I vaccini per l’infanzia vanno in rete

Dopo la recente decisione della Corte Costituzionale che ha respinto il ricorso della Regione Veneto e ha confermato l’obbligo vaccinale per ammettere i bambini delle scuole materne ed elementari, il tema delle vaccinazioni è sempre più attuale, con accesi dibattiti nei mesi precedenti soprattutto sul web. È quanto emerge dall’analisi “I vaccini per l’infanzia sul web”, condotta dall’osservatorio Health Web Observatory e presentata in occasione dell’evento #MeetSanofi#PerchéSì: i vaccini vanno in rete” che si è tenuto a margine del congresso della Società Italiana di Igiene a Torino. L’analisi prende in considerazione le ricerche effettuate su web e social network con lo scopo di ottenere informazioni online sulle vaccinazioni pediatriche nel periodo compreso dal 1 agosto al 10 ottobre 2017. Il monitoraggio effettuato attraverso parole chiave ha evidenziato infatti la presenza di quasi 40 mila menzioni in soli tre mesi. Il ruolo dei social appare preponderante, coinvolgendo il 60% delle menzioni analizzate e distribuite soprattutto su Twitter (31%) e Facebook (20%), a fronte del 40% relative ai siti web. I protagonisti delle navigazioni sono soprattutto utenti di una fascia di età intermedia e presumibilmente genitori: il 30% ha un’età anagrafica tra i 45 e i 54 anni e il 23% tra i 35 i 44 anni. <Il ruolo crescente di Internet come canale di informazione, anche per quanto riguarda la vaccinazione, è stato confermato dalle ricerche effettuate in rete nel periodo di osservazione sul tema vaccini, in cui prevale il ruolo dei social>, puntualizza Ketty Vaccaro, sociologa e Presidente dell’Health Web Observatory. <Purtroppo se si guarda al “sentiment” che emerge sul web, si nota che quello prevalente è negativo (44% del totale) a fronte di una simile percentuale neutrale (40%), mentre solo il 16% risulta positivo. Tuttavia le menzioni più popolari nei due canali social più rilevanti, Twitter e Facebook, sono positive>. 

<Dall’estate 2017 è partito in Italia l’obbligo vaccinale per 10 vaccini nelle fasce d’età 0-16 anni. Questa estensione ha generato un dibattito nel Paese che ha coinvolto la politica, la società civile e si è poi amplificato sui social media e online, arrivando anche agli estremi delle fake news e della distorta informazione che spesso prevale su quella medico-scientifica. Sono dunque fondamentali il ruolo della comunicazione e della corretta informazione sul valore della vaccinazione>, spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene e medicina preventiva presso l’Università degli Studi di Firenze, coordinatore del gruppo “Calendario per la Vita” e co-Presidente della giuria di #PerchéSì. Il progetto #PerchéSì si propone infatti di mettere in condivisione le migliori pratiche nella gestione della comunicazione sui vaccini da parte di enti accreditati, associazioni, società scientifiche, strutture ospedaliere pubbliche e giovani creativi. #PerchéSì comprende due iniziative: un contest e un laboratorio di idee per fare rete sulla comunicazione in ambito vaccinale. Il primo premia le progettualità già realizzate, il secondo è un confronto aperto che coinvolge giovani ed esperti per confrontare i temi della comunicazione. Il progetto partirà a gennaio 2018 e la premiazione finale si terrà a giugno 2018. Le iscrizioni si apriranno a gennaio 2018 e potranno partecipare Università, centri di ricerca, associazioni, società scientifiche, ASL e distretti sanitari. Al progetto vincitore sarà offerto un master intensivo in comunicazione vaccinale in una struttura italiana di eccellenza.

Paola Trombetta

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