La filiera alimentare di qualità in favore della ricerca scientifica

L’alimentazione di qualità promuove la salute e diventa un elemento indispensabile nella cura e prevenzione di gravi patologie. E’ in quest’ottica che la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, creata dal Policlinico di Milano per gestire e valorizzare il proprio patrimonio rurale, il più grande d’Italia, rivive la sua antica tradizione e realizza una propria filiera alimentare, improntata alla qualità nutrizionale e sicurezza dei processi: in pratica, una filiera che parta dalla produzione nelle cascine di proprietà sino al prodotto finito. Alimenti di qualità e sicuri, certificati dai propri medici nutrizionisti che arriveranno non solo nelle corsie d’ospedale, ma anche al consumatore finale. Il Policlinico di Milano, dunque, non solo un luogo di cura e di ricerca, ma anche di promozione di un’agricoltura biologica sostenibile, il tutto a beneficio dei cittadini e in particolare di quelli più “fragili”.

Il primo frutto dell’iniziativa della Fondazione Sviluppo è il Latte Ca’ Granda, microfiltrato e biologico: è munto e lavorato a pochi km da Milano, in una cascina di proprietà ed è in distribuzione presso i punti vendita lombardi di Esselunga, grazie a un accordo in esclusiva. La qualità e le proprietà nutrizionali sono garantite da medici nutrizionisti del Policlinico. E, in futuro, è prevista l’estensione della linea che includerà altri anche yogurt, formaggi e riso.

Oggi il Policlinico di Milano, grazie alla generosità dei suoi benefattori, è il più grande proprietario terriero d’Italia, con 85 milioni di metri quadrati di terreni agricoli ubicati in 10 province e 96 comuni della Lombardia, 1 Abbazia, 4 Chiese, 8 oratori e quasi 100 cascine ultracentenarie, costituite da oltre 2000 fabbricati tipici rurali. Un patrimonio frutto di lasciti e donazioni, che nei secoli hanno permesso all’Ospedale di sostentarsi e fornire cure e assistenza agli ammalati e ai tanti bisognosi della città.

«Per gestire questo immenso patrimonio è stato necessario creare uno strumento ad hoc, con uno statuto dedicato, che separasse questo tipo di attività dalla gestione sanitaria ospedaliera», spiega Marco Giachetti, presidente del Policlinico e della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda nel corso di un tavolo di lavoro sui modelli virtuosi di filiera agroalimentare integrata, “La sicurezza della qualità”, presso l’Abbazia di Mirasole a Opera (Milano). «È nata così la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda, con l’obiettivo di garantire una valorizzazione di tipo ambientale, culturale, turistico e agroalimentare del nostro patrimonio. In ambito alimentare, in particolare, il nostro obiettivo è quello di recuperare l’antica tradizione e, in prospettiva, ricreare il percorso “dal campo alla corsia”, passando attraverso il consumatore, che permetta di fornire cibo sano proveniente da una filiera corta e controllata da distribuire a tutti i cittadini». Prodotti “buoni” che creano un circolo virtuoso dell’alimentazione di qualità: tutti i proventi della Fondazione Sviluppo contribuiranno al finanziamento della ricerca scientifica ospedaliera del Policlinico.

«Non vogliamo fermarci qui. Una vita sana richiede un ambiente sano», afferma Achille Lanzarini, direttore generale della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda. «Abbiamo già realizzato 10 km di nuovi corridoi ecologici grazie a 5.000 piante e realizzeremo un’area umida di 4.000 mq: nuovi habitat per la sicurezza degli animali, nuovi itinerari in cui camminare e conoscere la natura. Vogliamo mettere a disposizione di tutti il nostro patrimonio, perché grazie a questo tutti i cittadini ne possano trarre beneficio per la loro salute, che sia un sorso di latte o una passeggiata».

Per introdurre strumenti di innovazione nella sicurezza e nella qualità della filiera, la Fondazione Sviluppo si è aperta a partnership con importanti aziende italiane della grande distribuzione, come Esselunga, e oggi si fa ispirare da realtà leader del mondo industriale, come Ferrero, e da volti del mondo accademico, quali l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’Università Bocconi.

Luisa Romagnoni

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