle la vita, l’équipe chirurgica del Bambino Gesù ha optato per una strategia complessa: invece di fare contemporaneamente i due interventi, li ha eseguiti a distanza di 6 mesi l’uno dall’altro per permettere all’organismo della piccola di ridurre i livelli di intossicazione.

Nel febbraio 2012 (a circa 4 anni e mezzo di età) ha ricevuto una porzione di fegato dal papà; 6 mesi dopo, un rene dalla nonna.

Ora Alina sta bene. E’ tornata in Russia con la famiglia dopo poco più un anno di permanenza in Italia, il tempo necessario per la preparazione ai trapianti, l’esecuzione dei due interventi e il follow up.

In occasione della Giornata Europea per la donazione degli organi (12 ottobre), l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha fatto il punto sui trapianti pediatrici, a partire dalla tecnica da donatore vivente, nel corso del convegno “Il trapianto in età pediatrica, Il valore del dono”, organizzato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito delle iniziative promosse dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Centro Nazionale Trapianti.

«Scegliere di donare gli organi è un atto di profonda generosità e sensibilità nei confronti di tutte quelle persone, in particolare i bambini, che per sopravvivere hanno assoluto bisogno di un trapianto», afferma Jean De Ville De Goyet, direttore del Dipartimento Chirurgico del Bambino Gesù. «Un grazie speciale è rivolto a chi decide di percorrere coraggiosamente questa strada donando gli organi della persona cara che non c’è più. Ma c’è anche una “seconda via” sempre più percorribile: la donazione da vivente. Una chance in più per i bambini altrimenti costretti a rimanere in lista d’attesa mettendo a repentaglio la propria vita. Le moderne tecniche di trapiantologia sono sempre più sicure sia per chi dona che per chi riceve e consentono di avvicinare il successo degli interventi al 100%».

La tecnica da donatore vivente viene utilizzata dai chirurghi del Bambino Gesù dal 1996 per il rene e dal 2011 per il fegato. Dal primo intervento al dicembre 2013, sono stati eseguiti 29 trapianti di rene e 18 di fegato da donatore vivente, con un trend in costante aumento. Per quanto riguarda il fegato, in particolare, lo scorso anno i trapianti da donatore vivente hanno superato il 50% del totale eseguito.

I dati 2013 del Ministero della Salute indicano un calo generale del numero dei trapianti pediatrici di fegato e rene rispetto agli anni precedenti. Il ricorso al trapianto da vivente ha consentito di invertire la tendenza: all’Ospedale pediatrico romano dai 14 trapianti di fegato del 2011 si è passati ai 23 del 2013; per il rene, dai 17 del 2011 ai 20 del 2013. Di questi interventi, una percentuale sempre più alta è da donatore vivente: nel 2013 sono stati eseguiti da vivente 12 trapianti di fegato su 23 e 7 trapianti di rene su 20, rispetto ai 4 su 16 (fegato) e ai 5 su 17 (rene) dell’anno precedente.

(Paola Trombetta)