Giornata incontinenza urinaria: una nuova cura con la radiofrequenza

In occasione della Giornata dedicata all’incontinenza urinaria (28 giugno) è stata presentata una metodica innovativa, non chirurgica, indolore indicata nel trattamento dell’incontinenza urinaria e di altre patologie femminile intime, spesso associate alla pre e post-menopausa come l’atrofia (che interessa il 50% di donne in età), secchezza (di cui il 47% di donne subiscono le conseguenze già dopo 3 anni dall’ultimo ciclo), perdita di tono delle pareti vaginali e pelviche. Di questi disturbi, secondo le più recenti stime,  soffrono oltre 2 milioni di donne, indipendentemente dall’età e dallo stile di vita. Perché il problema può insorgere non solo con il passare degli anni, ma anche a seguito di gravidanze e parti, in un periodo di piena attività fisica e sessuale, con un forte impatto sulla qualità della vita, anche privata, e di relazione.

Che cos’ha di innovativo questa metodica, rispetto ad altri trattamenti? Sfrutta il calore della radiofrequenza, così da potere essere definita una “termoterapia”. «Questa metodica – dichiara la dottoressa Katharina Sirch, medico specialista in cure estetiche e trattamenti antiaging che ha introdotto questa tecnica in Italia –  si chiama ThermiVa e utilizza energia a radiofrequenza per riscaldare i tessuti a una temperatura controllata, tramite una sonda ondulata della grandezza di un dito. Il calore stimola, in maniera gentile, la produzione di collagene, rassodando nel contempo i tessuti labiali e vaginali. Il costante controllo della temperatura garantisce il rispetto del protocollo terapeutico proposto ed evita ogni tipo di disturbo nella paziente: due fattori che conferiscono sicurezza alla metodica, senza tuttavia richiedere il riscorso a bisturi o anestesia, ma solo a un gel ecografico». Quali sono i vantaggi? La metodica promette di risolvere incontinenza e disagi/disturbi intimi in sole tre sedute: «Il calore della radiofrequenza – aggiunge la dottoressa – contribuisce a migliorare l’aspetto estetico dell’area vulvo-vaginale e le percezioni durante l’attività sessuale, senza la necessità di ricorrere ad una vaginoplastica. Questo perché l’azione della radiofrequenza stimola la compattazione delle aree trattate, favorendo in particolare l’idratazione e il restringimento della vagina, con una ricaduta positiva sulla riduzione di perdite urinarie e di secchezza vaginale». La metodica ha anche un altro valore aggiunto: permette la continuità delle proprie abitudini quotidiane, anche subito dopo il trattamento. Per ulteriori informazioni: www.medicina-estetica.online

Francesca Morelli

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