Settimana Europea dedicata alle valvole cardiache

Le malattie delle valvole cardiache interessano più di un milione di italiani, di cui il 10% ha più di 65 anni ed è affetto in particolare da una delle forme più comuni: la stenosi aortica. Nonostante i numeri importanti, stimati ancora in crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione, queste problematiche restano sconosciute al 95% della popolazione, mentre solo il 3% degli italiani sa che il cuore dispone di 4 valvole, e il 7% sa che queste possono ammalare. Una disinformazione che può costare cara poiché, se non adeguatamente e precocemente trattate, queste forme impoveriscono la qualità di vita, esponendo al possibile rischio di scompenso cardiaco, anche grave, fino alla mortalità nel giro di pochi anni. Alcune delle principali organizzazioni scientifiche europee di settore e di tutela dei diritti dei malati cardiopatici, tra cui le associazioni Cuore Italia, la francese Alliance du Coeur, la britannica Heart Valve Voice, l’Irlandese Croi, la spagnola Aepovac, l’olandese Hart Volgers, hanno promosso la Settimana Europea sulle Malattie delle Valvole Cardiache, European Heart Valve Disease Awareness Week, che verrà celebrata nei Paesi europei dal 16 al 20 settembre.

«Obiettivi dell’iniziativa – spiega Roberto Messina, Presidente di Cuore Italia – sono aumentare la consapevolezza della cittadinanza e delle Istituzioni in merito alle malattie delle valvole cardiache, promuovere e diffondere la conoscenza dei sintomi, migliorare la diagnosi che può essere effettuata in modo semplice da parte del medico di medicina generale, auscultando il cuore con lo stetoscopio, e soprattutto informare che oggi queste problematiche possono essere adeguatamente trattate e curate». A seconda della gravità e della tipologia della malattia ci si può avvalere, infatti, di differenti opzioni terapeutiche: dal trattamento farmacologico all’intervento di cardiochirurgia a cuore aperto o con i moderni approcci mini-invasivi, tra cui le procedure transcatetere. «Queste ultime – conclude il Presidente – rappresentano l’unica possibilità di intervento nelle forme gravi, che richiedono la sostituzione o la riparazione della valvola difettosa, evento cui sono stati sottoposti all’incirca il 2% degli over 75 con stenosi aortica». Ben vengano dunque la ricerca scientifica, l’innovazione e le azioni di sensibilizzazione-informazione.

Francesca Morelli

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