“Porte aperte” al mal di testa per combatterlo efficacemente

In occasione della Giornata Nazionale del Mal di Testa (11 maggio), tre società scientifiche – ANIRCEF (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee), SIN (Società Italiana di Neurologia) e SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee)  – si alleano per la prima volta per fare informazione capillare sull’emicrania, sulle molteplici opportunità di cura, offrendo la possibilità di visite gratuite diagnostico-terapeutiche in centri aderenti su tutto il territorio nazionale. Dal 13 al 17 maggio sarà infatti organizzato un Open Day per conoscere tutto sul mal di testa. L’elenco dei centri aderenti e delle iniziative per la Giornata è disponibile ai seguenti link: www.anircef.it; www.neuro.it; www.sisc.it.

Il “mal di testa’’ è un problema di massa, mondiale: un “rompicapo” per 6 milioni di italiani, il 12% della popolazione; il 50% degli adulti, secondo l’organizzazione Organizzazione Mondiale della Sanità, sono stati colpiti da almeno un episodio nell’arco dell’ultimo anno, con punte del 75% tra i 18 e i 65 anni di età  e di questi più del 30% con vera e propria emicrania, una delle tre forme principali di cefalee primarie. Dal mal di testa non sono esclusi neppure i giovani: lo sperimentano il 40% dei ragazzi colpiti da cefalea e 10 bambini su 100 da emicrania. Oggi, soprattutto sul problema “emicrania”, si è fatta chiarezza: definita una malattia neurologica, in cui confluiscono aspetti genetici, biologici e ambientali, richiede terapie specifiche e selettive, sia nel trattamento per evitare la cronicizzazione del disturbo e l’abuso di farmaci, ma anche per la prevenzione.

«Tra le opzioni più innovative – dichiara il professor Pierangelo Geppetti, Presidente SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee)– ci sono anticorpi monoclonali e piccole molecole che bloccano rispettivamente la proteina CGRP o il suo recettore. Si tratta di una piccola proteina, correlata al gene della calcitonina che ha un ruolo critico nello sviluppo dell’emicrania, e viene liberata dalle terminazioni trigeminali, che “trasmettono” il dolore. La proteina CGRP provoca vasodilatazione e infiammazione a livello delle meningi, e facilita la trasmissione del dolore. Bloccare il legame del CGRP al suo recettore vuol dire inibire questi effetti e controllare gli esiti dell’emicrania. Questi farmaci – conclude il professore – hanno dimostrato efficacia e sicurezza non solo nel trattamento acuto dell’attacco, ma anche nelle forme più gravi, come l’emicrania cronica, e nella profilassi dell’emicrania».

Francesca Morelli

 

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