Campagna contro l’obesità “No alle false convinzioni, sì alla verità sul peso”

«L’ obesità non è riconducibile semplicemente a uno stile di vita scorretto e per curarla non bastano impegno e forza di volontà: è una malattia cronica e come tale va trattata». Ne è convinta Iris Zani, presidente dell’Associazione Amici Obesi Onlus che ha sperimentato nella sua vita questa malattia. «La non consapevolezza riguardo la malattia e la mancanza del corretto supporto medico portano molte persone a raccontarsi una serie di false verità, per sopportare meglio la loro condizione e sopravvivere a una società, spesso crudele, che stigmatizza chi è obeso. Per fare chiarezza e dare supporto a queste persone, abbiamo fondato nel 2003 l’associazione che all’inizio era semplicemente un forum e nel 2006 siamo passati sui social. Ho vissuto questa malattia in prima persona, in seguito all’ultima gravidanza, 25 anni fa. Dopo anni di cure, anche farmacologiche tra cui le anfetamine, non ho ottenuto risultati duraturi e sono passata alla chirurgia bariatrica, non considerandola però un’ultima spiaggia, ma un ulteriore metodo da provare. Non è una scelta facile, né tanto meno di convenienza, come spesso viene considerata. Ho subito più di un intervento e ho avuto alcune complicanze: se avessi saputo di più su questa chirurgia, sarei stata più consapevole di ciò a cui andavo incontro. Per questo, come associazione, ci proponiamo di informare i pazienti che, come me, stanno affrontando questo cammino travagliato, magari vivendo profondi sensi di colpa per non essere riusciti a dimagrire come pensavano. In questo percorso è fondamentale il supporto psicologico per motivare la persona e aiutarla ad affrontare le difficoltà che questa condizione spesso comporta e superare lo stigma ancora molto diffuso. Purtroppo negare la propria condizione è una prassi comune: per questo sono fondamentali Campagne di sensibilizzazione come “Non nasconderti dietro false convinzioni. La verità sul peso”. Oltre a sfatare l’idea che l’eccesso di peso sia responsabilità personale, causata da abitudini sbagliate e che le persone affette da questa malattia cronica possano gestirla autonomamente, questa campagna aiuta chi è direttamente coinvolto a non sentirsi discriminato e soprattutto solo».

La comprensione e la conoscenza di questa malattia sono gli obiettivi primari di questa campagna, promossa da Novo Nordisk in partnership con Amici Obesi Onlus, Associazione Italiana Dietetica e nutrizione clinica (ADI), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Fondazione Associazione Italiana Dietetica e nutrizione clinica (Fondazione ADI), Italian Obesity network (IO Net), Obesity policy engagement network (OPEN), Società Italiana di Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (SICOB), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), Società Italiana Obesità (SIO). La campagna è realizzata nell’ambito di Driving Change in Obesity, programma internazionale in collaborazione con componenti accademiche, sociali e scientifiche per migliorare la vita delle persone con obesità. Si basa su una serie di scatti fotografici, dal forte impatto emotivo, del fotografo Davide Bellocchio. Partendo da alcune false convinzioni che ruotano attorno alla malattia, grazie a oggetti trasformati in vere e proprie “icone”, nascondiglio dei protagonisti, vengono create immagini suggestive, che vogliono rievocare una verità dura, ma reale. Gli scatti della campagna saranno disponibili in formato digitale, cartaceo e come affissioni in centri commerciali sul territorio; contenuti video o approfondimenti scritti, realizzati con il contributo dei partner, saranno condivisi sulla pagina Facebook di Novo Nordisk Italia e sul sito www.laveritasulpeso.it. La campagna è inoltre integrata da uno spot video in onda sul web e sulle principali reti televisive, realizzato da Novo Nordisk in partnership con le società scientifiche e l’associazione Amici Obesi, con l’intento di aumentare la consapevolezza delle persone sulle reali cause dell’obesità, sui corretti comportamenti e sulle opportunità di cura, attraverso news, articoli di approfondimento, suggerimenti e consigli di facile comprensione, ma scientificamente validati da un board di esperti. Inoltre, la campagna sarà animata da influencer del mondo lifestyle e salute, il cui apporto sarà fondamentale per veicolare anche tramite i social network il messaggio centrale: “l’obesità è una malattia: rivolgiamoci al giusto specialista e affrontiamo, insieme, il percorso più adatto”.

«L’obesità non è solo un problema estetico, o legata a cattive abitudini alimentari o a scarsa volontà di dimagrire: è una malattia cronica multifattoriale molto complessa che dipende da diversi fattori genetici, ambientali e psicologici ed è associata allo sviluppo di altre patologie croniche non trasmissibili come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie del fegato e almeno 12 tipi di tumori», sottolinea il professor Michele Carruba, direttore del Centro studi sull’Obesità dell’Università di Milano e vice-presidente Obesity policy engagement network (OPEN). «Per la cura e il trattamento richiede il coinvolgimento di molteplici figure sanitarie specializzate: non basta ridurre l’apporto di cibo, ma spesso è necessaria la somministrazione di farmaci efficaci e sicuri, prescritti da uno specialista. Dati clinici confermano la riduzione di dieci anni di vita nelle persone obese. Per questo le Società scientifiche e un board di esperti hanno portato il dibattito in Parlamento che nel 2019 ha votato all’unanimità una mozione che riconosce l’obesità come “malattia cronica” e come tale deve essere affrontata e curata».
«Si tratta di una patologia che è triplicata negli ultimi 20 anni», puntualizza il professor Luca Busetto, presidente della Società Italiana dell’Obesità (SIO). «Da un recente report pubblicato dall’OMS, risulta che il 56% della popolazione mondiale è affetto da sovrappeso e il 20% da vera e propria obesità. Se nel nostro Paese l’incidenza di questa malattia è pari alla media del resto d’Europa, ad eccezione dei Paesi anglosassoni che superano queste percentuali, diverso è il discorso per il sovrappeso e l’obesità infantile che in Italia raggiungono addirittura il 40%. Benchè il 90% dei medici affermi che l’obesità sia una malattia cronica, ancora 8 esperti su 10 ritengono che vada affrontata migliorando il proprio stile di vita, senza rendersi conto che a volte si deve anche ricorrere a soluzioni più drastiche come la chirurgia bariatrica».

«In questo ambito si sono fatti passi in avanti, soprattutto con la chirurgia laparoscopica a cui ricorriamo nel 98% dei casi», interviene il professor Marco Antonio Zappa, presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (SICOB). «Questa chirurgia non deve però essere considerata né come ultima spiaggia, né come scelta primaria. Solitamente l’obesità si affronta dapprima in centri multidisciplinari, con il supporto di nutrizionisti, endocrinologi, psicologi e con l’ausilio di farmaci appropriati. Nel caso in cui questo approccio non dia risultati duraturi, si può proporre la chirurgia bariatrica: non è indicata per tutte le persone obese, ma solo per chi ha un Indice di Massa Corporea (Body Mass Index) superiore a 35/40. In questi ultimi anni abbiamo trattato con questo tipo di chirurgia più di 22 mila pazienti. Dai recenti studi condotti a livello internazionale è stato dimostrato come la riduzione di peso abbia ridotto del 34% l’incidenza di tumori all’endometrio nelle donne e dell’11% di tumori in generale negli uomini. Per questo è fondamentale informare le persone che l’obesità è una malattia che si deve curare».

Oltre alla campagna d’informazione, Novo Nordisk ha coordinato il report ACTION-IO, da cui emerge come le persone obese abbiano una percezione distorta della propria condizione. «Il 62% degli intervistati si considera semplicemente in sovrappeso», commenta Giovanna Rosso, Senior Director Obesity Novo Nordisk Italia, che ha coordinato il report. «Lo stesso problema di percezione riguarda bambini e adolescenti. Infatti, i risultati dello studio ACTION Teens, recentemente presentati all’ European Congress on Obesity 2022, evidenziano come un genitore su tre non riconosca l’obesità del proprio figlio e un adolescente su quattro non si renda conto di essere obeso, ma soprattutto, due terzi dei giovani, che realizzano di essere obesi, non sanno come affrontare la malattia e si sentono gli unici responsabili di perdere peso. Tutt’oggi, purtroppo, l’obesità è associata a uno stigma, oltre che sociale anche clinico, a causa delle notizie imprecise o del tutto sbagliate che ancora troppo spesso circolano sull’argomento. Con queste iniziative vorremmo contribuire a sfatare questo stigma ed eliminare fake-news su questo argomento, cercando di dare informazioni precise e di indirizzare i pazienti ai Centri specializzati nella cura e nei trattamenti più innovativi per l’obesità».

di Paola Trombetta

Un genitore su tre nega l’obesità dei propri figli

Un genitore su tre fatica a riconoscere l’obesità del proprio figlio e un adolescente su quattro non si rende conto di essere obeso. E’ ciò che emerge dai nuovi dati dello studio internazionale ACTION TEENS, condotto in dieci paesi nei vari continenti, Italia inclusa, e presentato da Novo Nordisk al Congresso Europeo sull’Obesità (ECO) 2022. Obiettivo primario dello studio, che ha coinvolto circa 13 mila persone, di cui oltre 5 mila bambini e adolescenti con obesità, 5.400 genitori e caregiver e più di 2.000 operatori sanitari, era quello di identificare le percezioni, le attitudini, i comportamenti e gli ostacoli per la cura dell’obesità e capire in che modo questi fattori influenzino la sua gestione. I nuovi dati evidenziano che l’obesità pediatrica ha un notevole impatto sulle aspettative di vita di chi ne è affetto: il rischio di morte prematura triplica nei bambini con obesità rispetto ai bambini che hanno un indice di massa corporea (BMI) nella norma. I genitori di bambini con obesità faticano a riconoscerla e spesso sottovalutano la gravità della malattia, convincendosi che si risolverà con la crescita. Purtroppo sottovalutare questa malattia in bambini e adolescenti porta a complicanze già in giovane età, con lo sviluppo di malattie croniche come problemi di salute mentale, disturbi cardiaci, diabete di tipo 2, nonché alcuni tumori e problemi a scheletro e articolazioni.

«L’obesità è una malattia cronica che tende a recidivare e nel tempo può complicarsi con lo sviluppo di altre malattie, ma se trattata con serietà, tempo, dedizione e impegno si può curare», puntualizza Claudio Maffeis, Past President della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica. «In Italia i dati più recenti dell’indagine “Okkio alla Salute” ci dicono che purtroppo siamo tra i paesi europei con i valori più elevati di sovrappeso e obesità nella popolazione in età scolare: risulta infatti che la percentuale di bambini in sovrappeso è del 20,4% e di bambini con obesità del 9,4 %, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%». Dallo studio, infine, emerge la necessità di migliorare i percorsi di formazione di medici e operatori sanitari nella gestione e nella cura dell’obesità come malattia cronica. Secondo i dati raccolti risulta, infatti, che l’87% ritiene di non aver avuto una formazione adeguata su questa malattia.  P.T.

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