La sanità deve essere una priorità per il nuovo Governo

Un italiano su due è convinto che la Sanità debba rappresentare una priorità per il nuovo Governo. E uno su tre ritiene che l’Articolo 32 della Costituzione, che sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo, non sia oggi pienamente rispettato. Sono alcuni dati emersi nel sondaggio condotto da IPSOS “Priorità e Aspettative degli Italiani per un nuovo SSN”, e presentati dal Presidente Nando Pagnoncelli, a Roma nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta”, organizzato da MSD Italia (#inventingforlife2023). «Lo sguardo dell’opinione pubblica sulle prospettive per il Servizio Sanitario Nazionale si rivela denso di attese», commenta Nando Pagnoncelli. «Superata l’emergenza della pandemia, si consolida il tema sanitario come prioritario nelle azioni di Governo, quindi il rinforzo dell’offerta di sanità pubblica a sostegno dei cittadini in un momento di difficoltà economica per le famiglie. Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale continuano ad essere tematiche di rilievo. Cruciale il ruolo centrale della medicina territoriale con il medico di medicina generale e la farmacia. L’alleggerita pressione dell’emergenza sull’opinione pubblica fa flettere un po’ la fiducia nei confronti delle coperture vaccinali, ma non incide in modo significativo sull’immagine dell’industria farmaceutica».

«La sanità e il nostro sistema sanitario nazionale, sono la priorità del Paese», ha dichiarato l’Onorevole Elena Bonetti, membro della XII Commissione della Camera dei Deputati. «Le emergenze nuove che il Covid-19 ha portato devono trovare una risposta di pianificazione e di intervento. Ci servono più personale e una riorganizzazione efficiente, a partire dalla necessità urgente di eliminare le liste di attesa per esami diagnostici, che metta a sistema i tre assi degli investimenti in formazione, in medicina territoriale ed eccellenze. Quello che ci occorre è tornare a pianificare seriamente la sanità italiana, perché il diritto alla salute richiede una risposta politica efficace e aggiornata ai bisogni di oggi, anche in considerazione del processo di cambiamento demografico a cui stiamo assistendo».

«La tragedia della pandemia ha evidenziato i limiti del sistema sanitario», ha commentato l’Onorevole Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. «Il ritorno alla normalità richiede un impegno straordinario per recuperare terreno su tutti i fronti, dove si sono accumulati ritardi a causa del virus. Le priorità sono il reclutamento del personale sanitario e il miglioramento del trattamento professionale e delle condizioni di lavoro. Bisogna superare il numero chiuso nella Facoltà di Medicina, rilanciare le Scuole di Specializzazione e definire una Sanità che veda una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, con un incremento delle prestazioni domiciliari. Occorre superare i limiti alla sanità convenzionata per affrontare la questione delle liste d’attesa e la situazione dei Pronto Soccorso, riguardo alla quale è stato istituito un tavolo al Ministero della Salute».

«Oggi la sfida che abbiamo davanti in campo sanitario è quella di affrontare e risolvere le questioni sul tavolo in modo strutturale», puntualizza l’Onorevole Alessandro Cattaneo, membro della XIV Commissione della Camera dei Deputati. «Oltre all’annoso problema delle liste d’attesa, all’organizzazione della medicina del territorio, al ruolo dei medici di base, penso alle opportunità offerte dalla telemedicina e non ancora pienamente sfruttate. E, ancora, alla necessità di accelerare la digitalizzazione del sistema e di sostenere la ricerca. Sono questioni complesse con cui la politica si deve e si dovrà misurare, alla luce di una nuova consapevolezza: ogni euro destinato alla sanità non va concepito come una spesa ma come un investimento nella salute degli italiani, diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione».

«Il Sistema Sanitario Nazionale deve approcciarsi diversamente rispetto al passato se vogliamo superare le attuali criticità e rendere le innovazioni scientifiche sanitarie accessibili per un maggior numero di persone e sostenibili sotto il profilo economico», ha sottolineato l’Onorevole Vanessa Cattoi, membro della V Commissione della Camera dei Deputati. «Le risorse messe a disposizione dal PNRR nella missione Salute rappresentano un’occasione in tal senso, rispondendo all’input che proviene dall’Unione Europea di potenziare l’assistenza territoriale e incentivare la capacità di ricerca e innovazione del sistema. A tale scopo ho richiamato l’attenzione del Governo per prevedere l’istituzione di un tavolo di lavoro interministeriale coordinato dal Ministero della Salute, quello dell’Economia e delle Finanze, con la partecipazione di AIFA, pazienti e clinici, che abbia la finalità di favorire questo auspicato cambio di paradigma. Si tratta, a mio avviso, di una questione che dovrà essere portata al centro del dibattito europeo».

Secondo Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, «la ricerca scientifica deve supportare la società nel catalizzare innovazione, inclusione, avanzamenti della conoscenza: un principio applicabile a ogni settore, soprattutto in quello della salute. In ambito medico la comunità scientifica deve fornire strumenti per rispondere ai bisogni e alle emergenze di oggi, come ha fatto in questi anni con la pandemia, ma anche guardando al futuro. I progressi raggiunti nel campo della medicina rigenerativa, della neuroimmunologia, della robotica e dell’intelligenza artificiale sono già rivoluzionari, perché frutto di una visione che ha saputo andare oltre. E ancora di più lo saranno in futuro. È necessario muoversi nell’ottica di un sistema equilibrato tra sanità, ricerca traslazionale e di base; soggetti pubblici e privati, innovazione e assistenza. Senza dimenticare che al centro del progresso medico deve esserci sempre la persona».

«Quando parliamo di aumentare le risorse destinate alla salute, quindi al benessere degli individui, dobbiamo pensare a quello che spendiamo oggi come un risparmio per domani», ha dichiarato la Senatrice Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato della Repubblica. «Investire in salute rappresenta una priorità strategica per la sicurezza e lo sviluppo produttivo, economico e sociale dell’Italia. Per questo è necessario sostenere un maggiore investimento in ricerca e in salute nel nostro Paese, anche compiendo scelte coraggiose. Ad esempio, si possono studiare nuovi modelli per alcune voci di spesa del bilancio pubblico, come quelle destinate alla prevenzione vaccinale e allo sviluppo di terapie innovative. Si tratta di una spesa corrente che esplica il proprio valore nel tempo, producendo benefici futuri, e che dovrebbe essere affiancata da una programmazione più efficace, con l’obiettivo di assicurare alle persone un accesso omogeneo alle cure e all’assistenza».

«Abbiamo visto come un solo virus sia stato in grado di mettere in ginocchio le economie mondiali: se oggi viviamo una fase di nuova normalità è anche grazie allo straordinario impegno della Ricerca e Sviluppo delle aziende farmaceutiche», ha aggiunto Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia. «Sarebbe anche opportuno consolidare le Partnership Pubblico-Privato per una governance della salute sempre più inclusiva e sostenibile. Un impegno che guardi con favore all’innovazione, come fattore che genera valore».

«Purtroppo all’emergenza pandemica è seguita un’importante crisi economica e sociale che rischia di mettere in discussione i principi di universalità, equità e uguaglianza del nostro Servizio sanitario nazionale», dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. «La salvaguardia degli stessi è un obiettivo per il quale cittadini, istituzioni pubbliche e soggetti privati devono accrescere il loro impegno, ognuno per la propria parte e unendo le forze. In particolare, occorre lavorare sull’accesso ai servizi e alle terapie, e fare in modo che le cure, anche innovative, siano disponibili in tempi uniformi sul territorio nazionale. Per far questo bisogna che le istituzioni si impegnino a superare una serie di ostacoli sulla via dell’eguaglianza, primo tra tutti l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza».

«La partnership pubblico-privato vede nella Medicina Generale la sua realizzazione più efficace all’interno del SSN, per consentire alla dirigenza sanitaria pubblica di programmare gli obiettivi di salute e assegnarne la realizzazione ai medici, liberi professionisti, in autonoma organizzazione», ha concluso Silvestro Scotti, Segretario Generale della FIMMG (Federazione Medici di Medicina Generale). <L’evoluzione della medicina generale in associazioni tra medici sempre più ampie ed articolate, porta alla realizzazione di forme societarie private, con finalità etica e senza fine di lucro, per le quali FIMMG chiede l’investimento di risorse da parte del governo per garantire la presenza di personale di studio a supporto delle attività dei medici orientate ai temi della prevenzione e dell’assistenza, soprattutto al malato cronico».

di Paola Trombetta

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