Punture d’insetti, allergie in agguato

Con l’estate si moltiplicano i casi di allergie al veleno degli imenotteri. Per fare chiarezza su questo problema, 24 esperti italiani, affiliati alle società scientifiche di allergologia quali AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri), SIAAIC (Società Italiana di Allergologia Asma ed Immunologia clinica) e SIAIP (Società Italiana di Allergologia Immunologia Pediatrica), hanno realizzato un Consensus paper, dal titolo “Criteri pratici sulla gestione della allergia al veleno di imenotteri”, con indicazioni correlate alla diagnosi, alla prescrizione della terapia di emergenza e della immunoterapia allergene-specifica.

Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti da un’ape, una vespa o un calabrone. <A seconda dell’ambiente e del tipo di attività, si calcola che il 56-94% della popolazione adulta sia stata punta da un imenottero almeno una volta nel corso della vita>, dichiara la dottoressa Maria Beatrice Bilò, coordinatrice di Punto nel Vivo e specialista in Allergologia degli Ospedali Riuniti di Ancona. <In Italia, oltre alle api e alle vespe, anche i calabroni rappresentano una causa frequente di reazioni allergiche spesso gravi. Le reazioni locali sono le reazioni allergiche più lievi, caratterizzate da gonfiore intenso ed esteso, con un pomfo di almeno 8-10 cm di diametro e una durata superiore alle 24 ore. Le reazioni allergiche sistemiche possono interessare vari apparati, come l’apparato cutaneo-mucoso (pomfi di orticaria diffusi a tutto il corpo, gonfiore delle labbra, delle palpebre), l’apparato respiratorio (difficoltà di respiro, broncospasmo), fino allo shock anafilattico con perdita di coscienza>.

Terapie salvavita. Secondo gli esperti è ancora poco conosciuta la disponibilità sia della terapia di emergenza in acuto (adrenalina auto-iniettabile), che della immunoterapia allergene-specifica. Quest’ultima è la terapia immunologica di elezione per i soggetti che abbiano presentato una reazione sistemica dopo puntura di imenottero, poiché induce una tolleranza nei confronti del veleno. L’immunoterapia specifica consiste in 2 fasi: l’induzione ed il mantenimento. La prima fase prevede la somministrazione per via sottocutanea di dosi crescenti di estratto del veleno dell’imenottero, fino al raggiungimento della dose protettiva di 100 mcg (microgrammi). La fase di mantenimento, invece, prevede la somministrazione del veleno allo stesso dosaggio, in genere da eseguire per almeno 5 anni, ad intervalli di tempo regolari per mantenere lo stato di tolleranza. L’immunoterapia presenta un’elevata capacità di protezione che si mantiene anche per molto tempo dopo la sospensione. Nonostante ciò, in Italia, il finanziamento dei Servizi Sanitari Regionali attribuisce alle Regioni la facoltà di disporre delle modalità di rimborso: in un quarto delle Regioni il paziente allergico al veleno di imenotteri non riceve alcun rimborso per l’immunoterapia.

Per migliorare la conoscenza dell’allergia al veleno di imenotteri e della sua gestione, è attiva per il quarto anno consecutivo la Campagna “Punto nel vivo”(https://www.facebook.com/puntonelvivo; www.federasmaeallergie.org),  promossa dagli esperti che fanno riferimento ai principali Centri Allergologici Specializzati nella diagnosi e terapia dell’allergia al veleno di imenotteri, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus, Federazione Italiana Pazienti. Per informazioni e segnalazioni, è attivo il numero verde 800 123 213 oppure numeroverde@federasmaeallergie.org.

 di Paola Trombetta

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