Tumori: un italiano su due pensa che verranno sconfitti entro il 2050

Quasi un italiano su due (47%) pensa che il cancro si potrà sconfiggere entro il 2050. Lo conferma un’indagine, condotta dall’Istituto Ipsos per conto di Janssen Italia, presentata in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro (4 febbraio), promossa da UICC – Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Dall’indagine emerge come oggi solo il 45% delle persone con tumore sopravvive a 5 anni dalla diagnosi. Un dato che sottolinea ancora la paura nei confronti di questa patologia se si tiene conto che, in realtà, grazie alla disponibilità di terapie sempre più efficaci, il dato di sopravvivenza a 5 anni è invece del 65%.

Il timore per la propria salute e quella dei propri cari, con gli inevitabili effetti economici, risente anche dell’attuale situazione economica che il Paese vive. Infatti, l’indagine mostra che il carovita e l’inflazione sono considerati preoccupanti quanto un eventuale peggioramento del proprio stato di salute: 4 italiani su 10 hanno più paura, rispetto a qualche anno fa, di potersi ammalare di tumore e la stessa percentuale teme maggiormente l’eventualità di dover fronteggiare una spesa imprevista e, quindi, di non potersi permettere le cure mediche per sé o per un proprio familiare.

Il tema della Giornata Mondiale contro il cancro “Close the Care Gap” ricorda che tutti meritano di aver accesso ai programmi di prevenzione, assistenza e cura del cancro e per questo motivo è fondamentale insistere su iniziative e progetti di sensibilizzazione e sull’importanza della prevenzione, parlando anche ai giovani, come si propone il progetto Fattore J, promosso da Janssen Italia e Fondazione Mondo Digitale e rivolto alle scuole superiori di tutta Italia.

<Creare un futuro migliore in cui le malattie siano un ricordo del passato è la missione di Janssen: una direzione ambiziosa verso traguardi eccezionali che i progressi scientifici sanno raggiungere>, conferma Alessandra Baldini, direttore medico di Janssen Italia. <Pensiamo ad esempio allo sviluppo nelle terapie innovative, come le CAR-T o la terapia genica. Il nostro impegno nella ricerca di farmaci per il trattamento dei tumori solidi e del sangue va avanti da oltre 30 anni, con l’obiettivo di arrivare a processi di intercettazione precoce della malattia e poter avere in campo oncologico cure sempre più mirate ed efficaci>.

Benché il 69% del campione analizzato da Ipsos sia consapevole che il 40% dei casi e il 50% delle morti per tumore potrebbero essere evitati intervenendo sulla riduzione dei fattori di rischio, l’adozione di stili di vita sani e l’adesione a programmi per la diagnosi precoce, la maggioranza delle persone intervistate si rivolge ai medici solo in presenza di sintomi e non aderisce alle campagne di screening. In particolare, sono le persone nella fascia di età dai 46 ai 59 anni che risultano meno attente alla propria salute: solo il 46% contro una media nazionale del 52%, si è sottoposto ad un check up medico negli ultimi 12 mesi.

La fotografia Ipsos sugli italiani delinea una classifica sugli aspetti prioritari della vita: rimane al primo posto la salute, intesa sia fisica per l’86%, che mentale per l’87%; seguono altri aspetti quali la famiglia (83%), il lavoro e il benessere economico, il divertimento e il successo, importante solo per il 27% degli intervistati.

La pandemia è stata sicuramente complice nel rafforzare la centralità del sistema salute e delle tematiche correlate negli aspetti della vita delle persone: l’82% delle persone esprime di avere piena fiducia nella scienza e nella sua applicazione in campo medico, seppure riscontrino carenze e aree da migliorare, tra cui la riduzione dei tempi di attesa per sottoporsi alle visite ed esami a livello regionale.

Paola Trombetta 

Articoli correlati