“Pre-Occupiamoci della meningite”: il vaccino come strumento di prevenzione

«Oggi Alessia avrebbe avuto 16 anni. Era la mia figlia maggiore e la sua giovane vita è stata stroncata a soli 18 mesi dalla meningite, una malattia subdola che, per certi sintomi, si può confondere con una semplice influenza. Mia figlia aveva completato tutte le vaccinazioni previste all’epoca, ma il vaccino contro il meningococco B non era ancora disponibile. Una notte Alessia ha cominciato ad avere qualche linea di febbre, che a mano a mano aumentava, nonostante la somministrazione di tachipirina, ed è arrivata fino a 41 gradi. Alle quattro del mattino abbiamo deciso di portarla al Pronto Soccorso, perché abbiamo notato anche la comparsa di alcune macchie rossastre sulla cute, che via via avevano ricoperto tutto il corpo. Abbiamo pensato a un’intossicazione alimentare, ma appena è stata visitata, abbiamo subito notato un’allerta generale di medici al suo capezzale. E la diagnosi fu tanto veloce, quanto la progressione della malattia: meningite fulminante, una forma rara, che nel giro di una decina di ore aveva spezzato la vita alla nostra piccola Alessia e anche a noi genitori, che ricordiamo quella notte come una ferita ancora aperta. Per evitare che altre coppie possano soffrire come noi e che altri bambini possano morire in poche ore come la nostra Alessia, abbiamo fondato il Comitato Nazionale “Liberi dalla meningite” (www.liberidallameningite.it). Il Comitato è nato nel 2007 per evitare che altri genitori vivessero la nostra drammatica esperienza e per sensibilizzare le famiglie in merito alla prevenzione. D’altronde c’è ancora molta confusione tra vaccini obbligatori e raccomandati, ritenendo questi ultimi non indispensabili. Ma non conta tanto il numero dei casi, quanto la loro gravità e la rilevanza sulla qualità della vita in caso di sopravvivenza. Vaccinarsi è un diritto-dovere per chi si protegge e per le fasce più fragili, poiché si aumenta l’immunità collettiva. Vaccinarsi è un atto per sé, ma anche per proteggere gli altri. La corretta informazione è fondamentale, soprattutto per raggiungere chi continua ad avere dubbi», conferma l’avvocato Amelia Vitiello, mamma di Alessia e Presidente del Comitato Nazionale contro la Meningite. «Quando racconto la mia storia a un’altra mamma o papà, dico che oggi non ci penserei due volte a vaccinare mia figlia».

Per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, si è svolto presso la Sala MediCinema dell’Ospedale Niguarda di Milano, l’evento “Pre-Occupiamoci della meningite: agire oggi per proteggere il domani”, promosso da Adnkronos Comunicazione, con il supporto di GSK, durante il quale è stato presentato il cortometraggio “Gli Altri” (https://www.liberidallameningite.it/news/gli-altri-cortometraggio/) in cui la stessa Amelia Vitiello, presidente del Comitato Nazionale contro la meningite, è protagonista con la sua storia.

Negli ultimi anni, in Italia, si è osservata una riduzione del numero di casi di meningite all’anno, che hanno riguardato soprattutto i bambini di età inferiore ai 12 mesi e si sono concentrati nel periodo invernale. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, si sono registrati 190 casi di malattia da meningococco nel 2019, 74 nel 2020, che sono poi ulteriormente scesi a 26 nel 2021. Un decremento probabilmente influenzato dalla pandemia da Covid-19. Tra i diversi sierotipi, quello “B” è stato riscontrato più frequentemente nella popolazione e nelle diverse fasce di età, seguito dal “C”, da ”Y” e da “W”. Nello stesso lasso temporale, non sono, invece, stati riscontrati casi di sierotipi “A” e “X”. Negli ultimi tre anni la Lombardia è la prima per numero di casi segnalati di infezioni da meningococco tra tutte le Regioni italiane, anche se, come è avvenuto a livello nazionale, negli ultimi anni si è registrata una diminuzione. Si è infatti passati da 38 casi nel 2019, a 17 nel 2020 e a 8 nel 2021: anche in Lombardia il sierotipo prevalente è risultato quello B, molto pericoloso nei bambini.

«Non dobbiamo, tuttavia, ragionare solo in termini numerici: la meningite è una patologia rara, ma molto grave, con esiti disabilitanti e spesso fatali perché nell’arco di poche ore può portare a morte», dichiara il dottor Filippo Salvini, Responsabile del Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale Niguarda di Milano. «Questo avviene nel 10% dei casi e nel 10-20% dei sopravvissuti rimangono danni permanenti a livello cerebrale, perdita dell’udito, disturbi dell’apprendimento, amputazioni. Un rischio maggiore nei bambini in tenera età. Non sempre si riesce a contenere i danni con terapie farmacologiche. Per questo è importante pensare in chiave preventiva con la profilassi vaccinale. Ho il ricordo indelebile di una mamma che non aveva voluto vaccinare il proprio figlio. E quando si è ammalato di meningite e purtroppo non siamo riusciti a salvarlo, si è rivolta a me disperata, sentendosi responsabile della sua morte perché non aveva voluto vaccinarlo».

«Ecco perché è importante “pre-occuparsi”, con una corretta informazione sugli strumenti di prevenzione disponibili come i vaccini», continua il dottor Maurizio Orso, Responsabile del Centro Vaccinale dell’Ospedale Niguarda di Milano. «La maggior parte delle malattie meningococciche nell’uomo è dovuta ai sierotipi A, B, C, W135 e Y e per questi sono disponibili tre tipi di vaccini. In Lombardia il vaccino anti-meningococco C, viene raccomandato e offerto gratuitamente dopo il compimento del 1° anno di vita, in occasione della vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia; il vaccino anti-meningococco ACW135Y è offerto gratuitamente agli adolescenti in occasione della vaccinazione HPV ed è gratuito per tutti i non vaccinati fino alla maggiore età. Il vaccino anti-meningococco B è raccomandato e offerto gratuitamente a tutti i neonati, a partire dai nati nel 2017. I giovani neomaggiorenni per un anno possono scegliere autonomamente di puntare sulla prevenzione. Lo stesso vale per le persone con patologie croniche e i loro conviventi. Per le fasce di età non coperte, c’è comunque la possibilità di rivolgersi ai Centri Vaccinali ed effettuare la vaccinazione anti-meningococco con la formula del co-pagamento. L’invito è di rivolgersi ai propri medici e ai Centri specializzati per chiarire ogni dubbio».

«È veramente importante prevenire questa patologia con la vaccinazione», dichiara Piercarlo Salari, pediatra di famiglia. «Informare e dialogare con le famiglie e con gli adolescenti è un aspetto essenziale per accrescere l’adesione dei cittadini all’offerta vaccinale prevista dal SSN e dalla Regione Lombardia. I pediatri sono capillari sul territorio e danno informazioni fondamentali per la cultura della prevenzione. È quindi anche compito nostro sensibilizzare e sostenere verso una scelta consapevole i genitori indecisi, così come sarebbe auspicabile portare questo tema anche a scuola, informando direttamente gli adolescenti, attraverso una comunicazione alla loro portata. L’importante è confrontarsi con gli esperti, evitando che genitori e ragazzi si facciano sviare da notizie non veritiere, tratte da fonti non autorevoli».

A livello nazionale la copertura vaccinale nel 2021 è stata dell’80% per il vaccino contro il sierogruppo B, del 73% contro il sierogruppo C, e del 54% per i vaccini contro i sierogruppi A, C, W, Y. Percentuali maggiori a quelle registrate nel 2020, in particolare per il vaccino contro il sierogruppo B che si era attestato al 66%».

«Per quanto riguarda la Lombardia, possiamo affermare che sia la regione con la copertura vaccinale più alta», puntualizza la dottoressa Catia Rosanna Borriello, Responsabile della Struttura Malattie Infettive, Vaccinazioni e Performance di Prevenzione della Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia. «Per la vaccinazione contro il sierogruppo C (che prevede la somministrazione di una sola dose) nei bambini fino a 2 anni c’è una copertura del 94%, un po’ più bassa negli adolescenti (88%). Per quella contro il sierogruppo B, che stiamo offrendo dal 2017 a tutti i neonati di 2 mesi e ai pazienti cronici a rischio, nel 2020 abbiamo raggiunto una copertura del 93,5% per il ciclo completo (3 dosi). Il motivo di una adesione così importante deriva da due fattori. In primo luogo, la meningite è una malattia che, data la sua gravità, fa paura. Poi, siccome la vaccinazine non è “obbligatoria”, viene meglio accettata. I genitori, infatti, sono più disposti a informarsi sui benefici derivanti da questa protezione. In merito alla vaccinazione antimeningococcica, soprattutto per i neonati, la pandemia da Covid 19 non ha causato un calo delle coperture. Negli adolescenti, invece, si è registrata una diminuzione, perché durante la pandemia, con la limitazione degli accessi ai Centri Vaccinali, abbiamo dovuto dare priorità ai neonati, ai soggetti a rischio e alle donne gravide. Negli adolescenti si è poi verificato il fenomeno cosiddetto di “stanchezza vaccinale”, dopo le vaccinazioni contro il Covid. Per questo motivo è nostro compito aiutare a riportare la copertura vaccinale degli adolescenti al periodo pre-pandemia, oltre a informare pazienti cronici, per i quali sarebbe fondamentale la protezione contro la meningite».

di Paola Trombetta

 

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