Piccoli “gufi”: ne risente la qualità del sonno

I piccoli “gufetti” di circa 4 anni, che vanno a letto e si svegliano tardi, possono sviluppare con più probabilità disturbi del sonno – dal rifiuto di andare a coricarsi all’ora giusta, alla maggior fatica ad addormentarsi, fino al sonnambulismo o a difficoltà respiratorie nel sonno – rispetto alle “allodole”, i coetanei invece mattinieri.
Lo avrebbe evidenziato uno studio dell’Istitute for Clinical Sciences, Technology and Research di Singapore, pubblicato sulle pagine di Sleep Medicine, che ha monitorato le abitudini di oltre 200 piccoli di età prescolare, attraverso un questionario compilato dalle rispettive mamme. Le informazioni raccolte hanno permesso ai ricercatori di suddividere i bambini, tutti di 4 anni d’età circa, in tre gruppi, corrispondenti cioè al loro cronotipo: ovvero all’ora di addormentamento e risveglio. In particolare, sono state evidenziate 25 “allodole” (i mattinieri), che in media andavano a letto attorno alle 10 per alzarsi alle 7:30; 151 intermedi che spegnevano la luce all’incirca alle 22:45 e alzavano le tapparelle alle 7:40 e 64 “gufi” (i notturni) che davano la buonanotte a mamma e papà verso le 11 e il buongiorno dopo le 8:30. Di questi, 117 bambini appartenenti a tutti i gruppi, sono stati seguiti per quattro giorni più da vicino con lo scopo di ‘validare’ le informazioni sulle abitudini notturne fornite dalle mamme. L’indagine ha consentito così di scovare fra i “gufi” i bambini che, più di altri, soffrivano di diversi disturbi del sonno. «Le problematiche di  addormentamento e risveglio – ha spiegato Birit Broekman, ricercatrice e autore senior del lavoro – possono iniziare fin dalla prima infanzia, persistere durante lo sviluppo, con ripercussioni anche sul comportamento, gli aspetti cognitivi ed emozionali». Dalla ricerca emergerebbe una prima evidenza secondo cui il cronotipo può essere ritenuto un fattore determinante per lo sviluppo di problemi di sonno tormentato nei piccoli e piccolissimi, ma l’ipotesi è ancora da ‘certificare’ con studi ulteriori.

F.M.

 

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