Autonomi da bambini, più sicuri da adulti

Attenzione allo sport, a una sana alimentazione, alla formazione scolastica. Sono queste alcune delle principali preoccupazioni dei genitori, meno sensibili invece a osservare, (ri)conoscere e comprendere i disagi psichici. Ritenute problematiche più degli adulti o senior, interessano circa il 20% degli adolescenti e dei giovani. «Le malattie mentali non aspettano la maggiore età per manifestare i sintomi iniziali – dichiara Stefano Vicari, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e autore del libro “Bambini autonomi, adolescenti sicuri” (Ed. LSWR). Prima vengono diagnosticati, intercettati e trattati, maggiori saranno le probabilità anche di guarigione dal disagio». Plasmare il cervello al bello, fin dall’età neonatale, ad esempio facendo ascoltare al nascituro la musica di Mozart, e educare i piccoli al senso e al gusto estetico, ovvero a sapere riconoscere la bellezza, può contribuire a migliorare le dinamiche funzionali mentali, a sviluppare relazioni armoniche e il piacere di stare con gli altri, a gestire le emozioni, dalle frustrazioni, alle sconfitte, alla gioia. Una “cassetta degli attrezzi” che renderà il bambino più autonomo e i cui strumenti verranno appresi soprattutto dall’esempio fornito dai genitori.

«I bambini – aggiunge l’esperto – imparano di più guardando e imitando ciò che fanno i grandi piuttosto che dall’ascoltare quanto viene detto loro. Gli adolescenti sono e saranno quello che sono stati da bambini, in grado di affrontare le sfide quotidiane della vita se sono capaci di una propria autonomia, se hanno sperimentato il confronto con l’altro, cogliendo emozioni e sensazioni da ciò che il viso dell’altro emana. Mentre agli adulti spetta il compito di ascoltare, di stare di più con i propri figli, di osservarli e spogliarli per scoprire eventuali tagli sulle gambe o sulle braccia, primo possibile indice di un disagio psico-emotivo». Ma non è il solo campanello di allarme: non devono passare inosservati o sottovalutati cambiamenti rapidi e stabili (duraturi) nel tempo – che permangono per più di 6 mesi – in adolescenti e giovani che sono sempre stati abitudinari e regolari nei loro comportamenti, dagli orari allo studio, un calo nel rendimento scolastico, una variazione nei gusti e/o nella tipologia di alimentazione, manifestazioni di reattività e aggressività inattese (non rientrano le “giornate nere” in cui ci si sveglia immusoniti e con il piede sbagliato). «È inoltre importante dare ai bambini fin da piccoli delle regole, come ad esempio dire e sostenere i no, quando necessario, creare una ritualità serale dell’addormentamento che consentirà poi anche ai genitori di vivere la coppia e il rapporto con il partner, di mantenere una propria vita sociale più facile e in armonia. Ma oltre alla famiglia, un luogo “bello”, con un ruolo importante nella di crescita di bambini e ragazzi – conclude Vicari –  è rappresentato dalla scuola che permette di sperimentare il piacere di stare e di crescere con l’altro». E nella quotidianità sono fondamentali l’attività fisica e la sana alimentazione che insieme al buon sonno, aiutano ad allontanare il rischio di disagio mentale. Insomma occorre sapere mettere il figlio nelle condizioni migliori perché possa sviluppare i propri talenti. Cosa sarebbe ulteriormente necessario per favorire questo percorso? Che fosse supportata la famiglia, ovvero che i genitori fossero “liberati” dalla proprie incombenze negli orari serali e che si ponesse più attenzione a una “politica dell’adolescenza”.

Francesca Morelli

 

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