Più attenzione agli anziani “fragili”: è l’appello della Sigot

Prudenza e attenzione, ma senza allarmismi. Resta questa una delle regole d’oro per affrontare l’autunno che, oltre all’influenza, ha “l’imprevisto” e l’incertezza di una eventuale seconda ondata di Covid-19. Un comportamento che gli esperti consigliano a tutti ma che raccomandano soprattutto ai senior che hanno pagato il costo più alto nei mesi della pandemia in termine di salute, di vite umane perse e di confinamento sociale. Così per “educare” ed essere pronti a tutelarsi al meglio da rischi e implicazioni del virus, la SIGOT (Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio) in occasione del 34° Congresso Nazionale della Società (22-24 settembre 2020) ha lanciato e promosso un “vademecum”: otto comportamenti doc per evitare rischi, controllare reazioni ed emozioni associate al virus.

  1. Forza e coraggio! La raccomandazione è di non perdersi d’animo e di perseguire uno stile di vita sano che possa contribuire a proteggere sé stessi e gli altri dalla possibile infezione dal virus.
  2. Non scordarsi mai della prevenzione. Doppiamente preziosa e importante quest’anno, ha il suo caposaldo nella vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica con le prime dosi disponibili dai primi di ottobre.
  3. Mantenersi in movimento. Svolgere attività fisica di almeno 30 minuti, iniziando con una sana passeggiata se non si è in allenamento e aumentando via via tempi e intensità, in casa o all’aperto, anche in compagnia, nel rispetto delle misure anti-covid, può essere una forma di “immunizzazione” dal virus. Il movimento infatti rafforza anche le difese dell’organismo.
  4. Informarsi sempre sui sintomi. La prevenzione o l’anticipazione diagnostica passa anche dalla corretta conoscenza dei sintomi riferibili a una specifica problematica, associata ma non solo al virus. Molta attenzione, ad esempio, va prestata alle variazioni del tono dell’umore, non sottovalutando l’insorgenza di sintomi depressivi che si sono accresciuti nel corso degli ultimi mesi, complici i timori del futuro e la “quarantena” obbligata.
  5. Aderenza alle terapi Anche in tempi di Covid, è fondamentale l’appropriato uso dei farmaci. Rispettando cioè le modalità di assunzione delle terapie in corso, secondo i protocolli di cura prescritti dal medico di riferimento ed evitando auto-sospensioni o automedicazione.
  6. L’alimentazione conta. Mantenere una dieta equilibrata, varia e bilanciata, ricca di nutrienti e combinata alla corretta idratazione, può contribuire a sostenere l’organismo. Seguire una nutrizione sana e adeguata è particolarmente raccomandato agli anziani, più a rischio di sarcopenia, ovvero di perdita di massa muscolare.
  7. Rispettare le “disposizioni di sicurezza”. Occorre tenere sempre presenti le misure anti-covid: uso della mascherina, igienizzazione delle mani, evitare assembramenti, mantenere il distanziamento di almeno un metro, evitare baci e abbracci, anche con familiari e nipoti.
  8. Essere high-tech. Grande utilità può derivare dall’uso delle tecnologie, come telefono, smartphone, tablet, Internet, app specifiche che spesso azzerano i tempi di risposta medico-paziente e che favoriscono un avvicinamento sociale almeno virtuale.

 

Soprattutto l’innovazione, ovvero la telemedicina, può essere un valore aggiunto nell’approccio e cura al paziente, in quest’epoca difficile, migliorando assistenza, terapie e monitoraggi. Non facciamoci però un’idea scorretta della telemedicina. «Non consiste solo in una semplice telefonata – precisa il Professor Alberto Pilotto, nuovo Presidente SIGOT – seppure riduca il rischio di ricovero del 10%. Infatti alcuni strumenti più complessi e progrediti offrono vantaggi significativi, su più fronti: diminuiscono il numero dei ricoveri e la mortalità di quasi il 50% e le spese tra il 30 e il 60%». Ma non solo: «Le ricadute della telemedicina – commenta il Professor Francesco Vetta, Consigliere e Tesoriere SIGOT e Professore di Cardiologia all’UniCamillus di Roma – sono positive per l’intero sistema. Infatti, la maggiore disponibilità dei posti ambulatoriali permette di velocizzare il percorso dei pazienti. In ambito cardiologico, ad esempio, il monitoraggio a distanza di alcune patologie è già realtà e mostra tutti i vantaggi che si possono ottenere, grazie ad alcuni strumenti che vengono impiantati nei pacemaker e nei defibrillatori e permettono di fare controlli da remoto e di verificare alcuni parametri per intervenire preventivamente rispetto all’esordio clinico di alcune patologie, laddove necessario in tempi rapidi».

Qual è l’indicazione a favore dei senior che emerge dalla SIOT? «Solo l’approccio “olistico” della geriatria – aggiunge Pilotto – può dare le risposte appropriate alla popolazione anziana che in quest’ultimo periodo ha pagato il prezzo più alto anche in termini di limitato accesso alle cure, con le conseguenti implicazioni etiche nel corso della pandemia da Covid-19». Un commento motivato dalla condizione senior spesso discriminata, in attenzione e cure, tanto più in relazione ad anziani fragili, cioè chi di fronte a un evento di stress, come la pandemia da Covid-19, non è in grado di rispondere in maniera adeguata alla criticità, con importanti conseguenze. Inpratica un aumentato rischio di eventi negativi: disabilità e aggravamento delle proprie condizioni generali, fino alla possibile mortalità. «L’anziano fragile – fa sapere ancora il Presidente – è ad alto rischio di disabilità funzionale, cognitiva e psico-sociale che rendono difficile un ritorno alla condizione precedente l’infezione. L’età non può fornire indicazioni precise sulla prognosi della persona: è necessario valutarne il grado di fragilità del paziente, le comorbidità e l’assetto funzionale, cognitivo e psicosociale». Attenzione che richiede una migliore presa in carico del paziente, con una metodologia trasversale a tutti i servizi e livelli di cura, nel rispetto di una continuità assistenziale dall’ospedale al territorio. «La necessità prioritaria di un diffuso approccio geriatrico – conclude – è emersa in modo evidente in corso di pandemia Covid, confermata dalle enormi difficoltà evidenziate dai servizi territoriali in particolare dalle RSA, ma anche in molte strutture ospedaliere». Evento che i geriatri auspicano non debba più ripetersi, né in caso di una seconda ondata virale, né in altre eventuali emergenze presenti e future.

di Francesca Morelli

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