26 novembre: Giornata della carenza di ferro

Oltre all’aumentato fabbisogno fisiologico, soprattutto in gravidanza e durante l’età infantile, la carenza di ferro può essere causata, nelle donne, da perdite eccessive di sangue associate a cicli mestruali abbondanti, o da patologie come l’insufficienza renale cronica, lo scompenso cardiaco e le malattie intestinali. Sintomi tipici sono la stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, pallore, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore rischio di infezioni.

La Giornata della Carenza di Ferro (Iron Deficiency Day), che si celebra ogni anno il 26 novembre, è l’occasione per accendere i riflettori su questa condizione che, se prolungata e non adeguatamente trattata, può portare a gravi conseguenze per la salute, sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere i campanelli d’allarme e parlarne al medico di fiducia.

In Europa, il deficit di ferro interessa oltre il 30% della popolazione femminile, fino al 77% delle donne in gravidanza e al 48% dei bambini. Anche chi soffre di patologie croniche infiammatorie è particolarmente a rischio: si stima che ne siano affetti fino al 61% dei pazienti con scompenso cardiaco, l’85% dei pazienti con insufficienza renale e il 90% con malattie croniche intestinali.

Il ferro è un oligoelemento essenziale per la vita: interviene nella produzione dei globuli rossi, è un importante cofattore di varie proteine necessarie per il metabolismo dell’ossigeno e dell’energia, rafforza il sistema immunitario e garantisce la resistenza alle malattie. Si trova anche nel sistema nervoso centrale dove interviene nei processi per la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina, che stimola la motivazione, il piacere, il controllo dei muscoli, e la serotonina, che regola il tono dell’umore. <Quando le riserve di ferro nell’organismo diventano scarse, l’impatto sulla salute e la qualità di vita è notevole perché ne risentono il metabolismo, il benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività>, afferma la dottoressa Elisa Nescis, Ematologa presso l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase, Lecce. <Nei bambini la carenza può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento. Particolarmente delicato è il periodo della gestazione: l’aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può indurre uno stato anemico nella gestante, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita>. La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata mediante un semplice esame del sangue che misura i livelli di emoglobina (il principale componente dei globuli rossi che consente loro di legarsi con l’ossigeno nei polmoni e trasportarlo ai tessuti e agli organi), la ferritina sierica (che riflette le riserve di ferro presenti nell’organismo) e la saturazione della transferrina (indica quanto ferro disponibile può essere utilizzato per produrre nuovi globuli rossi).

Paola Trombetta

 

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