Probiotici: gli alleati del benessere dell’intestino

Stress, alimentazione scorretta, uso prolungato di farmaci, soprattutto antibiotici: sono situazioni che mettono a rischio la flora batterica intestinale. Come regolarizzarla ed evitare disbiosi intestinali, che possono causare gonfiore, pesantezza, difficoltà digestive, irregolarità funzionali? Un aiuto può venire dai probiotici, usati ogni giorno. Lo confermano gli esperti internazionali, intervenuti al meeting Probiotics, Prebiotics & New Foods, Nutraceuticals and Botanicals for Nutrition & Human and Microbiota Health, che si è concluso a Roma.

«Il microbiota intestinale è un complesso mondo di microrganismi che comprende batteri “buoni” (Lattobacilli e Bifidobacteria), ma anche quelli “patogeni” che si sviluppano in ogni persona subito dopo la nascita», spiega il professor Lucio Capurso, primario gastroenterologo e presidente del meeting. «Se viene mantenuto il giusto equilibrio tra i suoi componenti, agevolano alcune funzioni importanti dell’organismo: favoriscono le strutture dell’apparato gastroenterico, come i villi epiteliali; esercitano una funzione di barriera protettiva nei confronti di batteri patogeni; favoriscono la produzione di vitamine e di batteriocine, ovvero sostanze con azione antibatterica».

Per mantenere questo prezioso equilibrio, si può integrare la dieta con prodotti a base di probiotici, che devono però avere precise qualità, tra cui la presenza di ceppi specifici di batteri “buoni”, soprattutto Lactobacilli e Bifidobacteria, in grado di superare le varie barriere gastrointestinali e mantenersi vivi.

«Per la loro particolare caratteristica i bifidobatteri, una volta introdotti nell’intestino con prodotti specifici, per esempio integratori alimentari, ritrovandosi in un habitat favorevole alla loro sopravvivenza, riescono a svolgere in modo particolarmente efficiente il compito di mantenere o ripristinare l’equilibrio della flora microbica attraverso l’effetto barriera contro i microrganismi potenzialmente patogeni», precisa Simone Gugliemetti, professore associato presso il Dipartimento di Scienze degli alimenti, la nutrizione e l’ambiente (Defens) dell’Università degli Studi di Milano. «I bifidobatteri sono in grado di produrre non solo l’acido lattico, ma anche acetico, potenziando le azioni antimicrobiche (di bloccare i batteri patogeni). Per le loro importanti caratteristiche continuano ad essere pubblicati studi clinici sulle loro proprietà benefiche. Un’attenzione particolare viene riservata al Bifidobacterium animalis subsp. lactis (B. lactis). Quest’ultimo è il più usato nelle formulazioni degli integratori probiotici, perché ha dimostrato maggiori garanzie di sopravvivenza durante i processi industriali di produzione e nel prodotto finale durante il periodo di conservazione del prodotto».  P. T.

 

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