Sai quanto è importante il ferro per la donna? “Prendilo sul serio”

Chi è a maggior rischio di andare in calo di ferro? Le donne in età fertile, le future mamme e i bambini sotto i cinque anni. Quali sono le funzioni vitali svolte da questo metallo per l’organismo?  Contribuisce alla produzione di globuli rossi, a fare battere il cuore e funzionare bene il cervello, ma anche a rafforzare le difese del sistema immunitario contro infezioni e malattie. Quali sono i sintomi caratteristici se i livelli di ferro sono insufficienti? Affaticamento, mal di testa, fiato corto, pallore, fragilità di unghie e capelli, vulnerabilità alle infezioni, irritabilità, scarsa concentrazione. Domande a cui pochissimi, anche le donne, le più dirette interessate, saprebbero rispondere correttamente.

Per risollevare l’attenzione e fare informazione su questo problema la Giornata Internazionale della Carenza di ferro (Iron Deficiency Day), che si celebra ogni anno il 26 Novembre, lancia quest’anno la campagna di sensibilizzazione #TakeIronSeriously, rivolta alla popolazione di tutte le età a “prendere sul serio il ferro” per non mettere a rischio la propria salute, aggravare il decorso di malattie croniche o incappare nella carenza di ferro, con o senza anemia, che colpisce un terzo della popolazione mondiale. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto alle donne perché 1 su 3, in epoca fertile, vive questa condizione a causa di mestruazioni abbondanti, che interessano il 10%  delle donne richiedendo “in quei giorni” di raddoppiare l’integrazione di ferro con la dieta, per risolvere problemi di cattivo assorbimento o carenze alimentari. Perché è importante mantenere il ferro a livelli adeguati? Se va sottosoglia, l’organismo va in deficit, esponendosi al rischio di  anemia sideropenica (valori di emoglobina al di sotto di 12 g/dl), con conseguente stanchezza cronica e altri sintomi debilitanti che si ripercuotono sul benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività. Durante il ciclo vitale ci sono altri momenti delicati per la donna, come la dolce attesa.

«Nel periodo della gestazione – spiega Antonio Ragusa, Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Fatebenefratelli di Roma – si raddoppia il fabbisogno di ferro necessario alla crescita della placenta e allo sviluppo cerebrale e del sistema immunitario del feto. Tuttavia, almeno il 30% delle future mamme inizia la gravidanza senza adeguate scorte di ferro, aumentando il rischio di parto prematuro e basso peso del bambino alla nascita». Una condizione, quella del ferro “in riserva” particolarmente pericolosa per la donna, se si considera che l’emorragia ostetrica è la prima causa di mortalità e grave morbilità materna in Italia, e può perdurare anche nel puerperio, aumentando lo stress emotivo, la sensazione di stanchezza fisica, e predisponendo ad andare incontro a scarsa produzione di latte e depressione post partum. «Per tutti questi motivi – precisa l’esperto – è fondamentale identificare le donne a rischio e correggere l’anemia prima o all’inizio della gravidanza: il 90% delle future mamme non ne assume a sufficienza durante la gestazione, considerando che durante l’ultimo trimestre il feto immagazzina l’80% del ferro di cui avrà bisogno per la crescita nei primi sei mesi di vita. Cosa accade ai più piccoli? La carenza di ferro può compromettere la loro crescita, impattando significativamente sullo sviluppo cognitivo e motorio».

Non ultimo occorre fare attenzione ai livelli di ferro anche in caso di alcune malattie croniche infiammatorie che posso impoverire le riserve: tale deficit interessa, infatti, fino al 50% dei pazienti con malattia renale cronica (stadio 2-5), all’incirca il 70% dei  dializzati, mentre il 50% dei pazienti affetti da scompenso cardiaco ha forme di carenza di ferro che possono interferire con la produzione di energia muscolare, che correla direttamente con i sintomi e la sopravvivenza del paziente. Ecco dunque l’importanza di informarsi e di aderire alla campagna di sensibilizzazione sul ruolo del ferro, attiva al sito web www.takeironseriously.com/it, supportata dalle organizzazioni internazionali Anemia Community, CROI, Global Heart Hub, Heart Failure Policy Network e European Kidney Alliance.

Francesca Morelli

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