10 NOVEMBRE: GIORNATA DEI TUMORI NEUROENDOCRINI

<p align=”justify”> <span lang=”EN”>&lt;Ogni tanto soffrivo di dolori addominali, qualche volta diarrea anche persistente, ma non ci facevo caso. Noi donne sopportiamo dolori anche peggiori di questi! E il medico di famiglia non dava peso ai sintomi. Finchè, dopo la seconda gravidanza, la sintomatologia si è aggravata. Grazie ai consigli di una diabetologa, amica di famiglia, ho fatto una Tac: la diagnosi è stata “tumore al pancreas di tipo neuroendocrino”, lo stesso che ha colpito Steve Jobs. Dopo un intervento chirurgico molto invasivo e l’utilizzo di particolari terapie per bloccare la replicazione delle cellule tumorali, eccomi qui, a cinque anni dalla diagnosi&gt;. Lia Ceccarelli non si è data per vinta e, in questi anni di lotta contro il tumore, ha combattuto anche a nome di tutti gli altri malati e ha fondato l’Associazione Pazienti NET Italy (Neuroendocrine Tumors, www.netitaly.net), per dare informazioni ai malati su questa patologia e poterli indirizzare ai centri specializzati, senza peregrinare, come ha fatto lei, prima di avere la diagnosi. 50 sono oggi i centri di eccellenza in Italia che parteciperanno sabato 10 novembre alla <i>Giornata mondiale dei tumori neuroendocrini (www.netcancerday.org; www.netitaly.net/net-cancer-day). </i>Per l’occasione, operatori sanitari, pazienti e volontari indosseranno una T-shirt raffigurante una zebra, che è la mascotte dell’Associazione. Come la zebra, animale “raro” tra i quadrupedi, anche i tumori neuroendocrini sono “rari”, con un’incidenza di 4-5 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti. &lt;Colpiscono soprattutto l’apparato digerente e polmonare e spesso non danno alcun sintomo, se non già in presenza di metastasi&gt; spiega il professor Gianfranco Delle Fave, direttore del Dipartimento di Malattie dell’Apparato digerente e del fegato presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma. &lt;Crescono però lentamente e hanno una prognosi più favorevole rispetto ad altri tumori. E questo grazie anche ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare, come everolimus, che interviene direttamente sui meccanismi di crescita delle cellule tumorali ed è in grado di far raddoppiare la sopravvivenza dei malati&gt;. (Paola Trombetta) </span></p>