Gli ormoni femminili proteggono contro l’infezione da Covid-19

Gli ormoni femminili fanno la loro parte nella prevenzione del rischio di coronavirus, nel ridurre la gravità della sintomatologia e nella riduzione del tasso di mortalità, più contenuto nelle donne in età fertile. Lo confermano i numeri diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, che registrano esiti peggiori e letali negli uomini con un rapporto di 4:1 nelle fasce d’età fino a 50 anni, ma con un innalzamento del rapporto a 4:2 oltre questa soglia di età. Infatti considerando il tasso di mortalità maschile pari al 100%, nelle donne questo è del 28% tra 20-59 anni e di oltre il 50% tra 60-89 anni. Si rileva dunque come nel solo campione femminile il tasso di mortalità si sia raddoppiato. Analoghe considerazioni emergono da uno studio appena pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology, condotto dal Professor Angelo Cagnacci, Direttore dell’Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Ospedale San Martino di Genova, Presidente della Società Italiana per la Menopausa e Vice presidente della Società Italiana della Contraccezione, che ha riesaminato i dati epidemiologici raccolti nei primi mesi della pandemia.

«Saranno necessarie ulteriori indagini per spiegare questo fenomeno dell’età – precisa Cagnacci –  ma è possibile  ipotizzare che questa variazione specifica nelle donne over 50, quindi in età post-menopausale, senza ormoni circolanti, dipenda da un possibile effetto protettivo degli estrogeni in età fertile, visto che le più giovani hanno meno probabilità di aggravarsi in caso di infezione». Dall’analisi e dallo studio sono state escluse le donne in gravidanza, periodo caratterizzato da un’elevata presenza di estrogeni, tanto più che in Italia non ci sono dati rilevanti di mortalità, quale possibile ri-conferma dell’ipotesi che la presenza di estrogeni, anche in eccesso, protegga dall’infezione. «L’ambiente endocrino – aggiunge Cagnacci – è diverso tra uomini e donne: gli ormoni ovarici modulano l’infiammazione, l’immunità e anche l’espressione dell’enzima di conversione ACE2 che sembra avere un ruolo nel determinare la progressione della malattia COVID-19: effetti che si perdono dopo la menopausa».

Il consiglio ricorrente del medico, in caso di infezione da Covid-19, è di sospendere la terapia ormonale sostitutiva in menopausa o la pillola contraccettiva in età fertile. «Non ci sono evidenze scientifiche a sostegno dell’interruzione della terapia ormonale o della pillola contraccettiva, come anche sottolineato nelle recenti Raccomandazioni della Società Italiana della Contraccezione e della Società Italiana della Menopausa», replica Cagnacci. «Anzi i dati ci dicono che l’assunzione ormonale debba essere continuata per non rischiare di aggravare il decorso della malattia».

Francesca Morelli

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