Settimana delle MICI: le preoccupazioni dei pazienti ai tempi del Covid-19

Il 61% dei pazienti italiani con MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) è molto preoccupato per l’emergenza da Covid-19 e nella maggioranza dei casi viene percepito un alto rischio di contagio dal virus, per sé (59%) e per i propri cari (81%). Dal punto di vista psicologico, preoccupazione e stress possono avere ricadute anche sulla gestione della malattia: un terzo dei pazienti (29%) ha disdetto visite ospedaliere in questo periodo per paura di contrarre il virus. Sono alcuni dati emersi dall’indagine: “Covid – 19 e MICI: preoccupazione e stress nei pazienti italiani”, su un campione di 1014 soggetti, afferenti all’Associazione Nazionale AMICI Onlus che ha collaborato alla creazione e alla diffusione della ricerca ai propri associati. L’indagine è stata presentata in occasione della Settimana delle MICI (dal 13 al 19 maggio), promossa da AMICI Onlus come “Italian World IBD week: #AMICIaDISTANZA”, ricca di appuntamenti online, collegamenti in streaming su quattro piattaforme (Youtube, Facebook, Twitter e Slido) che si concluderanno il 19 Maggio, Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino. Nell’occasione il Presidente Sergio Mattarella premierà l’Associazione AMICI onlus per la Campagna “Rendiamo il mondo del lavoro più accessibile per le persone affette da MICI”. Durante la giornata del 19 maggio sono previsti numerosi eventi, come lo Show Cooking con lo chef Giuseppe Costa, dalle 12.15 alle 13.30 e nel pomeriggio, dalle 16 alle 17.30, testimonianze e storie di pazienti. Link al sito AMICI: https://bit.ly/GM2020IT Per maggiori informazioni visitate il sito web dell’associazione: www.amiciitalia.net.

Dall’indagine presentata emerge come la metà dei pazienti italiani con MICI dichiara di avere poca conoscenza rispetto all’impatto del virus nel peggiorare la loro malattia (50%), né se quest’ultima può predisporre a una maggiore probabilità di contrarre il virus (45%). La metà dei pazienti ritiene che lo stress causato dall’emergenza possa impattare sui sintomi percepiti. Soltanto il 2% dei pazienti dichiara di essere stato sottoposto al tampone, di cui il 16% è risultato positivo. Esiste però più di un terzo dei pazienti (37%) che dichiara di non sapere se ha contratto il virus, vivendo una situazione di preoccupazione, con possibili ricadute sullo stato psico-fisico. 2/3 del campione di pazienti italiani con MICI dichiara di sentirsi mediamente poco efficace nel gestire lo stress che deriva dall’emergenza Covid-19.

In questo scenario che ruolo hanno le Associazioni nella prospettiva dei pazienti?  Una stella polare per la grande maggioranza di essi (76%) che continuano a mantenere attiva la loro relazione con le proprie Associazioni di riferimento (77%). <All’inizio della pandemia AMICI ha colto il bisogno dei pazienti di ricevere informazioni chiare e affidabili e si è subito attivata per assicurare ogni tipo di risposta generata dalla condizione di paziente cronico in un contesto di emergenza>, conferma Enrica Previtali, Presidente AMICI Onlus. <In questa situazione di emergenza, ci riteniamo gratificati per la conferma relativa al nostro operato, emersa dai dati dell’indagine. Siamo contenti che i pazienti vedano nell’ associazionismo e nel network un punto di riferimento per orientarsi, a cui affidarsi nei momenti di difficoltà. Proseguire nella direzione intrapresa da AMICI è la strada migliore e compito delle Associazioni è quello di accogliere questo bisogno diventando, insieme ai clinici,garanti di informazioni corrette e riferimenti per il supporto emotivo>.

Paola Trombetta

 

 

 

 

 

 

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