Riattivare le funzioni vitali per combattere il caldo e raggiungere un vero benessere

La vita di oggi, soprattutto con il clima torrido di questi mesi, ci sfibra, insidia la salute, ci rende irritabili, stanchi, in balia di tensioni e sbalzi emotivi d’ogni tipo?  Il rimedio c’è: ricominciare da capo, dalla piena soddisfazione dei bisogni primari: cioè respiro, nutrizione, movimento, riposo, accudimento. Perché è proprio ritornando alle origini di queste funzioni vitali, riportandole cioè alla loro piena efficienza originaria, che si può guadagnare in qualità di vita e longevità. A spiegarci tutto questo è la dottoressa Stefania Mazzieri, specializzata in omeopatia, agopuntura, fisioterapia, medicina nutrizionale e ozonoterapia. E il luogo è la Spa dell’Adler Terme Resort di Bagno Vignoni che, oltre a piscine scenografiche, reparti di benessere e acque termali solfato-bicarbonato alcalina ferrosa di antichissima fama, vanta un’area Med all’avanguardia, con laboratorio di analisi (sangue, urine, intolleranze, marker infiammatori ecc), reparto di medicina estetica e medicina olistica, con programmi personalizzati di detox, nutrizionali, antiaging e antistress.

Dottoressa, ci spieghi perchè, per stare meglio, occorre ripartire dai bisogni primari?
«Perché l’organismo umano, proprio attraverso le sue funzioni principali come la respirazione o la nutrizione,  ha tutti gli strumenti difensivi e riparativi necessari al suo benessere. Ma i ritmi frenetici di oggi favoriscono l’uso scorretto o parziale di queste funzioni. Respiriamo male, mangiamo in modo scorretto, non riposiamo il giusto. E questo viene peggiorato dal caldo di questi mesi. Tutto ciò favorisce  squilibri e infiammazioni capaci di abbassare il livello del nostro benessere, aprendo le porte a possibili scompensi e malattie. Per questo occorre “ricominciare da capo”».

Come punto di partenza, si potrebbe cominciare ad agire sulla respirazione?
«La respirazione è un regolatore dell’organismo, perché  provoca aggiustamenti continui, istante dopo istante. Per esempio modula il PH, perché quando espiriamo emettiamo acido carbonico sotto forma di CO2 e vapore acqueo, e regola l’attività del nervo vago, che a sua volta governa il flusso delle informazioni, razionali ed emotive, fra periferia e cervello, favorendo così la capacità riparativa dell’organismo. Se respiriamo male, si accumula acidità, favorendo i processi infiammatori che ci fanno invecchiare e ammalare, e si favoriscono squilibri a livello cerebrale, cardiaco e pressorio. Ritornando ad una respirazione corretta si può invertire la tendenza».

Come si fa esattamente?
«La respirazione si può riprogrammare con specifici esercizi e con l’aiuto del PPG stress flow, un apparecchio all’avanguardia capace di registrare in tempo reale moltissimi parametri delle nostre condizioni di base, respirazione compresa. Mentre si compiono gli esercizi, il PPG ne registra gli effetti, respiro dopo respiro. I risultati si incominciano a vedere dopo i primi minuti e, continuando ad esercitarsi anche a casa, giorno dopo giorno, la respirazione corretta diventa un’abitudine, il PH si riequilibra, il battito cardiaco e la pressione si abbassano, lo stress si allenta e cresce il benessere complessivo dell’organismo».

E l’alimentazione?
«Il 60% della nostra salute e della nostra potenziale longevità  dipende da cosa mangiamo. Perché il cibo, oltre ad interferire sullo sviluppo delle malattie, ha un impatto diretto sull’invecchiamento cellulare. A dirlo sono le ultime ricerche, che hanno messo a fuoco il ruolo dei telomeri, una specie di “cappuccio”che copre la  parte finale dei cromosomi (le strutture interne alla cellula che definiscono il nostro DNA). Più questi si accorciano, meno la cellula è protetta, più va incontro a invecchiamento e morte. Ebbene, noi disponiamo di un enzima, la telomerasi, in grado di salvaguardare i telomeri, e quindi la cellula. Ma questo enzima si attiva solo con lo stile di vita. Dunque movimento, giusti ritmi attività/riposo, controllo dello stress. Ma soprattutto l’alimentazione. Che intesa in modo corretto, cioè basata sul nostro vero bisogno, diventa centrale nei  programmi di rigenerazione».

Prescrivete delle diete?
«Non esattamente. Partiamo dalla diagnosi, aiutati da strumenti di alta specializzazione come il PPG e l’impedenziometria, che rileva la composizione corporea, dicendoci dove stiamo andando (se perdiamo osso o muscolo, se stiamo accumulando grasso addominale, se siamo carenti di questo o quel minerale..). E su questi risultati tracciamo linee guida personalizzate. Non diete, che hanno solo effetti momentanei, ma indicazioni di massima, ad hoc per ognuno, che anche in questo caso, proseguite a casa, diventano un’abitudine preventiva e sanificatrice».

Movimento e riposo?
«Nel nostro organismo tutto è collegato. Il riposo consente di gestire lo stress. E il movimento non è, come si pensava una volta, solo uno strumento per fare muscoli e consumare calorie, ma un vero bisogno primordiale. Fondamentale, perché favorisce la produzione di sostanze (citochine, miochine) utili su più fronti, che agiscono anche a distanza, influenzando il microbiota e allungando i telomeri, dunque con effetti importanti sull’efficacia del sistema immunitario e sulle aspettative di longevità».

Ultimo bisogno: l’accudimento
«Vuol dire imparare a pensare a sé. A non essere travolti senza mai fermarsi. Questo è fondamentale per tutti gli altri aspetti del programma, e anche ritagliare spazi per sé, a contatto con la natura, per imparare ad ascoltarsi, a cogliere i propri bisogni, può essere un primo passo destinato a diventare un’abitudine».

I programmi di rigenerazione si avvalgono di altre pratiche mediche?
«Molte. Per esempio le “flebo rivitalizzanti” che favoriscono il rinnovamento cellulare, l’Ossigeno-ozonoterapia, dai poteri antinfiammatori e rigeneranti, la biomesoterapia che ritarda i processi d’invecchiamento e migliora la qualità della pelle. Tutte pratiche che diventano cura di sé, quindi benefico accudimento».

di Marilisa Zito

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