Ticket gratuito per le donne positive al test BRCA

È stata approvata in Senato la mozione presentata dalla Senatrice Maria Rizzotti e firmata da molti componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che sancisce l’impegno del Governo di “valutare la possibilità di destinare risorse economiche, anche attraverso accordi all’interno della Conferenza Stato-Regioni, per assicurare l’uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale per l’esenzione dal ticket, riservata già da alcune Regioni alle portatrici di mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, correlati a una maggiore incidenza di tumore al seno e all’ovaio, garantendo il rispetto del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione».

«Questa mozione è stata fortemente voluta da Salute Donna Onlus e dalle altre 12 Associazioni di pazienti oncologici aderenti al Progetto “La Salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e dal lavoro di membri dell’Intergruppo parlamentare», ha dichiarato Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus. «Questa azione nasce dalla volontà di Salute Donna Onlus e di altre Associazioni di estendere a tutta Italia (e non soltanto come accade oggi in Lombardia ed Emilia-Romagna) l’esenzione del ticket per gli esami diagnostici delle donne positive al test genetico BRCA1 e BRCA2. Il carcinoma della mammella resta la prima causa di morte tra le donne tra i 40 e i 50 anni. La mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 aumenta il rischio di cancro al seno e alle ovaie e le donne portatrici di mutazioni di tali geni hanno un’elevata probabilità (circa il 60%) di sviluppare un tumore mammario nell’arco della vita. Le mutazioni di tali geni conferiscono anche un rischio di carcinoma ovarico nell’ordine del 40% per il BRCA1 e del 20% per il BRCA2».

Lo screening per il BRCA1 e BRCA2 è strategico per ridurre il rischio delle donne positive, ma risulta oneroso a causa dei ticket per la spesa degli esami strumentali e di laboratorio.

«L’esenzione del ticket comporterà logicamente la necessità di reperire nuove risorse all’interno dei bilanci delle Regioni – ha aggiunto Annamaria Mancuso – la nostra azione richiede un’attenzione particolare dello Stato su questo tema e il trasferimento di risorse specifiche per garantire l’uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale».

Veneto e Piemonte stanno valutando questa opportunità e ci sono buone possibilità che seguano la strada di Lombardia ed Emilia-Romagna. Nelle altre Regioni italiane tutto tace: è intenzione del Progetto “La Salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” attraverso gli Interruppi parlamentari nazionali e regionali, sollevare il tema a più livelli e vigilare sull’impegno preso dal Governo.   P.T.

 

 

 

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