Italiani (mal)educati in tema di buone scelte alimentari

Un’informazione disorientata e confusa sulle scelte alimentari, che condiziona anche la decisione dei cibi da acquistare e portare in tavola: è quanto emerge da un’indagine realizzata da ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) con l’Università di Messina, che ha analizzato le “frequentazioni in rete” degli italiani alla ricerca di buone notizie sul cibo nell’era 3.0, presentata in occasione del Convegno “AlimentAzione per la salute”, che si è da poco concluso a Roma (7 Giugno). L’orientamento più diffuso è rivolto a scovare, attraverso la rete, le calorie degli alimenti o le qualità dei singoli nutrienti, piuttosto che impegnarsi a mangiare sano e a uno stile di vita salutare. Un atteggiamento che nella pratica quotidiana si traduce in scelte dietetiche radicali, con l’inclusione di cibi promossi a super-cibi perché miracolosamente funzionali, e l’esclusione di cibi demonizzati invece come alimenti killer. Ma non solo: gli italiani sembrano sempre più orientati a seguire anche “diete slogan”, quelle cioè che invitano al sovra-consumo di alimenti senza grassi, zuccheri o glutine, contrapposti ai cibi con fibre o con più vitamine, nel tentativo di assecondare l’ossessione del cibo sano e della forma fisica, senza fare troppa fatica. Uno scenario che profila, a livello generale, una scarsa alfabetizzazione alimentare nel 70% dei casi, estesa sia all’incapacità a scegliere correttamente il cibo, sia a comprendere come le scelte di consumo possono influire sulla salute. Lo rivela un secondo studio ANDID su un campione di oltre mille italiani:  poco più del 4% possiede buone conoscenze nutrizionali. La situazione più critica riguarda gli anziani, i meno abbienti e le persone con un più basso livello di istruzione. «È solo con la professionalità che si può contrastare la disinformazione e promuovere consapevolezza e responsabilità nelle scelte di salute, anche sfruttando le opportunità offerte dalla Rete», puntualizza Marco Tonelli, presidente ANDID. «C’è bisogno di veicolare messaggi chiari e comprensibili, in grado di conquistare l’attenzione delle persone e delle istituzioni, facendo alleanza fra esperti di salute “accreditata”, per non lasciare vuoti comunicativi, alimentando così l’intenzione  dei cittadini di affidarsi ad interlocutori competenti da cui attingere consigli sui comportamenti alimentari corretti da attuare e perseguire nel tempo». Un obiettivo e impegno che ANDID intende mantenere verso la popolazione e la collettività, fin dalla fascia più giovane, proponendo l’introduzione dell’educazione alimentare nei programmi didattici della scuola dell’obbligo e l’attuazione di politiche alimentari su misura, per limitare le diseguaglianze e migliorare la capacità individuale di fare scelte corrette e consapevoli.

Francesca Morelli

 

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