Pesante il bilancio della salute mentale pre e post-Covid

Sono circa 84 milioni le persone (1 su 6) affette da un disturbo mentale, soprattutto ansia (oltre 5.500 casi su 100mila abitanti) e depressione (più di 4.300 ogni 100mila abitanti) seguite da bipolarismo, disturbi dello spettro autistico e schizofrenia, 165 mila morti annue, suicidi compresi, che restano la sesta causa di morte nell’Unione Europea nella popolazione con meno di 70 anni e la quarta sotto i 20 anni con 6 episodi circa ogni 100 mila abitanti in Italia. Erano questi i numeri del disagio mentale prima della pandemia, illustrati dalla ricerca multidimensionale “Headway 2023 – Mental Health Index”, condotta nei ventisette Paesi UE e nel Regno Unito, presentati da The European House Ambrosetti e Angelini Pharma in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 Ottobre). La ricerca fornisce anche un’analisi delle misure sanitarie avviate per rispondere efficacemente al problema, anche in ambito di scuola-lavoro.

«Il tema della multidisciplinarietà – dichiara Daniela Bianco, Partner e Responsabile dell’Area Healthcare di The European House – Ambrosetti – è stato al centro sia della seconda Conferenza sulla Salute Mentale realizzata dal Ministero della Salute a giugno, sia del Side-event del G20 di inizio settembre, per la prima volta dedicato alla salute mentale, riconosciuta all’interno della Declaration dei Ministri della Salute del G20 come un elemento fondante per lo sviluppo socioeconomico sostenibile».

Numeri già importanti, ma in sensibile ascesa in corso e nel post Covid, con maggiore incidenza nelle donne (53% rispetto al 37% degli uomini) e nei giovani. Equilibrio mentale che nella popolazione femminile è stato minato prevalentemente dalla perdita del lavoro, dalla gestione di casa-lavoro e dall’aumento di episodi di violenza domestica, mentre nei giovani da prolungati periodi di isolamento e limitate interazioni sociali come anche da episodi di bullismo/cyber-bullismo in oltre 15% dei casi. È aumentata del 15% anche la presa in carico dei servizi sociali di bambini vittime di maltrattamenti: 1 minore su 6, sotto i 6 anni, ha riscontrato problemi comportamentali e di regressione, 1 su 7 tra 6 e 18 anni. Se l’Italia da un lato si profila come uno dei paesi, che insieme a Paesi Bassi, Irlanda e Danimarca, è in grado di offrire la migliore qualità dell’assistenza sanitaria alle persone affette da un disturbo mentale, dall’altro risulta uno degli ultimi in Europa, prima solo a Estonia e Bulgaria, nella percentuale di spesa sanitaria destinata alle malattie mentali, investendo solo il 3,5% delle risorse. Grazie ad “Headway 2023 – Mental Health Index” sarà possibile evidenziare i punti deboli e le criticità ancora esistenti nella gestione di questi pazienti e nella risposta ai loro bisogni di salute e valutare anche, in raffronto alle varie esperienze europee, quali servizi implementare, quali risorse impiegare per introdurre i miglioramenti necessari. L’urgenza di migliorare il benessere mentale della popolazione europea è supportata anche da recenti studi dell’OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) che stimano a più del 4% del PIL (oltre 600 miliardi di euro) gli elevati costi totali i per la gestione e la presa in carico di chi soffre di patologie mentali. «Le misure messe in atto per la ripresa dalla pandemia – conclude Pierluigi Antonelli, AD di Angelini Pharma – rappresentano una cruciale opportunità per migliorare i servizi e le politiche di salute mentale in Europa, con la necessità di creare politiche adeguate che rispondano ai bisogni delle persone, partendo da iniziative interne alle organizzazioni ed estese al territorio».

Francesca Morelli

 

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