Festival di Venezia: un corto che informa sul tumore al polmone

La lotta e la prevenzione del tumore del polmone approdano al Festival del Cinema di Venezia. Protagoniste sono due donne: Luisa e Lea, entrambe affette da un tumore del polmone in stadio avanzato, interpretate da Eliana Miglio e Chiara Iezzi. Il loro percorso di cura si snoda in una sfrenata corsa sulle montagne russe, mentre il team di medici discute dei due casi clinici e della terapia in corso. E’ la trama del  cortometraggio: “Roller Coaster – Montagne russe, proiettato oggi a Venezia. La storia è basata su casi clinici reali e la regia è affidata a Manuela Jael Procaccia, mentre la sceneggiatura nasce dalla sua collaborazione con la professoressa Silvia Novello (Presidente di WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe). Il cast è formato da medici veri e da attori professionisti.
<Il rapido miglioramento dei trattamenti e l’iter diagnostico in continua evoluzione fanno sì che anche il processo formativo del personale sanitario, che deve affrontare il cancro, sia spesso complesso e articolato>, afferma la professoressa Silvia Novello, Presidente di WALCE Onlus. <Quello che offre la cinematografia è un supporto estremamente utile nel coadiuvare chi fa educazione in ambito sanitario. E il cinema può diventare un modo per veicolare informazioni importanti, facendo capire a tutti concetti altrimenti difficili da acquisire, condivisi per lo più solo in ambito medico>. Il tumore del polmone risulta in diminuzione negli uomini, mentre per le donne la situazione diventa ogni anno più preoccupante, perché i nuovi casi e i decessi sono in crescita. Quindi le protagoniste della nostra pellicola non potevano che essere due donne>. <Anche i media sono in costante trasformazione, ma il cinema rimane un punto fermo nella trasmissione e condivisione di messaggi>, aggiunge Manuela Jael Procaccia, sceneggiatrice e regista del cortometraggio. <Il grande schermo ha infatti un potenziale comunicativo molto efficace e diretto. Da figlia di medici, la medicina mi scorre nelle vene. E il cinema può parlare di tematiche legate alla medicina e favorire così anche la prevenzione di gravi patologie>.

Paola Trombetta

Articoli correlati