Consigli alle mamme per una sana alimentazione estiva dei piccoli

Uno strappo alla regola è concesso. Un gelato artigianale alla frutta una tantum, essendo piuttosto ricco di zuccheri, come sostituto del pranzo o a merenda oppure un ghiacciolo, fatto in casa, con spremute di frutta fresca. Tuttavia, anche in estate, è buona regola continuare con sane abitudini alimentari, ed anzi è l’occasione per educarsi a buoni comportamenti nutrizionali se durante l’anno si pecca un po’. Tra questi “insegnare” al bambino a fare una ricca colazione, il pasto più importante nella giornata, con latte, yogurt, cereali (se è un po’ più grandicello), pane e marmellata e alcuni dolci, come biscotti o un altro prodotto da forno, e frutta da consumare insieme a mamma e papà che devono fungere da buon esempio. E si sa che, una volta apprese, le buone abitudini, soprattutto se assunte da piccoli, permangono nel tempo e così anche al ritorno dalle vacanze si può sperare che la colazione resti un rituale del “buon” mattino.

Dopo colazione, per i pasti principali, cosa portare in tavola nella calda stagione? Naturalmente la dieta deve essere varia, bilanciata, con un apporto di tutti i macro e i micronutrienti necessari: in estate, non dovrebbero mancare pesce, meglio se proposto un paio di volte a settimana, carni bianche magre, legumi e cereali anche innovativi, come quinoa, semi, sorgo e miglio o anche germogli di bamboo, affettati e uova. E, dolenti note, è bene aumentare il consumo di frutta e verdura che contribuiscono anche a idratare il bambino. Per invogliare a mangiare questo alimento, poco gradito ai piccoli, occorrerebbe raddoppiare le porzioni nel piatto: una strategia fallimentare? Pare proprio di no, almeno stando ai risultati di un recentissimo studio condotto da ricercatori dell’americana Penn State University che hanno sperimentato questa tesi su circa settanta piccoli tra i tre e i cinque anni, offrendo loro porzioni di broccoli, verdura a cui spesso i bimbi storcono il naso. Tuttavia trovandosene davanti una doppia razione, alla fine i bambini ne avrebbero mangiati 21 grammi in più rispetto al normale. Accompagnare la verdura con un condimento considerato appetitoso, come burro e sale, non ha cambiato il risultato finale. Allora dove sta il trucco?

«Occorre scegliere cibi generalmente apprezzati dai piccoli – dichiarano i ricercatori – ma non tra i preferiti, come le crocchette di pollo (verso le quali le verdure farebbero una magra figura e verrebbero scartate), ovvero scegliendo l’abbinamento giusto: infatti l’appetibilità delle verdure rispetto agli altri cibi nel piatto influenzerà la risposta alla dimensione della porzione. Inoltre bisogna assicurarsi che le verdure abbiano un sapore abbastanza gradevole in relazione agli altri alimenti». In pratica cosa fare o non fare? Niente “braccio di ferro”: no alla guerra a tavola con i piccoli, forzandoli a mangiare a tutti i costi. «Per evitare il rifiuto – dichiara Piercarlo Salari, pediatra di Milano – si può provare a invitare il bambino a sedersi a tavola insieme ai grandi, dandogli così importanza, o incuriosendolo ad assaggiare pietanze colorate, nuove, che possono solleticare la sua fantasia e il palato». Specie quando cala l’appetito, possibile dopo una giornata spesa all’aria aperta con un grande dispendio di energie, occorre rendere il momento del pasto allegro e vivace, allestendo cibi che siano un arcobaleno di colori e sapori e di fantasia con le pietanze poste, ad esempio, su piatti grandi e di varie forme, un po’ insolite».

Ancora per favorire l’approccio al cibo “green”, alla frutta e verdura, vale la regola della semplicità e del coinvolgimento: «L’invito – suggerisce l’esperto – è quello di preparare macedonie variopinte, spiedini o cocktail di frutta o dei ghiaccioli fatti in casa con dei succhi naturali, da condividere a merenda con gli amici. Sono ottimi anche centrifughe e frullati che, mescolando sapori e colori, sensibilizzano le papille gustative a essere pure loro innovative e a cambiare un po’ la moda dei tradizionali sapori! Molto utile è farsi aiutare dal piccolo nella preparazione dei piatti, stimolando la sua creatività nel dare per esempio nomi di fantasia oppure nell’inventare mix o ricette nuove».

E soprattutto, in estate, non dimenticare l’acqua, il corretto apporto idrico, insomma, che per i piccoli è una pietra miliare, compreso nei lattanti in cui è necessario aumentare il numero delle poppate se allattati al seno. «Al biberon – aggiunge Salari – se il bimbo ha più di 6 mesi, può essere aggiunto un cucchiaino d’orzo, alternandolo negli spuntini giornalieri a dello yogurt fresco. Resta comunque importante rispettare la “regola dell’acqua” quotidiana che richiede per i bimbi tra i quattro e gli otto anni all’incirca 1.600 ml al giorno, non troppo ricca di minerali, come ad esempio il sodio, bevuta a temperatura ambiente per evitare l’insorgere di disturbi gastrici come la congestione, i cui effetti nei bambini possono essere dannosi quanto quelli della disidratazione. L’acqua, specie in estate, ha anche finalità preventive: infatti un organismo mantenuto fresco e ben idratato è meno esposto al rischio di colpo di sole, frequente nei bambini molto piccoli. Ma non solo: occorre educare il bambino a non arrivare mai ad avere sete, perché quando compare significa che si è già in parte alterato l’equilibrio idrosalino, con varie ripercussioni tra cui l’attività cerebrale: è infatti dimostrato che nel bambino assetato si riducono sensibilmente le capacità di concentrazione e attenzione». Compito della mamma e del papà è perciò abituare il bambino a bere spesso e, nel kit di accessori quotidiani, non deve mai mancare una bottiglietta di acqua». Allora non basta dire acqua o dieta mediterranea per essere sicuri di attenersi a sani comportamenti a tavola: occorre anche prevedere, educarsi alla scelta di alimenti e bevande giusti, proporzionati in qualità e calorie, tanto per i grandi quanto per i piccoli, che vanno “bruciate”, specie se si tratta di cibo, con una sana attività fisica, giochi e sport all’aria aperta in estate e indoor nella stagione fredda. Perché la buona educazione alimentare e dello stile di vita si impara da bambini e si persegue in salute anche da grandi.

di Francesca Morelli

È arrivata una nuova linea di baby food

Anche Pralina, azienda salentina specializzata nella produzione di alimenti naturali, ha fatto dell’approccio e dell’educazione al cibo sano la propria filosofia e ha lanciato la nuova linea di baby food, “Il Piccolo Bio”: puree di frutta e creme di legumi e verdure, pensate per lo svezzamento e la crescita dei bambini da 12 mesi in su. Ad esempio ci sono la crema di patate dolci e carotine o di spinaci, pisellini, ricotta e parmigiano, il saporito ragù dell’orto e la cremina di carciofi, pastinaca e bietole. Tutte create con materie prime naturali, 100% biologiche, coltivate in Italia secondo pratiche sostenibili ed etiche, profumate con le erbe del Mediterraneo, dal basilico alla salvia, dal prezzemolo alla noce moscata, aromi che donano alle creme un gusto piacevole ed equilibrato che mitiga il sapore dei legumi senza bisogno di aggiungere altro. Non mancano i dolci tra i prodotti: il buono della frutta arricchita da spezie, per un gusto più ricercato che conquista dal primo cucchiaino. Dalla purea di pere e cacao a quella di mela, pastinaca e cannella, passando per la profumata crema di mela, pera e mirtillo. «Abituare i più piccoli al gusto vero di frutta, verdura e legumi sin dai primi anni di vita – dichiara  Stefania De Domenico, biologa esperta in nutrizione, ricercatrice presso l’Università del Salento – è essenziale per contrastare la dipendenza da zucchero e da sale ed evitare che, una volta superata la prima infanzia, i bambini ricerchino il cosiddetto “cibo spazzatura”, ricco di grassi, zuccheri e sale che nel lungo termine favorisce l’insorgenza di malattie quali ipertensione, sovraccarico renale, obesità, diabete, problemi cardiovascolari».

Ma non solo: verdura, frutta e legumi sono i cibi più ricchi di micronutrienti quali vitamine, sali minerali, fibre e acqua che intervengono in tutte le reazioni metaboliche e regolano importanti funzioni fisiologiche come l’accrescimento, la produzione di ormoni, lo sviluppo dell’apparato riproduttivo e del sistema immunitario. La razione minima di fibre, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) durante l’infanzia dovrebbe essere di 9 grammi per 1000 kcal, ma spesso non si raggiunge questa dose nella dieta dei piccoli, perdendo il suo valore aggiunto. «La fibra solubile contenuta in frutta, verdura e legumi – continua la nutrizionista – intrappola lipidi, colesterolo e zuccheri, ne limita l’assorbimento quando in eccesso, regola i picchi di insulina e stimola il senso di sazietà. Inoltre le fibre modulano la consistenza delle feci, sono fondamentali nella prevenzione di malattie quali obesità e diabete, in aumento in età pediatrica, e promuovono la buona composizione della flora batterica dell’adulto che diverrà fondamentale per il benessere dell’intero organismo». Per raccontare ai bambini l’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata e considerare il cibo come un alleato per la proprio salute, Pralina ha ideato “Le storie del Piccolo Bio”: una serie di racconti illustrati da colorare, la cui protagonista è Fata Pralina, che trasforma le bontà della terra salentina in gustose pozioni dalle proprietà benefiche. I racconti sono disponibili online sul sito dell’azienda e vengono allegati gratuitamente a fronte di un acquisto minimo di 12 prodotti “Il Piccolo Bio”. Questi sono disponibili in punti vendita specializzati – gastronomie, specialty store, negozi d’alimentari d’alta gamma – in 180 farmacie in tutta Italia e sul sito web e-commerce di Pralina: www.pralinasrl.it    F.M.

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